Giorno: 29 Luglio 2010

"L’Aquila e il silenzio Rai", di Pierluigi Castagnetti

Rimuovere una colossale rimozione: questa la sfida raccolta dai 150 deputati del Pd che due giorni fa, insieme a Bersani e Franceschini, hanno visitato il centro storico dell’Aquila. Dell’Aquila non si parla più infatti, non si vede più un’immagine, non c’è alcuna traccia di impegno nella manovra finanziaria che sarà approvata proprio oggi alla Camera. Eppure L’Aquila, quindici mesi dopo il terremoto, è lì, paralizzata, senza vita e senza speranza. Prigioniera di una selva di decine o centinaia di migliaia di ferrotubi “Marcegaglia”, con macerie nascoste (come nel caso del palazzo del governo, in cui sono state semplicemente spostate dalla strada al cortile interno), con serrande e finestre chiuse come erano alle 3,32 di quella terribile notte, i fiori seccati nei vasi sui terrazzi, oltre 10mila attività commerciali e terziarie che animavano il centro storico morte, definitivamente morte, 15mila edifici gravemente danneggiati, 90 ettari della zona rossa off-limits per il pericolo crolli. Perché è bene sapere che L’Aquila era e viveva nel e del centro storico. Il centro storico non era semplicemente un quartiere, era …

"Per Internet resta il bavaglio Sit-in dei blogger a Montecitorio" di Giuseppe Rizzo

Del passo indietro del governo sulla legge bavaglio sono state dette tante cose. Che rimane una legge anticostituzionale, che il provvedimento va ritirato lo stesso, che sulla libertà di informazione non si accettano contentini. In pochi però si sono accorti che un bavaglio è rimasto, ed è quello stretto sulla bocca di quanti, nell’era del giornalismo partecipativo, hanno in questi anni contribuito a fare della rete un serbatoio di informazione alternativa e autonoma. Parliamo di blog popolari come Macchianera (ricordate la vicenda del rapimento di Giuliana Sgrena? Fu il blogger Gianluca Neri a pubblicare il rapporto dei militari americani su quanto accaduto svelando i loro omissis), Nazione Indiana (sulle cui pagine ha iniziato a pubblicare le prime inchieste Roberto Saviano), ma anche dei diari on line di migliaia di semplici internauti. Il comma 29 dell’art. 1 del ddl prevede che la disciplina in materia di obbligo di rettifica prevista dalla legge sulla stampa del 1948 si applichi ora anche a loro. Agli autori è chiesto di pubblicare ogni richiesta di rettifica ricevuta entro 48 e …

"Bersani: berlusconismo finito. Siamo pronti alla transizione", di Maria Zegarelli

«A che punto siamo? Ognuno dica la sua, io dico la mia. Secondo me siamo arrivati alle colonne d’Ercole della vicenda berlusconiana». E la navigazione adesso, «procede in acque non conosciute», per questo il Pd è pronto ad «una fase di transizione che, in primo luogo, consenta una corretta democrazia parlamentare a partire dalla riforma elettorale». Pier Luigi Bersani parla sommerso dagli applausi che scattano dai banchi del suo gruppo e da quelli dell’Udc, mentre si rivolge ai banchi del governo e lancia la palla: «A voi la responsabilità. Cercate di galleggiare andando avanti così? Chi vince le elezioni non ha in mano un destino divino, ma una responsabilità maggiore». Il segretario spinge per una svolta politica che segni la fine del governo Berlusconi e l’inizio di un governo di transizione per le riforme più urgenti, a partire dalla legge elettorale, prima di tornare al voto ma si becca subito le critiche di Arturo Parisi – «nel partito al riguardo le idee sono ancora troppe» – e del veltroniano Giorgio Tonini: «C’è da chiedersi in …

"Concorsi, facciamo così", di Fulvio Cammarano

Al centro di qualunque riforma universitaria rimane la questione del reclutamento dei ricercatori. Un tema molto delicato perché costituisce non soltanto lo snodo attraverso cui viene garantito il fisiologico ricambio del personale docente. Ma perché rappresenta anche la cartina di tornasole attraverso cui l’opinione pubblica giudica l’università. Gli scandali e i polveroni che regolarmente vengono sollevati sul funzionamento degli atenei italiani sono incentrati soprattutto su chi e sul come si “entra” nel circuito accademico. La recente riforma dei concorsi ha introdotto un elemento di casualità nella composizione delle commissioni che, attraverso il sorteggio dei commissari, impedisce la vittoria del “predestinato” ma non sembra sufficiente a risolvere il problema della selezione del migliore tra i candidati. Come mai? Perché un concorso continua ad essere considerato il luogo del “colpo di mano”, della scelta deresponsabilizzata: nello stesso istante in cui la commissione indica il nome del vincitore, se non ha commesso errori formali, comincia a lavarsene le mani poiché la “pratica” passa al pubblico erario. E chi s’è visto s’è visto! Allora perché non introdurre la responsabilizzazione …

Che fine ha fatto la Rai?

C’era una volta il servizio televisivo pubblico. Oggi la Rai, tra flop e bilanci in rosso, è sempre più piegata al volere del premier. Masi, l’intoccabile, si permette anche il lusso di non presentarsi all’audizione in Commssione di Vigilanza. I dirigenti si spartiscono un milione di bonus per i grandi meriti. Esistono due realtà sulla Rai? È possibile pensare che sia tutto rose e fiori come ci propina il Tg1 o che qualcosa di marcio oltre in Danimarca, c’è anche a Viale Mazzini? È estate e come logico(?) il periodo delle nomine (epurazioni) e delle scelte nodali per l’azienda. Ma mentre il bilancio parla di un clamoroso fallimento della gestione berlusconiana della Rai (deficit di 60 milioni con la previsione di un raddoppio per il 2010), viene elargito un premio di un milione di euro per i dirigenti. Chissà quanto di buono devono aver fatto! Oddio andando più nel dettaglio la cifra relativa in quanto il milione va ridistribuito per i ben 245 dirigenti non giornalisti della tv pubblica. Insomma, bruscolini. Ma è anche vero …

Veneto. Persi 100 mila posti di lavoro «Settembre, riaperture a rischio», di Silvia Maria Dubois

L’incubo non finisce. Lavoratori esperti e mortificati continuano a rimanere a casa, ragazzi scoraggiati girano come trottole a consegnare curricula inutili o a frugare speranze in internet. Ma, per ora, nuovi posti di lavoro non ce ne sono. E non ce ne saranno nemmeno per l’anno prossimo, a meno che non ci si adatti a diventare manodopera «low cost», con impieghi a intermittenza, contratti tanto agili quanto fragili, o si prendano in considerazione posti per categorie al top del ribasso come apprendisti o soggetti con agevolazioni economiche per l’azienda. I dati diffusi ieri da Veneto Lavoro parlano chiaro: la crisi qui ha mietuto quasi 100mila posti di lavoro nell’ultimo biennio, colpendo per primo il settore manufatturiero, e poi estendendosi anche ad altri settori, come il commercio. «Tra il 1. luglio 2008, periodo in cui è iniziata la crisi, e il 30 giugno 2009, la contrazione occupazionale in Veneto era risultata pari a circa 53 mila unità – spiega Sergio Rosato, direttore dell’agenzia Veneto Lavoro -, mentre dal 1. luglio 2009 al 30 giugno 2010 si …

"I rischi del Lingotto", di Luciano Gallino

Da qualche tempo le mosse di Fiat Auto stanno diventando frenetiche. A fine aprile è arrivato il piano per trasferire a Pomigliano una quota della produzione della Panda che ora si fa in Polonia. Una settimana fa, l’annuncio che un modello di notevole peso industriale e commerciale sarebbe stato costruito in Serbia e non a Mirafiori. Poco dopo si è saputo che è già stata costituita una nuova società per gestire lo stabilimento campano, nonché per assumere con un nuovo contratto i lavoratori che accetteranno in toto di lavorare secondo i drastici standard indicati nel piano di aprile. Infine ieri l’Ad di Fiat ha avanzato come affatto realistica l’ipotesi di uscire dal contratto nazionale dei metalmeccanici, ed ha ribadito che ciò che vuole sono comportamenti dei lavoratori che non mettano mai, in nessun modo, a rischio la produzione e l’azienda In altre parole, niente scioperi, niente vertenze sindacali, assenteismo meglio se vicino a zero, massima disciplina in fabbrica. A queste condizioni Fiat auto potrebbe anche restare in Italia. La sequenza di queste mosse rientra chiaramente …