Giorno: 6 Luglio 2010

Ricerca, in una lettera aperta le proposte dei professori

Un gruppo di docenti di varie università si rivolge al presidente del Consiglio e al ministro con una serie di suggerimenti sul sistema di governo delle università al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al Ministro dell’Università Maria Stella Gelmini Presidente Berlusconi, ministro Gelmini, Con riferimento al disegno di legge sull’Università in discussione in Parlamento, desideriamo far Loro pervenire, con questa lettera aperta, le considerazioni che seguono. Riconosciamo pienamente che il ddl è basato su valori di efficienza e di merito, valori fortemente compromessi anche per gravi responsabilità di noi accademici, ma siamo allo stesso tempo convinti che nella sua forma attuale esso non possa imprimere la svolta necessaria, né creare il contesto adeguato per un uso virtuoso dell’autonomia universitaria. Noi riteniamo che la ricerca debba essere l’obiettivo centrale della riforma. Senza un solido collegamento con la ricerca una buona didattica è impossibile. Riteniamo anche che sia indispensabile un efficiente sistema di incentivi, un complesso di premi e penalizzazioni, legato soprattutto ai risultati della ricerca Puntare, come il disegno di legge fa, sul rafforzamento della …

"Rilanciamo la sfida", di Giuseppe Civati

La crisi strutturale della destra italiana, le contraddizioni della Lega, i distinguo che non tengono più, la doppietta Scajola-Brancher, i “grandi eventi” che hanno riguardato la figura di Bertolaso (pupillo del premier e suo erede mancato), la Finanziaria che fa male, non piace a nessuno e crea problemi anche ai suoi estensori, le incertezze del federalismo di cui si sa ancora pochissimo (se non che sarà difficilissimo anche solo da immaginare), il dissidio ormai plateale con Fini e con larghi settori della maggioranza: tutto questo fa pensare che siamo entrati in una nuova fase politica. Il buon senso e anche la scaramanzia ci portano a diffidare delle soluzioni troppo facili e degli scenari fantascientifici di cui abbiamo letto in queste ore. Berlusconi resisterà, come ha sempre fatto, e proverà a rilanciare, magari appellandosi direttamente al popolo sovrano (in questo caso, il sovrano sarebbe lui stesso, come sempre). È un momento grave, insomma, e molto delicato, ma è anche un passaggio di straordinaria importanza per il centrosinistra: una grande opportunità per chi pensa all’Italia in modo …

"Una crisi pagata dai giovani", di Samuel Bentolila, Tito Boeri e Pierre Cahuc

La disoccupazione giovanile è al 20 per cento in Europa. Si tratta anche di una conseguenza di riforme del mercato del lavoro rimaste incomplete. Per rendere politicamente accettabili quelle intraprese a partire dalla fine degli anni Ottanta, si è lasciato che influissero solo sulle nuove assunzioni. Si è così creato un dualismo nel mercato del lavoro, tra contratti a tempo indeterminato e contratti a tempo determinato. Che è iniquo e fortemente distorsivo. Si può risolverlo ricorrendo a forme di tutela progressiva del lavoro. Mai prima d’ora una crisi aveva colpito così tanto i giovani. Questa volta non abbiamo avuto soltanto il congelamento delle assunzioni, anche una grande quantità di contratti temporanei non sono stati rinnovati. Di conseguenza, la disoccupazione giovanile nell’area euro è balzata in maggio al 20 per cento con livelli più alti nei paesi con maggiore dualismo nel mercato del lavoro, dal 15 per cento di prima della crisi. In Spagna, quattro giovani su dieci che partecipano al mercato del lavoro sono disoccupati, in Italia uno su tre, in Francia e Svezia – …

"Il boomerang della diseguaglianza", di Marco Simoni

Qual è la conseguenza della diseguaglianza? Questa domanda, le implicazioni che se ne potrebbero trarre, dovrebbe salire di importanza nelle discussioni di queste settimane sulla migliore politica economica da seguire. In estrema sintesi, al momento si fronteggiano due posizioni. Una è quella degli Stati Uniti, della Francia e di economisti come Paul Krugman di Princeton. Si sostiene che sia importante continuare a sostenere la spesa pubblica per consolidare la ripresa ed evitare che vi sia una seconda recessione. La seconda posizione, seguita da Germania, Regno Unito e da economisti come Alberto Alesina di Harvard, crede al contrario che sia ormai tempo di cominciare a ridurre il deficit per evitare che alla crisi economica faccia seguito una ben più grave crisi del debito pubblico. Alcuni Paesi come l’Italia non hanno praticamente scelta. Con un debito pubblico che supera largamente il 100% del Pil, l’aggiustamento dei conti pubblici è inevitabile. Quel che non è inevitabile, tuttavia, è il modo in cui avviene questo aggiustamento, le spese che si decidono di tagliare, e le riforme che si accompagnano …

Governo a fine film

Bersani: “Non vorrei arrivasse un Chavez” Un governo alle battute finali: per Pier Luigi Bersani “siamo al secondo tempo del film che non può essere protratto a lungo. La soluzione non spetta a noi ma non si può andare avanti così, con divisioni che non sono componibili. La maggioranza ha la responsabilità di prendere atto di una situazione che fa danni al paese”. Dopo essere intervenuto alla relazione dell’Authority delle Comunicazioni, il leader del Pd ha anche sottolineato, in merito ai rapporti tra il premier e Gianfranco Fini sempre più tesi, come forse sia “giusto che i vincoli di maggioranza comincino a traballare, altrimenti ci troviamo davanti all’unica democrazia che va avanti a fiducie, telefonate riparatrici e decreti. Non vorrei che dopo Berlusconi venisse fuori Chavez. Dobbiamo ripristinare i concetti base della democrazia parlamentare”. Fiducia che, nelle intenzioni del governo, ci sarà con ogni probabilità anche sulla manovra: Bersani non usa mezzi termini per bocciare la scelta, mettendo in rilievo che “peggio non si poteva fare che la blindatura, dovuta in primo luogo alle fibrillazioni …

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"Consumi, gli italiani tirano la cinghia", di Barbara Ardù

La spesa mensile in calo dell´1,7%. Sacrifici anche su pane e altri alimentari Il dossier ROMA – Gli italiani consumano, ma hanno dimenticato cosa significhi fare shopping. Un´occhiata alla vetrina la danno sempre, così come apprezzano il gusto dell´olio spremuto a freddo, ma dell´ennesima maglia ne fanno a meno e per condire l´insalata una marca vale l´altra. In tempo di crisi, certifica l´Istat, le famiglie tirano la cinghia e il carrello della spesa lo riempono a metà. Ma non tutte. È il ceto medio a pagare lo scotto. I dati parlano da soli: nel 2009 la spesa mensile (la media è 2.442 euro) è andata giù dell´1,7% e del 3% quella alimentare. Ma quell´1,7% diventa un -2,9 per metà delle famiglie. Un mare di cifre per certificare che le uscite in termini reali (inflazione compresa) sono crollate. La crisi ha colpito duro e l´Istat non lascia spazio ai dubbi: «La riduzione della spesa», scrive nel suo rapporto annuale, «appare alquanto significativa». Si risparmia su tutto, dal dentista, ai trasporti, al tempo libero, ai carburanti, ma …

Angelo Zampolini: "Vi svelo l'affare di casa Lunardi", di Francesco Grignetti

C’era anche l’architetto Angelo Zampolini, il 3 giugno 2004, nelle sale del sontuoso palazzo di piazza di Spagna che ospita il dicastero vaticano di «Propaganda Fide». Era il giorno in cui il cardinale Angelo Sepe firmò l’atto di vendita per il palazzetto di via dei Prefetti che il figlio dell’allora ministro Lunardi, Giuseppe, incamerò a nome di una società di famiglia. Zampolini, che una volta di più si rivela cruciale per quest’inchiesta, era nella stanza vicina «nel caso fossero sorte difficoltà tecniche». Fu un ottimo affare per Lunardi: cinque piani nel cuore del centro storico della Capitale acquistato al prezzo di tre milioni di euro. «Il valore dell’immobile – spiega ancora Zampolini, interrogato dai magistrati il 18 maggio, verbale ora agli atti del procedimento contro l’ex ministro Lunardi – era sicuramente superiore ai tre milioni indicati. All’incirca almeno 7 milioni, anche 8». Per quella compravendita sia Lunardi, sia il cardinale di Napoli sono indagati per corruzione. Scrivono infatti i pubblici ministero Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi nel loro atto d’accusa: «A fronte di tale acquisto, …