Giorno: 14 Luglio 2010

"Perché gli uomini uccidono le donne", di Michela Marzano

Si continua a chiamarli delitti passionali. Perché il movente sarebbe l´amore. Quello che non tollera incertezze e faglie. Quello che è esclusivo ed unico. Quello che spinge l´assassino ad uccidere la moglie o la compagna proprio perché la ama. Come dice Don José nell´opera di Bizet prima di uccidere l´amante: «Sono io che ho ucciso la mia amata Carmen». Ma cosa resta dell´amore quando la vittima non è altro che un oggetto di possesso e di gelosia? Che ruolo occupa la donna all´interno di una relazione malata e ossessiva che la priva di ogni autonomia e libertà? Per secoli, il “dispotismo domestico”, come lo chiamava nel XIX secolo il filosofo inglese John Stuart Mill, è stato giustificato nel nome della superiorità maschile. Dotate di una natura irrazionale, “uterina”, e utili solo – o principalmente – alla procreazione e alla gestione della vita domestica, le donne dovevano accettare quello che gli uomini decidevano per loro (e per il loro bene) e sottomettersi al volere del pater familias. Sprovviste di autonomia morale, erano costrette ad incarnare tutta …

Pil nascosto e lavoro in nero Italia sempre più “sommersa”

Un sesto della ricchezza del Paese che sfugge alle rilevazioni ufficiali, così come tre milioni e mezzo di lavoratori: sono cifre drammatiche, che lo diventano ancor di più individuando la chiara linea di tendenza fra i molti dati forniti ieri dall’Istat, ovvero quella di un’Italia che non solo è incapace di porre un freno a una delle sue anomalie più croniche, ma che anzi vede peggiorare il fenomeno che forse maggiormente l’allontana dall’Europa. Dichiarazioni fasulle, costi gonfiati, lavoro in nero: per l’Istituto nazionale di statistica questa diffusa illegalità alimenta come non mai l’economia sommersa, che aumenta di conseguenza il suo peso percentuale rispetto al pil, fotografando una nazione dove, appunto, circa un sesto della ricchezza sfugge alle statistiche ufficiali e, di conseguenza, anche all’erario. Nel 2008, secondo le stime dell’ Istat, il valore aggiunto prodotto nell’area del sommerso economico si è attestato tra un minimo di 255 e un massimo di 275 miliardi di euro, con un peso (in crescita per la prima volta in sette anni) tra il 16,3% e il 17,5%del pil. La …

"Un Paese immerso nella palude", di Michele Ainis

L’Italia che s’accinge a celebrare un secolo e mezzo di storia nazionale è diventata una palude, uno stagno d’acque limacciose nel quale siamo immersi fino al collo. Scorri le cronache che incalzano giorno dopo giorno, e t’accorgi che nessun ceto sociale, nessuna categoria professionale è fuori dalla melma. Ci trovi dentro il poliziotto e il giudice, l’imprenditore e il generale, il direttore della Asl così come il prefetto, il banchiere, il professore. E ovviamente il politico di turno, con le sue mani rapaci. Tutti affaccendati in faccende deplorevoli ma ben retribuite, e infatti il faccendiere ormai incarna il mestiere con la maggiore schiera di seguaci. Tu vedi che l’Italia è questa, ma sai pure che non è soltanto questa. All’università imperversano piccoli baroni (fateci caso: in genere sono anche bassi di statura), ma i più insegnano, studiano, scrivono, non passano tutto il proprio tempo a imbastire trame e organigrammi. Succede lo stesso negli ospedali, nei tribunali, negli studi professionali, nelle aziende. Succede tra le forze dell’ordine, al di là di qualche mela marcia. Proprio ieri …