attualità, politica italiana

La dichiarazione di voto di Franceschini sulle dimissioni del sottosegretario Caliendo

Dichiarazione di voto dell’On. Dario Franceschini
Signor Presidente, abbiamo letto molte spiegazioni sulla nostra scelta di presentare e calendarizzare la mozione concernente il sottosegretario Caliendo. Sono tutte letture di natura tattica, «dietrologica», per mettere in difficoltà maggioranza.
Noi crediamo che in politica vi sia ancora spazio per battaglie di valori. Noi crediamo che debbano esservi ancora battaglie parlamentari in cui vi sia modo di richiamare i principi di legalità e di trasparenza, per ricordare il ruolo che hanno le classi dirigenti di un Paese, che trasmettono, con i loro comportamenti e le loro parole, al Paese che guidano.
Nessun giustizialismo: la mozione in oggetto non è animata da questo; anzi, il sottosegretario Caliendo fa bene a difendersi, è un suo diritto. L’accertamento delle responsabilità penali sarà compito della magistratura, e non dal Parlamento. Anzi, è grave che, oggi, il Ministro della giustizia Alfano sia venuto qui ad esprimere un giudizio sulle indagini. Non si è mai visto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Noi facciamo – lo abbiamo fatto con le mozioni riguardanti Brancher e Cosentino – una battaglia per un Paese normale, per un Paese europeo: la politica non può attendere l’accertamento delle responsabilità penali. È possibile che non si dimetta subito un sottosegretario per la giustizia che ha partecipato ad una riunione per premere sulla Corte costituzionale sulla vicenda del cosiddetto lodo Alfano? È possibile che non si dimetta un sottosegretario per la giustizia indagato per associazione segreta? Leggete l’articolo 1 della «legge Anselmi»: si tratta di un’associazione in cui i soci svolgono attività dirette ad interferire sull’esercizio delle funzioni degli organi costituzionali o di amministrazioni pubbliche. È esattamente ciò che è successo.
In qualsiasi Paese normale, in un caso così, ci si dimette subito. Siamo faziosi? Siamo giustizialisti? Guardate cosa accade nei Paesi normali, dove vi sono Governi conservatori normali. In Inghilterra, si dimette un Ministro per alcuni rimborsi spese eccessivi. In Francia, si dimette un Ministro perché è accusato di aver fatto pagare l’affitto allo Stato.

Negli Stati Uniti: si dimette il Ministro della giustizia accusato di circonvenzione di incapace; in Spagna: si dimette il Ministro, richiesto dai Popolari perché è stato a caccia con il giudice Gárzon; in Israele: si dimette il Primo Ministro che dice: sono orgoglioso di un Paese che indaga i suoi Primi Ministri; in Francia: si dimettono due sottosegretari perché hanno comprato con soldi pubblici dei sigari; in Svezia: si dimettono due Ministri accusati di non aver pagato il canone della televisione. Questi sono i Paesi normali, questi sono i Governi conservatori dei Paesi normali (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Unione di Centro).
Voi avete demolito il senso di rigore e il rispetto dell’etica pubblica che un Paese e una classe dirigente devono avere. Questo è il sistema che sta uscendo allo scoperto, non importi quali cognome porti, che siano Brancher, Verdini, Scajola, Caliendo, Bertolaso, Carboni, Anemone, Lombardi, Balducci: ognuno di loro ha il diritto di difendersi.

AMEDEO LABOCCETTA. Cambia Paese!

DARIO FRANCESCHINI. Noi non abbiamo alcun titolo, neanche morale, per condannarli, ma quello che emerge è un sistema malato basato sulla confusione tra politica e affari (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori), basato sul senso di impunità e sul senso di onnipotenza: non esistono reati e non esistono processi per chi ha vinto le elezioni. E se i magistrati insistono: si cambiano le leggi e si cambiano i reati, e non più solo per il Presidente del Consiglio, adesso anche per tutti quelli che stanno vicino al Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

CARLO CICCIOLI. Ricordati di Tedesco!

DARIO FRANCESCHINI. Il rispetto delle regole e la legalità non dovrebbero avere nulla a che fare con lo scontro fra destra e sinistra, ma dovrebbero essere un patrimonio comune delle democrazie, questo è quello che ci chiede la gente.
Ministro Bossi, è questo che chiede la gente del nord, quella a cui per anni avete detto che venivate a Roma a combattere contro Roma ladrona, e adesso tacete, anzi, li difendete (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori – Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Cameron, Sarkozy, Angela Merkel, leader conservatori europei che non farebbero mai quello che avete fatto voi allo Stato di diritto. Quei conservatori non si scontrano con i progressisti sulle regole, sui magistrati, sulla Costituzione, ma si scontrano sulla politica, e le regole, i magistrati e le loro Costituzioni le difendono insieme ai loro avversari progressisti. E sanno, quei leader conservatori, che chi vince le elezioni ha l’onore di fare il servitore dello Stato, non il padrone dello Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Questo è il sistema di potere che sta crollando in questi mesi. E mi rivolgo al Presidente Berlusconi, che con il consueto garbo istituzionale, come al solito, segue questo dibattito in televisione, ed entrerà soltanto per ascoltare le parole rassicuranti del suo capogruppo, degli altri non ce la fa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Presidente Berlusconi, nel 1994, e per molti anni, sul palco eravate lei, Fini e Casini, si chieda perché su quel palco è rimasto da solo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Si chieda perché chi ha in mente un centrodestra normale, un centrodestra europeo, a un certo punto, per forza, deve rinunciare a lavorare con lei.
Si chieda, onorevole Berlusconi, che drammatica prova di debolezza, da fine corsa è non rispondere politicamente alle critiche, come fanno i veri leader, ma rispondere soltanto con l’arroganza del padrone che caccia chi disubbidisce, mostrando dei muscoli che non ha più (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Unione di Centro).
Il paradosso è che questi argomenti assorbono tutto il nostro tempo. Presidente Berlusconi, trovi un minuto per occuparsi dei problemi di quegli italiani che vi hanno votato, i quali vedono, invece, che la vostra agenda e tutte le vostre Pag. 156energie sono impegnate in altro, sin dall’inizio della legislatura: lodo Alfano, legittimo impedimento, processo breve, intercettazioni, tutte cose che riguardano voi e non il vostro popolo.
Il vostro popolo vi chiede dove sono finite quelle riforme promesse e tragicamente mancate, dove è finita la riforma del fisco con due aliquote, dove è finita la riforma della giustizia, quella degli ammortizzatori sociali, quella delle professioni, quella dell’articolo 41 della Costituzione, quella relativa al taglio dell’IRAP. Sono quei fallimenti che vi portano ad aver paura della gente. Avete paura di andare alla cerimonia del 2 agosto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Presidente Berlusconi, perché non torna a L’Aquila con quel seguito di telecamere compiacenti? Perché non torna adesso a L’Aquila? (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
L’astensione del nuovo gruppo Futuro e Libertà. Per L’Italia è un dato politico rilevantissimo. La maggioranza, di cui ha parlato l’onorevole Reguzzoni, uscita dalle elezioni non c’è più. C’è una maggioranza residuale che dovrà conquistarsi la sopravvivenza volta per volta, con le astensioni sui singoli emendamenti. Ne abbiamo avuto prova oggi nella parte nobile con l’intervento dell’onorevole Della Vedova e nella parte meno nobile con quanto avvenuto fuori dall’Aula. È iniziata la seconda parte della legislatura. Sarà tutta diversa. Non sappiamo quanto durerà ma, onorevole Berlusconi, non pensi di spaventare tutti minacciando le elezioni. Ridotti come siete, a brandelli, le perdereste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Si ricordi, Presidente Berlusconi, che lei può dare le dimissioni. Il Presidente del Consiglio può dare le dimissioni e il giorno in cui lei lo farà sarà il giorno della sua resa e della nostra vittoria. Ma un minuto dopo le sue dimissioni lei uscirà di scena e la parola passerà al Capo dello Stato e al Parlamento (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Noi, che sappiamo che sarebbe folle tornare a votare per la terza volta con questa legge elettorale, questa «porcata» come l’avete chiamata, faremo ogni battaglia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)…

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego!

DARIO FRANCESCHINI. Sono nervosi, signor Presidente, li lasci stare. Faremo ogni battaglia per tornare a votare con una legge diversa perché il nostro obiettivo è riconsegnare l’Italia ad un confronto normale e civile, con due schieramenti che conoscono la durezza dello scontro politico, ma che insieme sanno difendere le regole, il rigore e il rispetto della legge.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DARIO FRANCESCHINI. È una battaglia giusta e noi la faremo fino in fondo (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori – Congratulazioni – Dai banchi dei deputati del gruppo Italia dei Valori si grida: Elezioni, elezioni!).