Giorno: 18 Agosto 2010

"Cnr, dopo anni di lavoro e ricerca c’è solo il precariato. Per statuto", di Luciana Cimino

Il capitale della conoscenza senza un futuro. Precari per tutta la vita. Succede al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) dopo l’approvazione del nuovo statuto che riguarda il destino professionale di quasi 4mila ricercatori. Dopo anni di apprendistato e contributi di sapere dati al principale organismo di ricerca pubblico nazionale e al Paese, una moltitudine di figure professionali che ruota intorno alla scienza italiana si ritrova alla porta senza alcuna possibilità di un contratto a tempo indeterminato. Il contestatissimo articolo 4 del nuovo statuto prevede che i vari contratti non standard (leggi precari) non possano superare in nessun caso i 10 anni nelle loro svariate forme: assegno di ricerca, borsa di studio, co.co.co. «Dopo sei fuori dall’ente, anche se sei un ricercatore valido e non di rado eccellente», spiega Mariangela Spera, ricercatrice precaria all’Istc (Scienze e tecnologie della cognizione). E dire che dopo le proteste delle settimane scorse di ricercatori e sindacati, la norma è stata modificata e gli anni di precariato sono passati da 6 a 10. Altro cambiamento ottenuto con la mobilitazione, il conteggio …

"Ceccio Da Chiarimonti. L'eterno provocatore", di Gian Antonio Stella

Ceccio da Chiaramonti l`eterno provocatore di GIAN ANTONIO STELLA e la diamo vinta, basta che «T 1 stai zitto», titolò a un certo punto Cuore, dopo la milionesima puntata del tormentone esternatorio. Ora che se n`è andato, però, saranno probabilmente in tanti a sentire; in certi momenti di passaggio, la mancanza della voce di «Ceccio da Chiaramonti», come Francesco Cossiga con vezzo autoironico si era ribattezzato rivendicando l`amata «sarditudine». La voce più imprevedibile della politica italiana. La più corrosiva. La più irridente. «È come il tempo nel Maine: prima o poi cambia», lo immortalò un dì Arturo Parisi, che lo conosceva da quando faceva il chierichetto in quella chiesa sassarese di San Giuseppe che ha avuto tra i parrocchiani Antonio Segni e suo figlio Mario più il giovane Cossiga più tutti i suoi cugini Berlinguer (da Enrico a Giovanni, da Sergio a Luigi) più Luigi Manconi. E la sua svolta, da presidente-notaio ossequioso delle liturgie a pirotecnico picconatore del mondo che lo aveva eletto a larghissima maggioranza («i partiti si erano illusi di aver spedito …

"Materne. Duemila bimbi fuori. Bianchi: «Pronti a cercare soluzioni»", di Alice Loreti

Alice Loreti Dopo gli allarmi lanciati nelle scorse settimane, da ieri c’è una piccola luce in fondo al tunnel della scuola. Per elementari, medie e superiori la situazione resta da bollino rosso, con una ripresa ormai alle porte che sarà tutt’altro che facile e i sindacati pronti ad andare in tribunale. Carenza di organici, precariato (l’80% delle cattedre vacanti resteranno in mano ai supplenti) e classi numerose saranno infatti le parole d’ordine al suono della prossima campanella. Ma per garantire la qualità delle scuole dell’infanzia emiliano-romagnole, quelle su cui il ministro non è voluto intervenire perché non rientrano nel percorso scolastico obbligatorio, la Regione ha deciso di rimboccarsi le maniche. Un impegno che Cgil, Cisl e Snals, hanno accolto positivamente al termine di un incontro con Patrizio Bianchi, assessore regionale alla Scuola e con la collega alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi. Viale Aldo Moro ha dunque deciso di intervenire su uno dei fiori all’occhiello del sistema scolastico, «finanziando progetti in grado di mantenere il livello qualitativo che caratterizza le nostre materne» spiega Raffaella Morsia, segretario …

"I difensori della Democrazia", di Curzio Maltese

E’ stato molto di moda in questi anni, fra gli strilloni della seconda repubblica, politica, criticare l´operato del Quirinale, chiunque ne fosse l´inquilino. Ma forse se abbiamo ancora una democrazia e non un regime in Italia, il merito è stato soprattutto di Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e ora Giorgio Napolitano. Tre uomini profondamente diversi per formazione, psicologia e percorsi di vita. Il democristiano Scalfaro, uno dei padri costituenti, cattolico intransigente, era stato fra i leader di un partito per mezzo secolo al governo. Ciampi, gran laico, azionista di formazione, economista, era tornato alla politica dopo la lunga carriera ai vertici della Banca d´Italia. Giorgio Napolitano, altro politico puro, ma figlio della tradizione comunista e con alle spalle un´intera vita trascorsa a fare l´opposizione. Ma tutti e tre legati a un principio comune di assoluta fedeltà alla Costituzione, frutto proprio dell´incrocio di quelle tre culture, la cattolica, l´azionista e la social comunista. Tutti alle prese con un compito storico difficile. Quello di salvare gli assetti democratici dalle spinte eversive che hanno attraversato l´intero cammino …

"Un personaggio pirandelliano", di Eugenio Scalfari

Se si eccettuano Ciampi e Andreotti, non ci sono stati altri in Italia che abbiano avuto un “cursus honorum” così altisonante come quello di Francesco Cossiga: fu sottosegretario alla Difesa con delega sui Servizi, ministro dell’Interno, presidente del Consiglio, presidente del Senato, presidente della Repubblica. Durante questo lungo percorso militò nella Dc e in particolare nella sinistra di quel partito. Ci furono varie sinistre democristiane: quella di Gronchi, quella di Fanfani, quella di Moro, di Tambroni, di Marcora, di De Mita, ed ebbero diversi destini e diversa dignità. Cossiga militò in una sinistra che aveva lui soltanto come aderente. Una sinistra estremamente mobile e capricciosa, capace di spostarsi su tutto il ventaglio della politica italiana ma con alcuni punti di riferimento fermissimi: i servizi di sicurezza, l’arma dei Carabinieri, l’arma della Marina, gli Stati Uniti d’America e la Corona britannica. Per quest’ultima nutriva una sorta di culto. Anche la massoneria, ma non per adesione ma perché segreta, almeno di nome e di tradizione. Tutto ciò che era segreto lo affascinava, comprese le tecnologie che maneggiava …

"Cossiga, l'uomo che si inventò quattro vite diverse", di Mario Calabresi

Francesco Cossiga si è spento in giorni che gli sarebbero stati congeniali, giorni in cui il Parlamento è tornato al centro dell’attenzione, in cui le manovre politiche abbondano, in cui deputati e senatori si spostano e si contano, giorni in cui si creano nuove fedeltà e si costruiscono alleanze inedite. Giorni in cui si sarebbe appassionato a far emergere contraddizioni, a presentare interrogazioni parlamentari urgenti, a dare interviste pepate e ad alzare il dito citando precedenti e consuetudini a un mondo politico che sembra sempre più ignorare le regole del gioco. Ma questi giorni sono arrivati troppo tardi. Francesco Cossiga non era capace di stare fermo e gli ultimi due anni per uno come lui erano stati privi di ossigeno, con un Parlamento completamente esautorato dal governo e dai voti di fiducia e con un’informazione totalmente concentrata sul presidente del Consiglio. Due anni in cui il Presidente emerito della Repubblica – una carica inventata e fortemente voluta da lui, che ne aveva perfino stabilito diritti, simboli e riti – aveva trovato sempre meno spazio per …