Giorno: 8 Agosto 2010

"Lo scienziato prestato alla politica", di Gabriele Pedullà

Per uscire da una crisi grave come quella che da tre anni attanaglia le economie occidentali occorrono i consigli di un vero specialista: e, quanto a crisi, nessun pensatore politico italiano – nemmeno Benedetto Croce o Antonio Gramsci, che sperimentarono sulla propria pelle l’avvento del fascismo – merita tale definizione quanto Niccolò Machiavelli. A fare fede, qui, è innanzitutto la sua biografia. Machiavelli aveva venticinque anni quando le truppe del re di Francia Carlo VIII varcarono le Alpi, facendo saltare il sistema di equilibrio a cinque su cui da tempo si reggeva la penisola (Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli), ma soprattutto dando inizio a una cruenta stagione di guerre che, con pochissime pause, si sarebbe prolungata almeno fino al 1530: quando il fiorentino era già morto da tre anni. Quel 1494 fu vissuto dagli italiani come una data spartiacque, perché il rapido ed effimero successo di Carlo VIII dimostrò a tutti in maniera incontrovertibile come, diviso, il paese più ricco e più avanzato culturalmente d’Europa fosse incapace di resistere alle incursioni dei vicini. Così, …

Prime crepe nei respingimenti in mare "Ma l´ordine è: nascondete Lampedusa", di Alessandra Ziniti

Su quel meraviglioso “scoglio” che è il disabitato isolotto di Lampione, un chilometro quadrato di terra a diciassette miglia da Lampedusa, non ne erano mai approdati. Ma la notte del 13 luglio dei pescatori hanno notato sette uomini che si sbracciavano e hanno mandato la Guardia costiera a recuperare quel manipolo di disperati abbandonati sul primo pezzo di Italia che si offre a chi riesce ad attraversare il Canale di Sicilia. Arrivano, continuano ad arrivare. Nonostante il “muro” invisibile dei respingimenti in mare, dei quali non viene data più notizia perché questi sono gli ordini. Le “carrette” continuano ad attraversare il Canale, a trasportare le centinaia di migliaia di clandestini che aspettano il loro turno chiusi nei capannoni delle spiagge della Libia. Nell´ultimo mese almeno in 350 sono riusciti a sbarcare eludendo i controlli delle motovedette. I mercanti di uomini cercano approdi alternativi a Lampedusa presa d´assalto fino all´anno scorso, fino a quell´accordo con la Libia che, secondo il Viminale, ha stroncato i flussi di immigrazione clandestina verso le coste siciliane. Ma cosa diversa raccontano …

"In Europa crescono disuguaglianza e ingiustizia sociale", di di Thorbjørn Jagland

Strasburgo – Non è ancora un anno che sono alla guida del Consiglio d’Europa e sono già molto angosciato per il trend negativo dei diritti umani che percepisco in molti dei 47 paesi che aderiscono alla nostra istituzione, la più antica del continente, preposta alla tutela dei diritti fondamentali dell’uomo. Vedo all’orizzonte spettri di cinismo, discriminazione, egoismo, mancanza di sensibilità e umanità. Purtroppo l’Europa sta cambiando, soprattutto nei confronti dei più deboli, dei poveri, degli emarginati, dei diversi. Disuguaglianza e ingiustizia sociale sono ormai tristi realtà molto diffuse. Purtroppo la crisi in atto ha accentuato il divario tra le classi sociali. Talvolta i problemi economici globali sono addirittura una scusa per calpestare i diritti umani e prevaricare chi è già infelice, indipendentemente dalla crisi. Basta pensare che in Europa 150 milioni di persone su 800 – è l’allarme recentemente lanciato dal Commissario per i diritti umani Thomas Hammarberg – vivono al di sotto della soglia della povertà. Significa che il 20% dei cittadini europei hanno seri problemi di sopravvivenza. Per costoro, quindi, non c’è democrazia …

"Il bastone di Bossi deciderà la partita", di Eugenio Scalfari

Chi pensava con timore oppure con gioia che l´espulsione di Fini e dei finiani fosse l´inizio della fine del berlusconismo e ne aveva avuto conferma dal voto della Camera di mercoledì scorso che aveva trasformato la maggioranza in minoranza, dovrà invece ricredersi? Dopo l´ira per la sconfitta subita il Capo dei capi dalle cento vite sembra infatti aver riacquistato lucidità e starebbe mettendo a punto una duplice strategia, un programma di governo su quattro punti concreti sui quali chiedere la fiducia di Fini e perfino di Casini, oppure elezioni a marzo per cogliere l´opposizione impreparata e spazzarla via, Fini e Casini compresi. I quattro punti rappresentano un ponte per raccogliere intorno a sé tutti i moderati, una sorta di Berlusconi-bis con annesso rimpasto ministeriale e si articolano su altrettante riforme: Fisco, Federalismo, Giustizia, Mezzogiorno. Gli scrivani incaricati di metterle in carta sono Tremonti, Calderoli, Alfano, Fitto. Poi il vaglio dei finiani ed eventualmente di Casini. Infine il voto. Un patto di legislatura. E perfino (perfino) un´apertura verso i riformisti del Pd, quelli veri, identificati con …

"La sinistra tiene il passo di Fini", di Barbara Spinelli

Alla fine, la rottura fra il presidente del Consiglio e il presidente della Camera è avvenuta sull’elemento che più caratterizza il regime autoritario di Berlusconi: il rapporto del leader con la legalità, quindi con l’etica pubblica. È ormai più di un decennio che il tema era divenuto quasi tabù, affrontato da pochi custodi della democrazia e della separazione dei poteri. Agli italiani la legalità non interessa, ci si ostinava a dire, né interessano la giustizia violata, la corruzione più perniciosa che è quella dei magistrati, l’obbligo di obbedienza alle leggi, il patto tra cittadini che fonda tale obbedienza. Anche per la sinistra, nostalgica spesso di una democrazia sostanziale più che legale, tutti questi temi sono stati per lungo tempo sovrastruttura, così come sovrastruttura era il senso dello Stato e della sua autonomia. Fini ha ignorato vecchie culture e nuovo spirito dei tempi e ha guardato più lontano. Ha intuito che uscire dalla crisi economica significa, ovunque nel mondo, uscita dal malgoverno, dai costi enormi della corruzione, dall’imbarbarimento del senso dello Stato. Ha visto che il …

Premiata Ditta "Bastoni & carote", di Pippo Frisone

La premiata Ditta “Bastoni & carote”, vale a dire il trio Tremonti, Brunetta e Gelmini prova ora a dare qualche contentino al personale della scuola. Prima sono arrivate le bastonate di Brunetta sulla malattia e sui fannulloni, sui contratti e sul disciplinare, poi quelle sul blocco dei contratti, sulle pensioni e sugli organici di Tremonti e a far da cornice o meglio a far cassa, le finte riforme della Gelmini. Adesso, tra una promessa e l’altra, per far ingoiare la medicina più amara che la scuola ricordi con il taglio di135mila posti entro il 2012, arriva quella palliativa-agrodolce. Sembra certa la restituzione degli scatti di anzianità, congelati dalla manovra finanziaria e alla cui copertura provvederà l’ormai famoso 30% dei risparmi sugli organici, destinati all’origine a premiare il merito nella scuola. Dei 23mila posti per le assunzioni in ruolo chiesti al Tesoro, la Gelmini ne porta a casa solo la metà. Per l’esattezza sono 170 posti per i Dirigenti Scolastici, 6.500 per il personale ATA e 10.000 per il personale docente. La maggior parte di questi …

"CNR, ben 4000 i ricercatori a rischio", di Luciana Cimino

Quattromila ricercatori a rischio. Tanti potrebbero essere infatti i precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che rischiano di rimanere senza posto dopo anni di apprendistato e contributi di conoscenza dati all’ente, se passasse una delle norme contenute nel nuovo statuto in corso di approvazione. La contestatissima norma, che vede sul piede di guerra tutti i ricercatori del CNR e i sindacati di categoria uniti, prevede che le condizioni dei contratti di precariato non possano superare in nessun caso i 6 anni (nelle loro svariate forme: da assegno di ricerca, a borsa di studio a co.co.co). «Dopo fuori dall’ente, anche se sei un ricercatore valido, e non di rado eccellente, non c’è nessun futuro», spiega Mariangela Spera, ricercatrice precaria all’IStc (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione). «Una norma miope e assurda», per Rosa Ruscitti della FLC –CGIL che ricorda come «il CNR faccia alta formazione, mentre in Italia non c’è ricerca privata, cosa faranno questi ragazzi dopo?». Ma non è solo questa la norma contestata nella bozza di statuto che sarà approvata lunedì dal …