"Lo scienziato prestato alla politica", di Gabriele Pedullà
Per uscire da una crisi grave come quella che da tre anni attanaglia le economie occidentali occorrono i consigli di un vero specialista: e, quanto a crisi, nessun pensatore politico italiano – nemmeno Benedetto Croce o Antonio Gramsci, che sperimentarono sulla propria pelle l’avvento del fascismo – merita tale definizione quanto Niccolò Machiavelli. A fare fede, qui, è innanzitutto la sua biografia. Machiavelli aveva venticinque anni quando le truppe del re di Francia Carlo VIII varcarono le Alpi, facendo saltare il sistema di equilibrio a cinque su cui da tempo si reggeva la penisola (Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli), ma soprattutto dando inizio a una cruenta stagione di guerre che, con pochissime pause, si sarebbe prolungata almeno fino al 1530: quando il fiorentino era già morto da tre anni. Quel 1494 fu vissuto dagli italiani come una data spartiacque, perché il rapido ed effimero successo di Carlo VIII dimostrò a tutti in maniera incontrovertibile come, diviso, il paese più ricco e più avanzato culturalmente d’Europa fosse incapace di resistere alle incursioni dei vicini. Così, …