cultura, politica italiana

"Pronta l'offensiva mediatica di Berlusconi", di Natalia Lombardo

Sventato l’incubo estivo di ritrovarsi nei talk show un qualche «futurista» poco marinettiano e molto finiano, se non la cravatta rosa del presidente della Camera in persona, Silvio Berlusconi rafforza le armi mediatiche per annullare tutti, chiama a Palazzo le truppe per schierarle su vari fronti. Ha anticipato la campagna d’autunno in tv, nella speranza che coincida con le elezioni, di fatto eliminando la par condicio prima ancora di farlo in Parlamento, con il progetto allo studio di Paolo Romani il «non ministro» alle Comunicazioni.

Dottor Jekyll e Mister Hyde. Il cavaliere in bilico sta già usando armi «tradizionali» per annientare Gianfranco Fini e i suoi. Con i giornali di sua proprietà o da lui influenzati, come dimostra il killeraggio a pioggia esercitato da Il Giornale e da Libero a colpi di dossier preparati e tirati fuori al momento giusto dai cassetti, quel «giornalismo alla Pecorelli» dice Giulietti di Articolo21, che affonda nella vita personale; il fuoco è a raggiera sulle persone più vicine a chi ha sgraffiato la corona: Menia, Granata e Flavia Perina. Fendenti anche nella Rete, da Facebook al sito «ForzaSilvio» a «Predellino».

Ma Berlusconi è ossessionato dalla guerra in tv. Minzolini ha già collocati i finiani all’opposizione, forte anche degli approfondimenti estivi che il direttore generale Rai, Mauro Masi, è riuscito a limitare ai tg.

Ieri sera lo speciale Tv7 e il domenicale, condotti da Monica Maggioni. L’ordine, già divulgato dal pasdaran Stracquadanio è: «Fini e i suoi non vanno presentati in video come Pdl, ma come quota del 3%». Consultati a Palazzo Grazioli i fidati uomini Rai con la valigia in mano. Da notare come Fini, un tempo forte a Viale Mazzini con persone in posti di peso, abbia perso appeal, e questi abbiano virato verso Berlusconi via Gasparri: dal silente Mauro Mazza, direttore di RaiUno nato con i missini «ragazzi del Secolo», al consigliere Gugliemo Rositani, che nel tentativo di dare un colpo al cerchio (far passare la fiction di Barbareschi) pare ne dia di più forti alla botte berlusconiana.

Ma nel dosaggio in tv deve perdere quota anche Bossi, per timore che la Lega faccia man bassa di voti al Nord. Motivo per cui il Carroccio tornerà alla carica nel Cda del 15 settembre per fare fuori Corradino Mineo da RaiNews e piazzare Ferraro, di Sky. I leghisti hanno visibilità certa, se pur di notte, con L’Ultima Parola di Paragone.

I programmi per famiglie. Ma dicono che Berlusconi punti a invaderli, essere «testimonial» di se stesso per mostrare il volto truccato da buon padre di famiglia che pensa al Paese, cancellare l’immagine cattiva del dottor Hyde con quella rassicurante del dotto Jekyll: invadere suadente nelle cucine degli italiani a colazione con Unomattina a Domenica In (senza Baudo) sulla Rai, farsi vedere nei salotti a Buona Domenica su Mediaset dove gioca in casa. Nelle sue reti il premier non ha nomi forti per i talk show, a parte Belpietro; Matrix con Vinci non segna colpi. In Rai l’obiettivo numero uno, per Silvio, è eliminare Santoro. Masi ha fallito, giovedì 23 settembre Santoro torna e con Annozero.

La mission «Epurare Michele» fallita anche da Massimo Liofredi, direttore di RaiDue da mesi dato in uscita, il 15 settembre dovrebbe essere affidata a Susanna Petruni, vicedirettore del Tg1 vicinissima a Bonaiuti, alla quale il cavaliere donò la farfallina che lei esibì al collo conducendo il tiggì. Dopo tanti rinvii, a Susanna potrebbe essere affidato un talk show su RaiDue: un’anti-Santoro donna, colmando il vuoto del contenitore levato a Monica Setta il giovedì sera (Peccati) o quello del pomeridiano I Fatti del giorno. I palinsesti Rai sono stati definiti fino al 31 dicembre: non ci sono nomi nuovi, il programma di Maurizio Belpietro è caduto nel nulla. Il pezzo forte resta Bruno Vespa (anche se in calo di ascolti) che ha già mostrato un distacco da Fini non invitandolo alla famosa cena in terrazza.

Il premier combatterà la controffensiva di RaiTre: Floris e Gabanelli, Annunziata e Iacona, Fazio (con Saviano), Serena Dandini e la satira di Gene Gnocchi. A Masi, che si è visto tornare pure Paolo Ruffini, il compito di mettere i bastoni fra le ruote a programmi «contro» e che godono di ottimi ascolti.

In tempi di schieramenti tra Pidiellini e Futuristi, La7 è destinata ad essere terzo polo mediatico, in crescita di ascolti sul traino di Enrico Mentana. Il quale vuole mostrarsi giornalista ed imparziale, bisogna vedere cosa accadrà quando «il gioco si farà duro». Qui c’è un drappello dei conduttori di peso, come Gad Lerner, e anche la coppia Telese-Costamagna che si punzecchia In Onda ha shakerato la conduzione di Lilli Gruber a Otto e mezzo. Il Ferrara televisivo sembra «in sonno» (ma si ventilava un ritorno in Rai); Daria Bignardi ha lasciato RaiDue dopo che «hanno mandato in onda Topolino e spostato me a notte fonda» per aver ospitato Morgan.

L’Unità 07.08.10

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