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"Norma pro Mondadori, schiaffo agli onesti", di Annalisa Cuzzocrea

Opposizioni all´attacco del governo: ormai è un esecutivo ad personam

Il Pd: Tremonti renda noto l´elenco delle aziende che hanno avuto lo stesso beneficio

ROMA – Uno schiaffo in faccia agli italiani onesti, una gestione privata del sistema tributario, l´ennesima norma “ad aziendam”, in due parole: un delitto perfetto. Sono i giudizi dell´opposizione sul decreto legge che ha fatto risparmiare a Mediaset centinaia di milioni di euro e la cui genesi è stata ricostruita ieri da Repubblica. La società di proprietà di Silvio Berlusconi potrà infatti chiudere una controversia col fisco iniziata nel 1991 pagando 8,6 invece che 350 milioni di euro. E potrà farlo grazie a un decreto approvato dal governo il 25 marzo e convertito in legge dal Parlamento il 22 maggio. «I favori fiscali di cui ha beneficiato Mondadori grazie alle norme ad hoc approvate dal governo – dice Filippo Penati – sono un atto gravissimo, una vera e propria alterazione delle regole di mercato. Uno schiaffo in faccia agli italiani onesti». «Secondo Bossi, Berlusconi e Tremonti – spiega il capo della segreteria del Pd – il 5% è quanto devono pagare i grandi evasori nel nostro Paese. Peccato che gli italiani in regola con il fisco paghino oltre il 43%». E continua: «Si fanno favori fiscali a Mondadori, mentre con la finanziaria si tagliano i soldi agli enti locali obbligandoli ad aumentare le tasse ai cittadini per garantire i servizi minimi essenziali».
Ancora dal Pd, il responsabile giustizia Francesco Boccia chiede che il ministro dell´Economia Giulio Tremonti riferisca in Parlamento: «Tremonti renda noto l´elenco delle aziende che hanno beneficiato, oltre alla Mondadori, dell´articolo 3 del decreto incentivi. Insomma venga a smentire, se può, che si tratti di un condono “privato” per l´azienda della famiglia Berlusconi. E si prenda la responsabilità di spiegare questa gestione privata del nostro sistema tributario agli italiani». «Le leggi dello Stato vengono ancora una volta piegate a vantaggio del premier e delle sue imprese», dice la capogruppo giustizia del Pd alla Camera Donatella Ferranti. Mentre il presidente vicario dei deputati dell´Italia dei Valori, Antonio Borghesi, definisce il decreto: «Un delitto perfetto». Ancora più duro, Antonio Di Pietro risponde al telefono dal suo buen retiro di Montenero di Bisaccia e sbotta: «L´editoriale di Repubblica non l´ho solo visto, l´ho ritagliato e lo stiamo facendo girare in rete. Bisogna organizzare una campagna porta a porta per smontare la disinformazione berlusconiana». «In questi giorni – dice il leader dell´Italia dei Valori – sono tutti intenti a seguire le vicende dei Tulliani: per guardare allo stuzzicadenti l´opinione pubblica non è portata a riflettere sulla trave, che è il conflitto di interessi di Silvio Berlusconi». «Il premier – spiega Di Pietro – sta usando le leggi dello Stato e l´attività del governo per evitare la galera, che è quel che meriterebbe, per risolvere i problemi dei suoi amici e per aiutare le sue imprese. Insomma, sta attuando il “piano rinascita” della P2: andare al potere per gestire gli affari propri». Secondo l´ex pm Berlusconi: «E´ un buon seguace del fascismo e del piduismo, per questo – conclude – io dico che bisogna mandarlo a casa al più presto. Non si possono fuggire le elezioni perché c´è il rischio che le vinca e contemporaneamente tenerlo lì. Più sta, più danni fa». Infine, reagiscono i Verdi con il presidente Angelo Bonelli che dice: «Mentre la crisi mette in ginocchio le famiglie italiane è davvero sconcertante che ci siano stati favori fiscali alla Mondadori. Si tratta di una vergogna senza limiti che in qualsiasi altro paese europeo o occidentale si tradurrebbe con le immediate dimissioni del governo».

La Repubblica del 20 agosto 2010