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"I 15 mila prof licenziati", di Flavia Amabile

Saranno almeno 15-20 mila i prof e maestri non di ruolo che non si vedranno riconfermare la supplenza annuale o fino al temrine delle lezioni, spiega la rivista «Tuttoscuola» in uno studio sui tagli voluti dal governo. L’ultima speranza per questi precari è recuperare almeno le supplenze brevi, quelle che i dirigenti scolastici assegnano per malattie o aspettative dei prof di ruolo, oppure nelle indennità o nei contratti di disponibilità previsti dal decreto salva-precari.

L’allarme è scattato agli inizi di agosto, quando il ministero dell’Istruzione – in ritardo rispetto ai tempi usuali – ha reso noti i dati sulle assunzioni previste per il prossimo anno. E’ stato allora che la realtà si è presentata in tutta la sua cruda drammaticità per i precari, in particolare per quelli del sud: assunzioni azzerate nella scuola primaria (in tutta la Campania, la Puglia, la Sicilia ed in 27 province non se ne effettuerà neanche una) e minime nella secondaria: a Napoli saranno solo 44 i docenti precari a firmare il contratto per il ruolo. A Milano 46, a Firenze 27 e a Torino 25. Nella capitale appena 69. Meglio, comunque che in altri capoluoghi di provincia: a Genova e Venezia 10, a Bologna 9, a Perugia e Catania 8, a Palermo 6, a Parma e Cagliari 2, a Trieste solo 1.

Hanno subito protestato gli uffici scolastici perché i tagli effettivi sono anche superori a quelli previsti che già apparivano esagerati. Lo sostiene il Cosa Scuola Piemonte che parla di 455 cattedre in meno negli istituti superiori (rispetto a un’ipotesi di 142), 124 nelle elementari, 20 nelle medie. Ma in difficoltà ha ammesso di essere anche il responsabile dell’ufficio della provincia di Firenze, Claudio Bacaloni, predisposto «per tempo il quadro delle disponibilità di posti (presunti) per il personale da sistemare», ma il tentativo di semplificare il lavoro «quest’anno è stato frustrato, proprio il 5 agosto, dalla disarmante comunicazione per cui alla nostra provincia (ma non solo ad essa, peraltro) viene assegnato un numero di posti più basso di quello attribuito con l’organico di diritto».

E hanno protestato i precari, e la loro agitazione è destinata ad allargarsi: dalla Sicilia arriverà a Roma domani e coinvolgerà tutte le regioni italiane. «Siamo solo all’inizio – avverte Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil – sarà un autunno caldo, e non potrebbe essere diversamente: un esercito di persone è senza lavoro e il ministro ha un atteggiamento di disinteresse». Alla Cisl ieri pomeriggio era in corso una riunione tecnica proprio per elaborare le cifre dei posti cancellati. «Quella dei precari è una protesta non solo comprensibile ma del tutto legittima. Secondo i nostri calcoli più recenti – spiega il segretario generale, Francesco Scrima – quasi 300 mila persone si troveranno senza le supplenze annuali e avranno soltanto le supplenze brevi in cui sperare. E’ una mortificazione della dignità personale di queste persone del tutto inaccettabile».

La Stampa 26.08.10

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“I precari sul piede di guerra. 15-20 mila perderanno il lavoro”, di SALVO INTRAVAIA

Sarà un autunno caldo per la scuola. Le proteste si moltiplicano e si estendono in tutta Italia. Da venerdì prossimo due precari faranno lo sciopero della fame a Roma, in piazza Montecitorio. I tagli agli organici stanno mettendo in ginocchio migliaia di famiglie, soprattutto al Sud. Ma non solo: gli alunni disabili avranno a disposizione meno ore di sostegno e le classi saranno ancora più affollate. Una situazione che rischia di scoppiare proprio con l’avvio dell’anno scolastico e con l’apertura delle scuole. La prima protesta è scoppiata dopo Ferragosto a Palermo. Ma è certo che nei prossimi giorni seguiranno altre manifestazioni.

Dal 17 agosto, nel capoluogo siciliano, tre precari (un docente, un assistente amministrativo e un collaboratore scolastico) sono al nono giorno di sciopero della fame 1 e “non hanno nessuna intenzione di mollare”. Salvo Altadonna, Giacomo Russo e Pietro Di Grusa, tutti e tre sposati e con famiglia a carico, a settembre rimarranno senza lavoro e hanno deciso di digiunare a tempo indeterminato. Di Grusa, 50 anni, ha anche sospeso le medicine per la cardiopatia da cui è affetto e domenica scorsa è finito in ospedale. Ma il giorno dopo, contro il parere dei medici, è tornato a digiunare. “Senza lavoro sono comunque un uomo morto”, dichiara. Da tutte le regioni italiane, ai tre temerari palermitani, sono arrivate attestazioni di solidarietà.

Il numero dei precari della scuola che, anche dopo un decennio, dovranno dire addio all’incarico e allo stipendio non è ancora noto con precisione, ma si parla di 15/20 mila unità in meno rispetto allo scorso anno. Ieri mattina a Caltanissetta è stata occupata la sede dell’Ufficio scolastico provinciale (l’ex provveditorato agli studi). Insegnanti e personale Ata precario intendono proseguire la protesta a tempo indeterminato. In tre anni, nella sola provincia nissena, sono spariti più di mille posti. Per Paolo Ferrero (Prc) “l’indifferenza di fronte allo sciopero della fame dei precari della scuola a Palermo è il segno che la politica italiana è afflitta da un cinismo, indegno di un Paese civile”.

Intanto, dopodomani nella Capitale si riunirà l’Osservatorio permanente dei Coordinamenti precari scuola. Dopo un incontro con i sindacati i supplenti romani intendono chiedere un aumento dei posti assegnati dal ministero e, in caso contrario, si dichiarano “pronti a rioccupare via Pianciani”, la sede del provveditorato agli studi di Roma. Nelle scuole della provincia, spiegano i precari, per tagliare più posti possibile, le classi sono state riempite a dismisura. In parecchi casi si sfiorano i 30 alunni. Un trend che ormai prosegue da alcuni anni. Negli ultimi due, la popolazione scolastica è cresciuta di 50 mila alunni, ma le classi sono in calo di 6 mila unità. E per il prossimo anno si prevede un ulteriore incremento di alunni e ancora un taglio delle classi.

Alla protesta di chi ha perso il lavoro potrebbe presto aggiungersi quella dei genitori dei bambini disabili. Dalle prime stime, il loro numero è in crescita rispetto a 12 mesi fa, ma l’organico predisposto dal ministero prevede lo stesso numero di cattedre dell’anno scorso: 90.469 posti. Questo significa che ogni alunno avrà meno ore di sostegno. Per rendere difficile l’avvio dell’anno scolastico basterà poco quest’anno. Per effetto dell’entrata in vigore della riforma delle superiori, che ha richiesto uno slittamento delle iscrizioni, tutte le operazioni di nomina del personale di ruolo e dei precari sono in enorme ritardo rispetto al passato.

Nelle grandi città la nomina dei supplenti slitterà a settembre e certamente migliaia di precari non potranno partecipare alla riunione del primo settembre, dove si stabiliscono tutti i passaggi e i criteri per affrontare l’anno scolastico. E col suono della prima campanella dal 13 settembre in dieci regioni italiane, con tutta probabilità buona parte dei 120 mila supplenti in attesa di un incarico a tempo determinato non potrà neppure essere in classe. A Roma, tanto per fare un esempio, fino al 31 agosto si nomineranno i nuovi assunti. Il calendario delle nomine a tempo determinato verrà affisso, scrive il dirigente Giuseppe Minichiello, dopo il 2 settembre. E sarà piuttosto difficile nominare in poco più di una settimana almeno 8 mila supplenti e oltre 5 mila precari Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari).

La Repubblica 26.08.10