Giorno: 5 Aprile 2011

"Precari, partita doppia del governo", di Alessandra Ricciardi

Ministero dell’istruzione ed Economia alla ricerca frenetica di una via di fuga dal contenzioso. Respingere l’ondata dei ricorsi, evitando di dover mettere mano al portafogli, e al tempo stesso dare una risposta se non definitiva di certo di svolta sul fronte del reclutamento. Per farlo, ministero dell’istruzione ed Economia stanno lavorando febbrilmente in queste ore a un piano precari così strutturato: da un lato una modifica normativa (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di giovedì scorso) che depotenzi il contenzioso intentato dai supplenti per ottenere risarcimenti o addirittura l’assunzione in pianta stabile; dall’altro, un decreto pluriennale di assunzioni sui posti liberi e disponibili sia dei docenti che degli Ata. Una doppia partita che deve concludersi in tempi brevi non solo per questioni giudiziarie (sta partendo la class action dei precari contro il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini) ma anche burocratiche (le eventuali assunzioni per il prossimo anno vanno fatte entro luglio). E poi soprattutto congiunturali. Già, perché sull’intero pacchetto gravano gli spettri di un’economia ancora in affanno e di conti pubblici da tenere sempre, rigorosamente sotto …

"Politica industriale non pervenuta", di Fabrizio Onida

In mezzo alle fibrillazioni giornalistiche sulla “difesa dei settori strategici” (latte e succhi di frutta?) dal conquistatore straniero, l’intervista di Emma Marcegaglia sul Sole 24 Ore del 1° aprile sollecita un salutare ripensamento sulla politica industriale, annunciando un’assise nazionale il prossimo 7 maggio a Bergamo. Pur ricordando che «la vera politica industriale la fanno le politiche strutturali su fisco, burocrazia, liberalizzazioni» e che «anche il concetto di settore è superato», non manca di aggiungere che «la logica corretta è quella di Industria 2015: si identificano alcuni settori a grande impatto per la crescita su cui investire per creare nuovi progetti, piattaforme di ricerca». Peccato che, mentre le riforme di fisco-burocrazia-liberalizzazioni non sembrano appartenere al cuore pulsante dell’attività parlamentare, il timido investimento lentamente varato anni fa sui cinque progetti-filiera di Industria 2015 sia ormai uscito dalle priorità del Governo, depotenziato nel finanziamento pluriennale e mutilato di uno dei progetti più promettenti per le potenzialità del Paese (Scienze della vita). Forse la cosa non dispiacerà a quei colleghi accademici che continuano ad aborrire anche la sola espressione …

"Pd, partito di lotta e di parlamento", di Mariantonietta Colimberti

Settimana di super-attivismo per il partito di Bersani: alla camera e con le manifestazioni (oggi al Pantheon) Nonostante i minacciosi propositi di Angelino Alfano, ad andare in piazza oggi sarà il Pd, insieme a buona parte dell’opposizione e a tanta società civile e movimenti. Il «ministro impastato di arroganza e servilismo», che «tradisce il suo mestiere e ha uno stile sartoriale perché adatta sempre i suoi provvedimenti ai voleri del capo» – secondo le inoppugnabili definizioni che ne ha dato Pierluigi Bersani ieri su Repubblica – se ne starà dentro il palazzo a studiare con i suoi compari come fare per anticipare il voto sul processo breve e la prescrizione brevissima, da mettere al riparo da pericoli e imboscate. La linea del maggior partito di opposizione, già abbastanza chiara e unitaria nei giorni scorsi, è stata ulteriormente precisata, quasi teorizzata, dal segretario: «Combatteremo in parlamento e nelle piazze… sarebbe davvero singolare che un grande partito popolare dicesse no alla piazza o no alle aule parlamentari. Non conosco partiti popolari che si facciano di questi problemi». …

"Libia, l’Italia svolta di 180 gradi", di Daniele Castellani Perelli

Hillary, Eni, nuovo clima: e ora siamo più francesi dei francesi. E un bel giorno l’Italia si scoprì più francese dei francesi. Ieri la posizione del governo di Roma sul conflitto in Libia ha infatti subito una svolta di 180 gradi. Mentre il premier Silvio Berlusconi volava a Tunisi per trattare sul rimpatrio degli immigrati, il ministro Franco Frattini, dalla Farnesina, riscriveva la politica estera italiana. Punto primo: «Abbiamo deciso di riconoscere il Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt) come unico interlocutore legittimo – ha dichiarato Frattini durante una conferenza stampa congiunta con il rappresentante della politica estera del Consiglio di Bengasi, Ali Al-Isawi – Inaugureremo molto presto l’Ufficio di rappresentanza. Il regime di Tripoli non ha più un futuro e in Libia ha perso la sua legittimità. Gheddafi e la sua famiglia lascino la Libia». Punto secondo: «L’estrema ratio sarà quella di aiutare le persone ad autodifendersi, e il rifornimento di armi è un’opzione che non può essere esclusa. È una questione molto delicata che dovremo discutere con tutti i partner». Punto terzo: «Le truppe …

"Chi ride con quelle barzellette", di Francesco Merlo

Tutto è stato detto su Berlusconi che racconta barzellette, niente su quelli che ridono. Sono servi? Sono a libro a paga? Sono sdoppiati? E se fosse peggio? In pochi giorni Berlusconi si è esibito per due volte ben oltre la decenza delle sue solite storielle. E ogni volta, colpiti dalla scurrilità che è simpatia andata a male, dalla fuga nell´oscenità persino mimata che è la cifra degli spettacoli prolungati oltre la fine, abbiamo pensato che peggio di lui ci sono quelli che ridono. E ci sentiamo come Petrolini che reagiva così alla maleducazione di uno spettatore: «Non ce l´ho con lei, ma con quelli che le stanno accanto e non la buttano di sotto». A Lampedusa, per esempio, quando ha raccontato la barzelletta sulle italiane ha riso anche il presidente Lombardo che, bene o male, guida una giunta di centrosinistra. E, due giorni dopo, indossavano la fascia tricolore tutti quei sindaci che hanno applaudito la mela che (non) «sa di fica». Riguardate il filmato: non ce n´è uno che si mostri infelicemente rassegnato per quella …

"Il governo aspetta il voto con il fiato sospeso", di Marcello Sorgi

Il voto di oggi a Montecitorio sulla richiesta di conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale tra la Camera e i giudici di Milano ha un valore politico pari a quello del 14 dicembre sulle mozioni di sfiducia, in cui Berlusconi si giocò tutto e alla fine prevalse grazie a tre deputati che all’ultimo momento passarono dall’opposizione alla maggioranza. Ma in un certo senso è anche più difficile, dato che il premier deve conquistare 316 voti e che la votazione si svolgerà a scrutinio segreto. Ci sono insomma tutte le condizioni, nel segreto dell’urna, per far cadere il governo e aprire la crisi che fu evitata in extremis alla fine dell’anno scorso. Da allora ad oggi Berlusconi ha pian piano allargato la sua maggioranza, grazie alla crisi del Fli e al consolidamento del gruppo dei «Responsabili», uno dei quali, Saverio Romano, transfuga insieme a quattro colleghi siciliani dall’Udc di Casini, è anche diventato ministro dell’Agricoltura. Il Cavaliere ha solo iniziato il rimpasto, annunciato da tempo, che nei suoi piani dovrebbe servire a rafforzare la nuova …

"Il teatro del ricatto", di Giuseppe D'Avanzo

Si è sempre detto che le ossessioni berlusconiane si connotano per qualcosa di simile alla «coazione a ripetere»: il coatto ripete i suoi gesti «convinto di agire in una situazione nuova o ha addirittura dimenticato i precedenti». Può essere una chiave per presentare la giornata parlamentare di oggi (la Camera approva il conflitto di attribuzione contro la procura di Milano) e la vigilia del prologo tecnico del “processo Ruby” (Berlusconi è imputato di concussione e sfruttamento della prostituzione minorile). Il capo del governo, si dirà, sempre muove il suo potere, abusandone, per grattarsi le rogne di un´avventura imprenditoriale contrassegnata dalla corruzione. In sei anni si è affatturato due leggi immunitarie e, in cinque, due decine di leggi ad personam. Qual è allora la novità se ora, di nuovo, Camere ubbidienti si preparano a ridurre ancora la prescrizione per liberarlo di tre processi milanesi? Che cosa c´è di nuovo se il Parlamento chiede alla Corte costituzionale di cancellare la competenza dei giudici di Milano per salvarlo da un dibattimento che lo screditerebbe agli occhi del mondo, …