Giorno: 26 Aprile 2011

Carpi (mo) – Proclamato per il 27 aprile il lutto cittadino

In ricordo delle vittime dell’incidente di ieri in Piazza Martiri. Il Sindaco di Carpi Enrico Campedelli ha deciso di proclamare subito dopo l’incidente di ieri in piazza Martiri il lutto cittadino. Nella mattinata di oggi l’amministrazione locale ha scelto la giornata di domani, 27 aprile, per ricordare le tre vittime del tragico evento del giorno della Liberazione. Alle ore 10.30 si terrà un momento di raccoglimento sul luogo della tragedia, a cui parteciperà anche il Sindaco e a cui è invitata tutta la città. Gli esercenti del centro sono stati invitati a partire dalle ore 10.30 ad abbassare per quindici minuti le saracinesche dei negozi. Le sedi comunali esporranno le bandiere a mezz’asta e i dipendenti municipali osserveranno un minuto di silenzio. Anche il Consiglio comunale di giovedì 28 aprile avrà solo un punto all’ordine del giorno, non rimandabile, rispetto a quelli indicati in precedenza.

"Chi mette le bandiere sul testamento biologico", di Michela Marzano

Ci sono dei temi che nessuno dovrebbe poter strumentalizzare. Eppure succede. Fin troppo spesso. Come se, in Italia, tutto fosse lecito. Soprattutto in periodo elettorale. Anche quando sono direttamente in gioco la sofferenza, la fine della vita, il senso della morte, come nel caso del disegno di legge sul testamento biologico. Perché morire è una della caratteristiche della condizione umana. La vita è mortale proprio “perché” è la vita, come scriveva il filosofo Hans Jonas. Ma ognuno di noi dovrebbe poter essere riconosciuto come soggetto della propria vita fino alla fine, anche in punto di morte. Si può allora anche soltanto osare utilizzare il tema della fine della vita a scopi politici? Si può pensare di imporre, a chi ha chiaramente espresso la volontà di interrompere inutili terapie, l´alimentazione e l´idratazione forzata? Di cosa si parla quando si sventola la bandiera del “valore inalienabile della vita”? La frattura tipicamente italiana tra coloro che assimilano l´interruzione dell´accanimento terapeutico all´omicidio e coloro che difendono l´esistenza di un diritto di morire si riapre in un clima teso, che …

Bersani: «Berlusconi al Colle? Ho i brividi Ci pensi chi frena le alleanze larghe…», di Simone Collini

Cravatta rossa e Toscano perennemente tra le labbra, Pier Luigi Bersani sfila per le vie di Milano e incassa molti applausi e qualche fischio da parte dei ragazzi dei centri sociali, poi sale sul palco in piazza Duomo per stringere la mano a Letizia Moratti ma solo dopo aver sottolineato he col voto di metà maggio si potrà contribuire a dare una svolta a questa città (il sindaco se la prende e definisce l’intervento «ingeneroso»). Il leader del Pd marcia tra le bandiere del suo partito, condanna l’assenza del premier, dice che questa è una «bellissima manifestazione che richiama i valori fondamentali della Costituzione» e insiste sui rischi di uno stravolgimento a colpi di maggioranza dell’architrave istituzionale: «La nostra Carta dice cose chiare, lavoro prima di tutto, uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, equilibrio dei poteri e disciplina nello svolgere le funzioni pubbliche. Se riprendiamo questi valori possiamo uscire insieme dai problemi che abbiamo, se continuiamo a picconare questi valori non riusciremo a fare un’Italia migliore». Bersani dice che «ha ragione Napolitano» e assicura …

"L'America e l'alleato riluttante", di Renzo Guolo

Berlusconi sa di non potersi permettere un rifiuto a Obama. L’Italia si allinea nel peggiore dei modi: senza una scelta autonoma o una valutazione strategica. Alla fine, l’alleato riluttante cede. L’Italia non può respingere le pressioni degli Stati Uniti che, affidata la missione agli europei, chiedono un maggiore coinvolgimento militare del nostro Paese sul fronte libico. Berlusconi non può dire “no” a Obama. Per ovvi motivi legati alle alleanze internazionali, al nostro ruolo nella Nato, alla tutela degli interessi nazionali nella prospettiva del dopo Gheddafi, ma anche per esigenze di carattere interno. Nonostante la ribadita intenzione di limitare il ruolo italiano alla concessione delle basi e alla missione navale, Berlusconi non può permettersi un rifiuto. Convinto com’è, il presidente del Consiglio, che in questa fase politica sia meglio non avere troppi nemici in riva al Potomac. O, quanto meno, una silenziosa ostilità di Washington. Se pezzi di establishment si saldassero anche con l’avallo americano, il fronte interno, già in movimento, potrebbe diventare troppo pericoloso. Così, dopo mille ambiguità e cambi di posizione, dal rammarico per …

"Istituti al gran caos dell'Invalsi. La Gelmini: i test si devono fare. Ma le scuole non lo prevedono", di Alessandra Ricciardi

Problemi anche per la struttura: dimessosi Cipollone, in arrivo un commissario straordinario. Giorni difficili, per l’Invalsi, l’istituto di valutazione è al centro di un duro braccio di ferro tra il ministero e le scuole sull’obbligatorietà delle prove da somministrare da quest’anno anche alle superiori. Ma non solo. Ci sono problemi anche interni, legati alle dimissioni del suo presidente, Piero Cipollone, e all’esiguità del personale. Una protesta dei dipendenti si è chiusa con la convocazione di un tavolo al ministero. L’ipotesi è quella di un commissariamento dell’ente, anche in vista di un suo ridisegno nell’ambito del nuovo sistema di valutazione. Intanto il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, è intervenuta nei giorni scorsi (circolare prot. 2792) per dire che non sono ammesse diserzioni. Gli insegnanti devono somministrare le prove alle superiori e devono correggerle. In calendario dal 10 al 13 maggio prossimi, le prove «concorrono alle rilevazioni periodiche e di sistema». Una rilevazione a cui le scuole non possono istituzionalmente sottrarsi, dice il ministero. Tanto che il piano annuale delle attività, predisposto dal dirigente scolastico e deliberato dal …

"Un futuro di tagli, ecco le cifre", di Corrado Zunino

Giovedì si inizia a votare il documento di Economia e Finanza 2011: lì dentro c’è lo “spianamento” della scuola italiana. Si arriva a 22 miliardi di “risparmi” nei 5 anni di questo governo. Mentre l’Occidente ha affrontato la crisi senza toccare tre voci: scuola, università, ricerca. Quattro miliardi e 561 milioni di tagli previsti ogni anno dal 2012 al 2014 (tabellone a pagina 37 del documento del Programma nazionale di riforme già approvato in Consiglio dei ministri). Tredici miliardi e 683 milioni succhiati via a un organismo in grave crisi di ossigeno a cui dal 2009 al 2011 ne sono stati portati via già otto miliardi e 13 milioni (con 87 mila cattedre annesse e 42 mila posti di personale amministrativo, tecnico, ausiliario). Tredici miliardi e 683 milioni più otto miliardi e 13: sono ventidue miliardi succhiati alla scuola pubblica italiana in una stagione di governo di centro-destra. Con numeri di questa entità si renderà così fragile e dissestata la nostra scuola pubblica da trasformarla in un istituto sostituibile. Con che cosa? Con la scuola …