Giorno: 21 Aprile 2011

Scuola, Pd: maggioranza e governo divisi su graduatorie precari

Ghizzoni a Pittoni (Ln): Lega improbabile paladina del Sud. “Sui precari della scuola Governo e maggioranza si dividono e la Lega si erge a improbabile paladina del Sud. Quello che non si capisce è dove erano Tremonti, Gelmini e Pittoni quando, nel 2008, il governo Berlusconi ha cancellato ben 87 mila posti di docenti dagli organici della scuola”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura, Manuela Ghizzoni dopo che il senatore leghista Mario Pittoni ha criticato la decisione del ministero dell’Istruzione sulle graduatorie che dà il via libera al cambio di provincia. “I diritti dei precari – prosegue Ghizzoni – si salvaguardano solo immettendoli in ruolo: per questo motivo le annunciate 30mila stabilizzazioni per il prossimo anno sono appena sufficienti a garantire il turn over, ma non rappresentano un intervento incisivo. Servirebbero almeno 60.000 docenti che dovrebbero essere assorbiti già nel prossimo anno per coprire le cattedre vacanti e gli spezzoni di orario, che costituirebbero la base di un organico funzionale al piano dell’offerta formativa delle scuole. A questo primo grande programma di immissione …

"Sulle spalle della famiglia", di Chiara Saraceno

Il governo sostiene di aver rafforzato il ruolo della famiglia. E infatti ricadono sulle famiglie italiane tutti i problemi di cui, nella maggior parte dei paesi, si fa carico lo stato sociale: dalla povertà alla dipendenza in età anziana, dalla disoccupazione giovanile alla cura dei bambini piccoli quando la madre lavora. Le timide proposte innovative del Piano nazionale per la famiglia sono rimaste lettera morta. Senza contare che una disoccupazione giovanile vicina al 30 per cento impedisce ai giovani di crearsi una propria famiglia. Le dimissioni delle lavoratrici madri. Non ha torto Silvio Berlusconi ad affermare che il suo governo ha rafforzato il ruolo della famiglia. Basta intendersi su che cosa significa “rafforzare”. LE FAMIGLIE E IL WELFARE Il ruolo della solidarietà famigliare, sempre importantissimo nel nostro welfare debole e squilibrato, è uscito indubbiamente rafforzato dalla riduzione dei trasferimenti agli enti locali (a partire dall’abolizione dell’Ici), quindi delle risorse per i servizi alla persona, così come dalla riduzione dell’offerta educativa della scuola pubblica in termini di contenuti e di tempo.Èstato rafforzato anche dal mancato adeguamento …

Atenei telematici, la laurea è "scontata" tra rette convenzionate e bonus crediti", di Manuel Massimo

Nel nostro Paese ce ne sono 11. Si fanno concorrenza stringendo accordi con sindacati, enti, ordini professionali e concedendo vantaggi agli iscritti. Ma nonostante questi sforzi raccolgono appena l’1% degli studenti. Le università telematiche italiane sono undici ma non fanno squadra: ciascuna “gioca per sé” e cerca di massimizzare gli iscritti a spese delle altre. Una lotta senza esclusione di colpi che viene combattuta attraverso due strumenti: le convenzioni e il riconoscimento dei crediti formativi. Protocolli d’intesa vengono siglati con una molteplicità di soggetti eterogenei: sindacati, enti, comuni, ordini professionali, banche, assicurazioni; ciascun ateneo intesse relazioni e propone pacchetti ad hoc per offrire sconti sulla retta d’iscrizione a un’utenza di iscritti potenziali – lavoratori diplomati desiderosi di fregiarsi del titolo di dottore per fare carriera ma con un occhio attento al portafoglio – inclusa la possibilità di riconoscere “fino a un massimo” di 60 crediti formativi (l’equivalente di un anno accademico, ndr) grazie a esami sostenuti in passato o a esperienza “buona per la laurea” acquisita lavorando. Il podio delle convenzioni. Nella speciale classifica delle …

"Mariastella cadente", di Mario Lavia

Può capitare a tutti una serata no. È capitata a lei, Mariastar (copyright Luciana Littizzetto), crollata di schianto l’altra sera a Ballarò. Una novità, perché finora era sempre andata abbastanza bene. Tanto che Mariastella Gelmini è (era?) considerata nell’inner circle, o struttura Delta che dir si voglia, una delle punte di diamante, una sicurezza televisiva, buona parlantina, gradevole presenza, il giusto mix di grinta e arroganza, discreta competenza, un’aura di “nuova politica” a cingerle il visino occhialuto. Ora bisognerà ripensarci: è andata veramente male. Perché non si può balbettare davanti alle cifre squadernate dall’avversario politico (un Enrico Letta solitamente mite ma stavolta davvero indignato per l’altrui ignoranza dei problemi), non si può fare appello alla fede («I tagli? Ma no, Tremonti me l’avrebbe detto»), non si può fare a gara con un Cota qualunque a chi la spara più greve (il governatore piemontese: «Ci sono più bidelli che carabinieri»), non si può invocare l’aiutino del collaboratore appollaiato dietro le spalle (anche perché quello poi se ne approfitta e si mette a gridare, lui che non …

Napolitano marca le distanze: Il Colle non scende in guerra", di Marcella Ciarnelli

Nessuna eco al Quirinale dell’iniziativa di Remigio Ceroni. Anche fosse farina del sacco di qualcun altro, non sono certo questi argomenti a muovere gli interventi di Napolitano. Che non abbocca alle brame di guerra altrui. L’iniziativa «personale» del deputato Remigio Ceroni non ha trovato alcuna eco al Quirinale nonostante il fin qui sconosciuto, a dispetto del suo stare praticamente sempre in Parlamento, parlamentare marchigiano abbia chiamato in causa esplicitamente il presidente Napolitano parlando di «ingerenza inaccettabile» a proposito dell’iter di alcune leggi. Silenzio al Colle. In una situazione come quella di questi giorni, in cui appare sempre più evidente il desiderio di vedergli compiere un errore, di vedergli, per così dire un’invasione di campo, il Capo dello Stato era abbastanza scontato che non intervenisse in alcun modo sulla iniziativa, legittima anche se sorprendente, dell’onorevole. Non restava davanti ad essa, un altro segnale di quella voglia di creare un clima di tensione, di impegnarsi in piccole ma significative prove di forza, che mantenere un giusto distacco. Pena l’accusa di non riconoscere ad un eletto dal popolo …

"La scure del governo su scuola e università", di Roberto Ciccarelli

Per carità, non chiamateli tagli alla scuola e all’università, sono solo «minori spese» per 4,5 miliardi di euro nel 2012, 4,5 miliardi per il 2013 e per altri 4,5 miliardi nel 2014. Sono le cifre stampate nella tabella contenuta nel Documento di economia e finanza (Def) che è stato presentato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti l’altro ieri a Bruxelles. Li possono osservare tutti su internet, mentre il vicesegretario Pd Enrico Letta li sventola in faccia al ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini nel corso di Ballarò andato in onda martedì su Raitre. Uno scoop clamoroso che ha fatto sorridere un Letta beffardo e pugnace, mentre la Gelmini saltava come un grillo dalla sua poltrona. «Non sono tagli, Tremonti me lo avrebbe detto! Lei Letta, vuole creare inutilmente del panico». Abituata a mettere la polvere sotto il tappeto e a recitare a soggetto, grazie al suggerimento di un occhialuto collaboratore seduto dietro di lei, il ministro Gelmini si è affrettata a dire che queste cifre sono «cifre computate rispetto al 2008». Abbiamo verificato sul sito del ministero dell’Economia …

"La plastica istituzionale", di Michele Ainis

Potremmo iscrivere alla fiera dell’ovvio la proposta dell’onorevole Ceroni, benché il Palazzo l’abbia salutata con fragore. Potremmo gettare nel cestino dei farmaci scaduti quest’ultima iniezione ri-costituente. A che serve infatti dichiarare — già nel primo articolo della nostra Carta — che il Parlamento è l’organo centrale del sistema, che per suo tramite s’esprime la volontà del popolo, che il popolo a sua volta designa deputati e senatori attraverso un rito elettorale? Magari può servire a ricordarci che in quel posto lì ci si va per elezione, non per cooptazione, non per nomina d’un signorotto di partito, come c’è scritto nel «Porcellum» . Ma tutto il resto è già nero su bianco nella Costituzione: articoli 55 e seguenti. Basta sfogliarne qualche pagina, dopotutto non è una gran fatica. Le leggi inutili, diceva Montesquieu, indeboliscono quelle necessarie. E infatti almeno un quarto del tempo speso dai costituenti nel 1947 fu dedicato a interrogarsi su quanto avesse titolo per entrare nella Carta, allo scopo di non sottrarle dignità e prestigio. Scrupoli d’altri tempi, diremmo col senno di poi. …