Giorno: 16 Aprile 2011

Scuola, Pd: da premier paturnie da gerontocomio

Ghizzoni: “Mancava solo che dicesse che gli insegnanti della scuola pubblica si mangiano i bambini e avremmo fatto filotto. Queste sono paturnie da gerontocomio che non incantano più nessuno e che si commentano da sole. Non abbiamo dubbi invece sulla sincerità dell’affermazione del premier sull’impegno del governo per ‘valorizzare il ruolo delle mamme nella famiglia’: le politiche del governo stano estromettendo le donne dal mondo del lavoro e dalle professioni per tornare alle casalinghe di littoriana memoria”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni. ****** Berlusconi attacca ancora la scuola pubblica “Insegnanti con valori contrari alla famiglia” Messaggio del premier alla riunione dell’Associazione delle mamme: “Ora potete scegliere liberamente quale educazione dare ai vostri figli e sottrarli ai professori di sinistra”. Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato a Padova a una riunione dell’Associazione nazionale delle mamme, ha sottolineato che i genitori oggi possono scegliere liberamente “quale educazione dare ai loro figli e sottrarli a quegli insegnamenti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi dal quelli …

"Ultimo sgambetto alle quote rosa ne uscirà una legge ridicola", di Gianna Fregonara

Sembrava fatta, ma la legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione delle società per azioni rischia di nuovo di saltare. All’ultimo minuto, quando ormai sembrava solo questione di giorni per l’approvazione finale, un emendamento del governo che recepisce le richieste già avanzate da Confindustria, banche e assicurazioni nei mesi scorsi manda all’aria il compromesso raggiunto faticosamente al Senato tra maggioranza e opposizione. Ufficialmente la politica è bipartisanamente d’accordo che lentamente e con cautela le quote vadano introdotte, sia nell’economia che nella politica (è di questi giorni una proposta per le quote riservate anche nelle elezioni amministrative). E dietro le quinte? Viene da chiedersi, chi ha paura delle quote rosa? Diamo per scontato quei cento-duecento uomini che dovranno cedere il loro posto alle donne. Ma evidentemente anche molti altri se l’ultima proposta avanzata dal governo che è sceso in campo ufficialmente per fermare il compromesso negoziato dai suoi parlamentari è che nel 2015 le donne siano il 10 per cento (una su dieci consiglieri, per piacere non chiamatele quote, chiamatele briciole), poi nel 2018 il …

"Un laboratorio contro i luoghi comuni", di Arturo Ghinelli

Facendo finta che la Commissione d’indagine sui libri di testo proposta dalla Carlucci sia una cosa seria e non una provocazione politica che fa il paio con quella proposta da altri della maggioranza, che non sia più punibile “la ricostituzione del partito fascista”,cercherò di rispondere seriamente come insegnante. Facendo finta che la Commissione d’indagine sui libri di testo proposta dalla Carlucci sia una cosa seria e non una provocazione politica che fa il paio con quella proposta da altri della maggioranza, che non sia più punibile “la ricostituzione del partito fascista”,cercherò di rispondere seriamente come insegnante. Anche da questo punto di vista è un’ulteriore riprova che l’idea degli insegnanti che inculcano valori non è patrimonio esclusivo del Presidente del Consiglio,così come un giudizio complessivamente negativo sugli insegnanti di scuola pubblica. Gli insegnanti di storia che studiano e si aggiornano a Modena, seguendo i corsi dei professori universitari Antonio Brusa e Ivo Mattozzi, sono molti e da anni cercano di applicare in classe la metodologia del “Laboratorio di storia”, secondo la quale i ragazzi non si …

"Non ci sono più morti bianche", di Luciano Gallino

Una sentenza che è un pesante rimprovero al legislativo e all’esecutivo, oltre che ai padroni: più rispetto per il lavoro. La sentenza a carico dei dirigenti della ThyssenKrupp è molto dura. Su un punto fondamentale, quello di giudicare gli investimenti in tema di sicurezza consapevolmente non effettuati come prova di omicidio volontario da parte dell´amministratore delegato, la Corte ha accolto in pieno le richieste dell´accusa. Come si aspettavano familiari e compagni delle vittime. Condannando la massima autorità dell´impresa al massimo della pena proposta dai Pm, sedici anni, e cinque dirigenti a pene che vanno da dieci anni – un anno in più rispetto alla richiesta – a tredici e mezzo, la sentenza riafferma con estrema forza un principio cruciale: di lavoro non si può, non si deve morire. Per cui ogni dirigente o imprenditore che non si occupa e preoccupa a sufficienza della sicurezza dei dipendenti sui luoghi di lavoro incorre in una colpa grave. Anche quando non abbia contribuito direttamente all´incidente che ha ucciso qualcuno, ma in qualche modo abbia accettato che esso succedesse …

"C’è il piano, le riforme dove sono?", di Pier Paolo Baretta

C’è il piano, le riforme dove sono? Dopo la maratona del processo breve arriva in parlamento la manovra economica. Le nuove regole della governance europea, in vigore da quest’anno – il semestre europeo – obbligano i governi a presentare entro aprile (sulla base delle indicazioni contenute in un documento: l’analisi annuale della crescita, inviato dalla Ue a fine gennaio) il Piano nazionale delle riforme, che deve contenere le linee di politica economica dei singoli stati membri. Già la terminologia utilizzata: “crescita” e “riforme” indica chiaramente il salto di qualità richiesto. Soffocata dalle devianti priorità della maggioranza e dai ritardi del ministero dell’economia, che solo tre giorni fa ha portato il Pnr in consiglio dei ministri, questa importante discussione parlamentare si concluderà nel giro di una settimana. È un peccato, perché questo appuntamento, che sostituisce il vecchio Dpef, costituisce il cuore della strategia economica del nostro paese. Le indicazioni della Ue sono chiare: risanare la finanza pubblica e accelerare la crescita. Sono due facce dello stesso problema, non scindibili tra loro. L’Italia a che punto è? …

"Vite spezzate e colpe dei manager", di Daniele Manca

Una condanna pesante. Per un’accusa altrettanto pesante: omicidio volontario. Non era mai successo che per morti sul lavoro si ritenessero responsabili di una colpa così grave i manager dell’impianto dove si era verificata la tragedia. E in modo così netto e definito. La sentenza con la quale ieri sera la Corte d’assise di Torino ha riconosciuto l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti alla Thyssen di Torino nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007, è di quelle che faranno la storia e la giurisprudenza. Ogni giorno in Italia tre lavoratori non tornano a casa a causa di incidenti. Poco importa se quel numero (troppo lentamente) sta calando. Quella strage silenziosa che si consuma giorno dopo giorno raccontata da stanche cronache, animate solo quando la tragedia è particolarmente cruenta o da un numero delle vittime insolitamente alto, ieri sera con la sentenza torinese è come se avesse trovato anch’essa un minimo di giustizia. Troppe volte in altre occasioni le morti sono scivolate nel disinteresse e nell’oblio. Anche quella della Thyssen …

"L´ultima trovata per salvare il Cavaliere", di Liana Milella

L´estate della giustizia, che si preannuncia caldissima, guadagna un´altra norma per tentare di mettere in sicurezza Berlusconi. Questa volta puntando al “bersaglio grosso”, il processo Ruby. Vogliono bloccarlo con un articolo semplice: se c´è un conflitto d´attribuzioni, il processo deve fermarsi per forza. Volevano giocarsela subito alla Camera e infilarla nella prescrizione breve per gli incensurati. Era già scritta giovedì 17 marzo, quando il relatore Maurizio Paniz, nuovo astro nascente delle leggine “salva Silvio”, e il capogruppo in commissione Giustizia Enrico Costa, presentano gli emendamenti al processo breve. Tardarono, quel pomeriggio, ad arrivare. Ci furono riunioni su riunioni. Telefonate frenetiche. Adesso se ne capisce il motivo. Oltre alla prescrizione scontata, nel pacchetto doveva esserci anche un altro articolo, poche righe, per stabilire una nuova regola. Questa: il giudice è obbligato a sospendere il processo se sul suo tavolo arriva un conflitto di attribuzioni. Leggi: il tribunale di Milano «deve» fermare il dibattimento Ruby nel momento in cui la Camera si rivolge alla Consulta. Un intervento sull´articolo 37 della legge 87 del ‘53, quella che disciplina …