Giorno: 17 Aprile 2011

"Le cose più care", di Marco Rossi Doria

Lunedì mattina la maestra Pina entrerà in classe. Ha cinquantasei anni e nei due terzi del suo tempo di vita ha insegnato a settecento bambini a leggere, scrivere, far di conto, cercare parole sul vocabolario, capire cosa è un atlante. E poi cercare informazioni in rete sul computer, in una sala ricavata in uncorridoio, con macchine vecchie di tre generazioni, avendo lei voluto testardamente imparare a sua volta, aiutata dai figli. E ha insegnato la storia patria – così si chiama. Sui libri scelti insieme alle colleghe. Accordandosi sul merito delle diverse opzioni che il libero mercato dei libri offre. Come prescrive la legge. Mai scelti per ideologia. Ma perché si capiscono meglio.O sono più idonei a quei bimbi lì. E ha insegnato anche a giocare insieme. Con Nadim che è il più bravo della classe e con Pasquale che ha il padre in carcere e Antonietta che ha un braccio solo. E ha insegnato a cantare. A mettere a posto le cose alla fine della giornata. Ad organizzare la gita fuori città e la …

"Comune di Parma a rischio per i debiti delle partecipate", di Giuseppe Oddo

La città che nel dicembre 2003 assistette disorientata al crack Parmalat, da qualche settimana è ritornata a fibrillare. Stavolta, però, i problemi non arrivano da Collecchio, il paese in cui ha sede il gruppo fondato (e affondato) da Calisto Tanzi. I timori arrivano da Parma, dal vetusto edificio di Piazza Garibaldi che ospita il municipio. La principale preoccupazione della giunta di centro-destra, guidata dal sindaco Pietro Vignali, sono i conti del Comune. O meglio l’indebitamento delle sue partecipate, di cui risponde in solido l’amministrazione comunale. La società di revisione Kpmg lo ha valutato in 320 milioni al 31 dicembre 2009, 262 dei quali verso le banche, ma la stima per il 2011 è di 500 milioni, un dato davvero preoccupante. L’opposizione di centro-sinistra ritiene che l’ente locale rischi il dissesto. E rilievi particolarmente critici sono emersi da una delibera della Corte dei conti dell’Emilia Romagna depositata il 7 aprile. La magistratura contabile, che sulla vicenda ha peraltro in corso una propria attività istruttoria, segnala l’esistenza di «gravi irregolarità» nel bilancio preventivo del 2010 dovute al …

"Sentenza TAR, sconfitta del Ministero. Ma i tagli restano", da La Tecnica della Scuola

I tagli ormai sono stati fatti e non si torna indietro. Chi ha subito danni potrebbe fare una causa civile, ma il Ministero potrebbe sanare la questione e chiedere l’intervento delle Commissioni parlamentari. La sentenza con cui il Tar Lazio dichiara l’illegittimità dei decreti interministeriali del 2009 e del 2010 in materia di organici (ne parliamo in altro articolo del sito) rappresenta senza dubbio – almeno per ora- una vittoria delle organizzazioni che hanno sostenuto il ricorso e una sconfitta del Ministero dell’Istruzione. Fermo restando il fatto che il Ministero può ricorrere al Consiglio di Stato e che spetterebbe a questo organo dire l’ultima parola sulla vicenda, il dispositivo del Tar Lazio mette in evidenza un comportamento un po’ troppo semplicistico del Ministero che non si sarebbe “ricordato” dell’esistenza di una norma risalente addirittura al 2001 secondo la quale i decreti interministeriali sugli organici dovrebbero essere adottati previo parere delle Commissioni parlamentari competenti. La norma in questione, tra l’altro, è l’articolo 22 della legge 448 del 2001, ossia della legge finanziaria per il 2002 approvata …

"Bazoli: clima teso, rischioso cambiare la Costituzione ora", di Francesco Antonioli

«La Costituzione va difesa. Non è il momento più adatto per rivederla: non stiamo dando il meglio di noi, come italiani; mancano passione civile, valori comuni. Altro che nuova Costituente… Si respira un “estremismo estremo”. È preoccupante che le ragioni dell’unità risultino offuscate». Parole, appassionate, di Giovanni Bazoli, classe 1932, presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, intervenuto ieri alla «Biennale Democrazia» in corso a Torino. A Palazzo Madama ha dialogato con il direttore de La Stampa Mario Calabresi sulla nostra carta fondamentale. «Non mi sono mai sbilanciato in politica – incalza il banchiere bresciano –; mi espongo, invece, per sostenere la Costituzione, la casa comune che mantiene e costruisce l’unità del nostro Paese». Bazoli – una professione di avvocato lasciata per gli impegni nel mondo della finanza, giurista di formazione, poi docente alla Cattolica di diritto amministrativo e diritto pubblico – ha argomentato le sue tesi sul filo della memoria personale. Del padre Stefano, soprattutto, deputato democristiano alla Costituente: «Ha saputo trasmettermi l’entusiasmo di quegli anni». Un’energia – precisa – che nel genitore …

"Privatizzare la libertà statale", di Adriano Prosperi

Sulle mura di Milano è ancora fresca la colla dei manifesti che attaccano i giudici come terroristi dando voce alle irresponsabili piazzate di un capoparte populista: e oggi è sempre lo stesso capoparte che si lancia in un nuovo attacco a testa bassa, questa volta contro la scuola pubblica. Si tratta di attacchi eversivi nel senso proprio del termine, diretti cioè a distruggere le istituzioni statali. Non è per caso se si è passati dai giudici delle Procure alla scuola pubblica. Sono i luoghi dove per definizione tutti i cittadini sono o dovrebbero essere posti in condizioni di uguaglianza nel godimento di diritti fondamentali. Se non lo sono, questo accade per strozzature sociali a monte che i padri costituenti della Repubblica ebbero ben presenti e indicarono come ostacoli da rimuovere. Oppure accade per strozzature a valle, perché le risorse disponibili sono scarse, perché si taglia il personale che dovrebbe garantire il funzionamento delle istituzioni pubbliche più delicate. Sappiamo molto bene come, riducendo mezzi e persone, chi manovra le finanze statali possa uccidere le reti istituzionali …

"Non è stato un processo al capitalismo", di Luigi La Spina

La sentenza con la quale i giudici di Torino hanno condannato l’ex ad della Thyssen-Krupp Italia, Harald Espenhahn, a 16 anni e mezzo per “omicidio volontario con dolo eventuale” ha scosso la sensibilità di tutti. Proprio per coglierne i molteplici significati, al verdetto sono stati aggiunti vari aggettivi, definendolo, da una parte, «storico» ed «esemplare», dall’altra, «mediatico» e «politico». Attributi che riconoscono, nella giustificata emotività delle reazioni immediate, l’importanza della decisione, ma che andrebbero analizzati meglio, proprio per evitare di distorcere il valore di quella sentenza, con valutazioni generiche e strumentali. È certamente la prima volta, almeno in un processo di tale risonanza pubblica, che sia stato riconosciuto «il dolo eventuale» per una morte sul lavoro. Da questo punto di vista, può essere adatta l’iperbole epocale, pur considerando che si tratta di un giudizio su uno specifico caso e, quindi, non estensibile ad altre vicende simili. Al di là del ricorso alla storia, però, sarebbe meglio mettere in luce le conseguenze positive dell’azione della magistratura torinese nella tragedia dell’acciaieria. Innanzi tutto, la dimostrazione che la …

"Il rispetto che meritano gli insegnanti", di Sofia Toselli*

A volte tornano e si ripetono. Berlusconi ha detto, anzi questa volta ha scritto, che gli insegnanti della scuola pubblica, ovvero dello Stato, “inculcano” le loro idee agli alunni, contravvenendo ai valori delle famiglie. Detto in altro modo, il premier esorta a diffidare degli insegnanti perché sono tutti, tranne probabilmente quelli delle scuole private, pericolosi sovversivi, post-sessantottini e comunisti. Peccato però che una ricerca del Cidi «Gli insegnanti italiani e la scuola della Costituzione» smentisca la convinzione del premier e della sua maggioranza. L’indagine ci dice che solo il 30% degli insegnanti si colloca a sinistra. Non solo, sono proprio i docenti di sinistra che intendono la professione «come una funzione pubblica con gli obblighi e i diritti dei dipendenti dello Stato». Si smetta perciò di lanciare ingiurie e si accetti il fatto che i docenti italiani sono lontani da ogni ideologia. Si dica piuttosto che sono i meno pagati d’Europa, che lavorano tra mille ostacoli, in scuole spesso fatiscenti, prive di risorse, con scarsi laboratori e insufficiente organico. Una volta per tutte si riconosca …