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"Ma l’opposizione c’è", di Mario Lavia

Ma l’opposizione c’è
Quando uno come Scilipoti fa finta di inserire al contrario la tessera con cui si vota, come per suggerire ai suoi padroni “guardate, posso anche non votare col governo”, certo, ti cascano le braccia. Perché poi “Munnizza”, come è stato carinamente ribattezzato dai dipietristi, si sa che vota e voterà per Berlusconi, il suo futuro e la sua paga lì stanno. E dunque, stai lì giorni e giorni, disciplinatamente, pronto a fare casino ogni volta che puoi, e niente, l’orribile legge ad personam passa, tu hai perso e loro hanno vinto, la forza dei numeri ce l’hanno, ma non quella della ragione, come dice Castagnetti, e allora del diritto si fa strage.
Ma alla fine della battaglia di Montecitorio – non è la prima e non sarà l’ultima – va detto che i deputati dell’opposizione sono stati bravissimi, che hanno scritto una buona pagina di vita parlamentare, che sono comunque riusciti a mettere sotto i riflettori l’inconsistenza di merito della legge e anzi la sua intrinseca logica arrogante e a beneficio del solito Capo. Questo risultato politico c’è.
E ce n’è uno più importante. Sta nell’aver rinsaldato la compattezza di un fronte anti- Berlusconi entro il quale Pd, Fli e Idv, radicali, ciascuno col suo stile, hanno saputo tenere comportamenti univoci e linguaggi omogenei.
E pazienza se a uno degli “eroi” più visibili della pugna, Roberto Giachetti, sia un pochettino slittata la frizione con una durissima reprimenda a Fini: fa parte del gioco il fatto che le scelte del presidente della camera possano talvolta dispiacere alle opposizioni. In fondo, sta bene anche a lui non essere accusato dalle iene del Pdl come presidente di parte.
Incidente chiuso. Quello che resta agli atti è la sapienza tattica e l’intelligenza politica di Giachetti e di altri come lui.
Così come è indubitabile che in questa circostanza le opposizioni parlamentari abbiano saputo raccogliere appieno il sentire di larga parte dell’opinione pubblica, e non potranno essere tacciati di passività, subalternità o intelligenza col nemico dai settori più politicizzati e “riflessivi”.
Semmai ci sarebbe da interrogarsi sulla scarsa tenuta, per usare un eufemismo, dei movimenti di protesta, popoli viola, santoriani, seguaci del Fatto, e neppure – e questo è un bene – lanciatori di monetine.
Bene, dunque, il Pd, punta di diamante dello schieramento anti-processo breve. Da qui si riparte, dunque, sapendo che è molto probabile che fra non molto arriveranno provvedimenti scabrosi come la famosa legge “epocale” sulla giustizia o quella sul testamento biologico. Ci saranno allora in aula ministri e sottosegretari decisivi per la tenuta del governo? Legittimo dubitarne.

da Europa Quotidiano 14.04.11