"Goodbye Mama", di Natalia Aspesi
In questi giorni di dissoluzione del nostro Paese, è certo fuori luogo soffermarsi sul disagio e sul senso di vergogna che procura la pochezza di un film, già irriso prima ancora di essere stato visto, con quel tipo di mesto sberleffo che ormai si riserva alle gaffe, ai pasticci, alle porcherie, che quotidianamente si sovrappongono a ben più insopportabili orrori. Finalmente l’abbiamo visto questo “Good-bye mama”, film di massima sgangheratezza, e questo sono cavoli suoi, se non fosse costato soldi italiani, quindi nostri, e imposto dall’alto, da quel tipo di potenti che basta chiedere e loro, non a loro spese, concedono. Dragomira Boneva, in arte Michelle Bonev, bulgara diventata italiana, ha prodotto, scritto, diretto, interpretato, come se non avesse mai visto un film, una storia di lacrime stantie, in cui lei si è scelta il ruolo che alle pessime attrici viene meglio, quella della malvagia, che schernisce il misero e il sofferente, e guarda dall’alto in basso, con sorriso crudele, tutti gli altri. Con rozzezza comunicativa, mutuata dalle sue conoscenze prestigiose, tra cui il primo …