economia, lavoro

"Disoccupati, crescono gli «inattivi»", di Antonella Baccaro

Aumenta il peso di chi non cerca più, i giovani senza lavoro al 27,8%
ROMA— Tasso di disoccupazione stabile all’ 8%a giugno, secondo i dati provvisori diffusi ieri dall’Istat. Rispetto agli altri Paesi di Eurolandia, siamo sempre sotto la soglia media, stabile al 9,9%, rispetto a maggio. In valore assoluto i senza lavoro in Italia a giugno erano 2 milioni. A livello annuo invece il tasso di disoccupazione scende dello 0,3%. Un dato che probabilmente va considerato insieme al tasso d’inattività tra i 15 e i 64 anni che, in un anno, risulta aumentato proprio dello 0,3%. Mentre giugno su maggio l’incremento risulta dello 0,1%. La lettura congiunta dei dati dei due tassi suggerisce l’idea che una parte dei disoccupati abbia fatto un passo indietro, smettendo di cercare lavoro. Probabilmente si tratta dei lavoratori meno giovani, in quanto quelli tra i 15 e i 24 anni, a giugno, registrano una diminuzione del tasso di disoccupazione dello 0,4%, al 27,8%, il livello più basso da inizio anno ma ancora consistente. Mentre a livello annuo esprimono un aumento dello stesso valore pari allo 0,3%. A livello europeo l’Italia è terza, dopo Spagna e Slovacchia per disoccupazione giovanile. Sempre a giugno 2011 il tasso di occupazione generale, pari al 56,9%, risulta stabile sia nel confronto congiunturale sia in termini tendenziali. Quello maschile non segna variazioni nell’ultimo mese mentre diminuisce di 0,1 punti su base annua; quello femminile fa registrare una diminuzione congiunturale di 0,1 punti percentuali e risulta stabile in termini tendenziali. Gli uomini inattivi aumentano dello 0,3%in confronto al mese precedente (+19 mila unità) e dell’ 1,8%su base annua. Le donne inattive non registrano variazioni nel confronto congiunturale, ma aumentano nei dodici mesi dello 0,7%. I dati di giugno, secondo il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, «segnalano ancora una volta tre emergenze nazionali: donne, giovani e Mezzogiorno. È l’ennesima certificazione di uno sviluppo bloccato e dei suoi pesantissimi effetti sull’occupazione» . Opposta la valutazione di Paolo Reboani, presidente di «Italia Lavoro» , agenzia tecnica del ministero del Lavoro: «I dati su occupati e disoccupati sono incoraggianti: il mercato del lavoro — afferma — sembra avere superato la fase di crisi più acuta e non genera più disoccupazione, recuperando rispetto al punto più acuto della crisi, come dimostrato dalla diminuzione delle persone in cassa integrazione e dei disoccupati con esperienza lavorativa. E anche qualitativamente (contratti a tempo pieno e a tempo indeterminato) si colgono alcuni segnali di graduale miglioramento» . Tuttavia anche la Cisl, con il segretario generale aggiunto, Giorgio Santini, esprime preoccupazione per un tasso di occupazione che «rimane al di sotto del 57%, mentre si conferma nella sua dimensione sempre più preoccupante il dato degli inattivi, che raggiunge a giugno il 38,1%. Molto timidi— infine — i segnali di riduzione della disoccupazione giovanile» .
dal Corriere della Sera del 2 agosto 2011