Giorno: 9 Agosto 2011

Le obiezioni del Pd “laburista”, di Rudy Francesco Calvo

Anche i Democratici dicono no a interventi da parte della Bce giudicati troppo liberali. I contenuti della lettera inviata al governo italiano da Mario Draghi e Jean-Claude Trichet non possono certo essere definiti originali. Anzi, in casa Pd qualcuno leggendoli avrà avuto la sensazione di un deja vu. «Riduzione al 50 per cento delle società e degli enti partecipati dallo stato centrale e dal sistema delle autonomie – Non è possibile garantire stabilità ai singoli posti di lavoro, ma si può garantire continuità all’occupazione delle persone […] Ci vogliono politiche attive sul mercato del lavoro, che forniscano tutele del reddito in caso di disoccupazione e un sistema efficiente di servizi, di formazione e di occasioni per il reimpiego. Questo è il senso della migliore flexicurity europea – Riforma del modello di politica retributiva nelle pubbliche amministrazioni […]. Rimpiazzo parziale e selettivo del turnover […]. Abolizione dello spoils system e graduale superamento degli automatismi retributivi e di carriera – La lotta alla precarietà è indispensabile per dare prospettive di vita dignitosa ai giovani. Si devono estendere …

E' ora di investire nell'istruzione. Nuovi tagli sarebbero insostenibili", di Benedetto Vertecchi

Risparmiare nella scuola non significa cancellare risorse, ma impiegarle al meglio. Nonostante la crisi le forze politiche democratiche non devono rinunciare ai fondamentali traguardi di equità sociale. Se c’è qualcuno (e purtroppo c’è) che pensa di por mano ai tagli sulla spesa per l’istruzione per rientrare nei limiti indicati dalla Ue, non si può che sperare in una risposta pronta da parte delle forze politiche e dei sindacati. Per cominciare, occorre tener conto che da troppo tempo il sistema educativo è stato considerato una sorta di pozzo. Una riserva inesauribile dalla quale si poteva attingere secondo le necessità del momento, ovviamente non di quelle che avrebbero consentito di migliorare la qualità delle scuole o di promuovere la ricerca. La conseguenza di questa politica di taglio delle risorse è stato il deterioramento continuo delle condizioni di funzionamento del sistema. Il fatto è che la politica dei tagli ha aperto una contraddizione insanabile proprio con la nozione di sistema. Per esempio, ridurre l’orario scolastico non significa solo diminuire l’organico degli insegnanti, ma affermare un’idea dell’educazione formale limitata …

«Al Paese non serve un commissariamento, ma un nuovo governo», di Francesco Cundari

Il segretario del Pd propone un esecutivo di personalità credibili e promette battaglia per correggere le iniquità della manovra. Dire che siamo stati commissariati è dire poco, la verità è che abbiamo perso la nostra sovranità nazionale». Di fronte alle perentorie richieste di Germania e Francia, la prima considerazione di Pier Luigi Bersani è espressa nel linguaggio che ha fatto la fortuna dei suoi imitatori (e un po’ anche la sua), ma il tono colloquiale non ne attenua la durezza: «Abbiamo perso la sovranità, mica noccioline». Il segretario del Pd, che sta tornando a Roma per essere presente in Parlamento per l’audizione del ministro dell’Economia, non intende però fare buon viso a cattivo gioco. «Se il premier si lascia commissariare – scandisce – noi non intendiamo essere commissariati». Ma«il problema più pressante non è nemmeno questo». E qual è? «Il problema è che la faccia di chi dovrebbe presentare le dure ricette prescritte dal commissario è quella di Silvio Berlusconi. Si tratterà di misure drammatiche e bisognerà spiegarle al Paese. Qualcuno pensa forse che l’Italia …

"Precari: La doppia fregatura dell'anzianità bloccata", di Pippo Frisone

Il varo del piano triennale sulle assunzioni e il blocco delle anzianità per otto anni, hanno un riflesso anche sul contenzioso in atto. Le brutte sorprese per i precari della scuola non finiscono mai. Prima col collegato lavoro, poi col decreto sviluppo e per ultimo, con l’accordo Aran-Sindacati del 4 agosto. Questa volta l’assunzione in ruolo i precari la dovranno pagare a caro prezzo. Col blocco delle anzianità fino a 6 anni una maestra ci rimette 3.393 euro mentre un docente laureato della secondaria 7.722 euro. Si , perché l’accordo in deroga al CCNL firmato il 4 agosto, con l’astensione della Cgil, prevede per i neoassunti l’eliminazione del secondo gradone di anzianità 3-8, portando cosi il gradone iniziale dallo 0-2 attuale a 0-8. Per entrare nel ”nuovo” secondo gradone 9-14 , ad un precario occorrono almeno 11 anni , perché solo i primi 4 anni sono valutati per intero mentre gli altri 7 anni sono ridotti di 1/3 . L’anzianità media dei precari inseriti in graduatoria oscilla attorno ai sette anni per gli ATA e …

"Se si paralizza il motore del mondo", di Maurizio Ricci

Non è la tempesta finanziaria del 2008, ma il rischio che il mondo (a cominciare dalle due superpotenze Usa ed Europa) ricada in recessione, con qualche ombra anche di deflazione, è reale. Se accadrà, la responsabilità sarà ancora una volta dei politici, “colpevoli” di non aver tenuto sotto controllo una finanza ipertrofica tre anni fa e, ora, di non aver assecondato una politica di stimolo alla ripresa, comprimendo consumi e investimenti, in nome dell´austerità. La sorpresa maggiore di una giornata del tutto inaspettata, come quella di ieri, è che il messaggio paradossale che sembra venire dai mercati è completamente diverso da quello ascoltato nelle ultime settimane: non è stata l´angoscia dei debiti pubblici a scatenare il crollo sincronizzato delle borse. Al suo posto, dietro quella che il grosso degli operatori definisce «un´ondata di panico», c´è – nella definizione degli analisti di Morgan Stanley – una growth scare, la paura della mancata crescita, di una ricaduta nella recessione, che i dati sulla debolezza persistente delle economie occidentali fanno temere. La crisi del 2008 aveva avuto origine …

"L'università italiana: Nepotismo, eccellenze e niente risorse", di Pietro Greco

Tra i docenti di alcune università italiane, soprattutto del Sud, in alcune facoltà, soprattutto a medicina, a ingegneria e a giurisprudenza, c’è una frequenza statistica di alcuni cognomi così anomala da lasciar intendere criteri di selezione poco trasparenti, di tipo parentale. Spesso una famiglia copre intere filiere di cattedre. Lo sostiene Stefano Allesina, un giovane ricercatore italiano che lavora all’Università di Chicago, in un articolo pubblicato su PLoSONE,una rivista scientifica internazionale, dal titolo piuttosto significativo: «Una misura del nepotismo attraverso la distribuzione dei cognomi: il caso dell’Accademia italiana». Allesina ha compiuto un lavoro ottimo – ha analizzato la distribuzione dei cognomi di 61.340 docenti in 28 discipline e 94 università – perché ci aiuta a riflettere sui mali della nostra università. Uno dei quali è, certamente, il nepotismo. Ma il suo lavoro torna utile al Paese e non diventa strumento nelle mani dei demagoghi che vogliono la morte dell’università pubblica, se si tengono in conto tre importanti elementi. Primo: la statistica coglie un fenomeno generale,ma non fornisce valutazioni di merito. L’algoritmo di Allesina avrebbe considerato …