Giorno: 11 Agosto 2011

"Ricerca e istruzione: solo così si uscirà dalla crisi", di Francesca Puglisi*

Lo dice Europa 2020: per battere la crisi e tornare a crescere dobbiamo investire in istruzione. Occorre promuovere una crescita inclusiva che non lasci indietro nessuno. La Germania ha riunificato il Paese grazie a imponenti investimenti in asili, scuola e università. Paesi emergenti come Brasile e India stanno riducendo il gap investendo in istruzione. Obama nel tempo della crisi che morde, con il “No Child Left Behind Act” ha deciso di investire nella formazione degli insegnanti per alzare i livelli di apprendimento e contrastare l’abbandono scolastico, per far sì che nessun bambino americano sia lasciato indietro. Il nostro è l’unico Paese dove il governo scrive con chiarezza nel Def che il già magrissimo investimento del 4,2% del Pil, che rende l’Italia fanalino di coda tra i Paesi Ocse (dietro di noi c’è rimasta la Slovacchia, davanti a noi persino l’Estonia), continuerà a scendere fino al 3,4% del Pil nel 2025. La mannaia che si è abbattuta sulla scuola e sui bilanci degli enti locali nel triennio berlusconiano aggravata dall’ultima manovra, avrà un costo sociale e …

"Tante parole, zero misure. Il governo “buca” l’incontro", di Gianni Del Vecchio

La tanto attesa riunione con le parti sociali si chiude senza novità. Doveva essere il punto di svolta della crisi, l’incontro epocale con il quale si sarebbe dato il via a una nuova stagione di riforme, l’anno zero di una ritrovata concordia nazionale. E invece nulla di tutto questo. L’incontro fra governo e parti sociali ha deluso le tante attese che si erano addensate alla vigilia. Per dirla con le parole di Susanna Camusso, leader della Cgil, è stata una riunione «non all’altezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria». Il tutto con l’aggravante della tragedia senza fine che si vive sui mercati. Ieri, mentre il tavolo era ancora in corso, piazza Affari ha fatto segnare un ribasso mostruoso: meno 6,6 per cento. Il governo quindi ancora una volta non ha voluto, o meglio non ha potuto, scoprire le carte. L’unica vera notizia riguarda la tempistica: il premier ha fatto sapere che è previsto un consiglio dei ministri ad hoc fra il 16 e il 18 agosto per anticipare alcune misure della …

Piove sui quadri di Brera "A rischio un Raffaello", di Anna Cirillo

I due milioni di euro provenienti dai biglietti oggi vengono riversati allo Stato. Il tetto del complesso di Brera, che copre Pinacoteca e biblioteca Braidense, deve essere rifatto da tempo ma finora i soldi non sono mai arrivati. E così è bastato un forte temporale l´11 giugno per mettere a rischio uno dei capolavori assoluti dell´arte, Lo sposalizio della Vergine di Raffaello, conservato nella Pinacoteca. Da una crepa l´acqua a fiotti si è riversata anche sulla parete interna della sala XXIV dove è collocato il dipinto, denuncia la Uil Beni e Attività Culturali, che ha documentato tutto con fotografie e un filmato. L´ennesima emergenza ha indotto anche il ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan a muoversi. «Ha disposto che al più presto siano trovati i finanziamenti necessari per la messa in sicurezza del tetto» ha riferito ieri il consigliere Franco Miracco. Aggiungendo l´intenzione «di portare a compimento la Grande Brera». Il quadro, che fortunatamente non ha preso una goccia d´acqua visto che era sistemato su una doppia parete a 40 centimetri di distanza dal muro …

"Coraggio, fate pagare le rendite e i ricchi patrimoni", di Rinaldo Gianola

A Berlusconi e a Tremonti non piace la parola “patrimoniale” perchè troppo di sinistra? Oppure l’imposta sui grandi patrimoni non è condivisibile dalla maggioranza di governo perchè è stata proposta nell’ultimo anno, con formulazioni diverse, da noti rivoluzionari come Pellegrino Capaldo, Giuliano Amato, Luigi Abete, Carlo De Benedetti? E se impiegassimo l’elegante definizione inventata da Francois Mitterand all’inizio degli anni Ottanta, quando introdusse in Francia l’«Imposta di solidarietà sul patrimonio», forse sarebbe più presentabile? Facciamo un accordo: non usiamo più il termine patrimoniale, che non piace al premier e ai milionari, che spaventa i ricconi con lo yacht e la Ferrari e alimenta diatribe quasi sempre inutili. Scegliete un nome meno minaccioso, ci pensi Tremonti sempre creativo quando bisogna inventarsi un neologismo (il suo “mercatismo” ha avuto un discreto successo sui giornali…), ma per favore chiedete un contributo significativo a chi sta meglio se oggi, come tutti concordano, bisogna salvare l’Italia. Possibile che in questo Paese malmesso, dove crescono le ingiustizie e le diseguaglianze, dove chi sta sopra guadagna sempre di più e chi sta …

"Il risveglio sul Titanic", di Massimo Giannini

Se quello che si sta consumando sotto i nostri occhi in questo agosto di tregenda non fosse un vero dramma, verrebbe da dire che siamo ancora una volta alle “comiche finali”. Un governo senza storia, guidato da un premier senza vergogna, insegue un obiettivo senza speranza. Ritrovare la forza di una politica e la dignità di una leadership, per imporre al Paese la cura dolorosa ma necessaria senza la quale c´è solo l´Apocalisse. Questo tentativo, continuamente inseguito e continuamente fallito, marchia a fuoco la via crucis degli incontri tra la risibile “armata berlusconiana” e le parti sociali. Li rende ogni volta velleitari, deludenti e dunque alla fine tragicamente dannosi. «Negli ultimi cinque giorni tutto è precipitato», sostiene preoccupato Gianni Letta. Peccato che il governo non se ne sia accorto. L´effetto della “scoperta” fatta dal plenipotenziario del Cavaliere è quanto meno surreale. Ricorda il ministro della Propaganda iracheno, che diceva davanti alle telecamere «We are in controll» mentre i tank americani sullo sfondo varcavano le porte di Bagdad. Qui la crisi ha varcato i confini dell´Italia …

"Regge il patto tra le parti sociali. Camusso: Ci prendono in giro", di Claudia Fusani

Separati in casa ma con un piano comune. Costretti al domicilio coatto da un governo che ostenta lunghi conclavi ma poi non decide, comunica a pezzetti e male; e dai mercati che continuano la loro aggressione speculativa. Le parti sociali al tavolo della crisi, dalla Confindustria alla ritrovata terna sindacale, dall’Abi agli artigiani e tutte le associazioni di categoria per un totale di 18 sigle, riescono a tenere un fronte unico e compatto quel patto sociale di obiettivi e intenti siglato un paio di settimane fa con il documento della discontinuità. Unità e compattezza che in questo momento spiazzano governo e maggioranza invece divisi e nervosi. E’ il dato politico più importante, l’unico costruttivo, di una giornata cominciata subito male in borsa e con grandi attese circa i risultati del tavolo governo- parti sociali convocato a palazzo Chigi alle cinque del pomeriggio. E che alla fine si è rivelata disastrosa, sia per le borse che per i risultati del cosiddetto tavolo. Il tavolo delle beffe, con 130invitati, tra cui mezzo governo, neppure una pietanza e …