"Le università italiane bocciate da professori poco informati", di Alessandro Schiesaro
Davvero la migliore università italiana (Bologna, al 183° posto) vale un po’ meno, per restare in Europa, di quella irlandese di Cork e a stento scavalca Dundee? Così proclama la classifica delle 300 migliori università del mondo appena pubblicata da una società di consulenza internazionale, la QS, che si è messa in proprio dopo aver a lungo lavorato per il Times di Londra. Prendersela con le classifiche che non vanno bene è uno sport poco simpatico, e non c’è dubbio che anche questa fotografi in parte alcuni problemi reali del nostro sistema universitario. Il 10% del punteggio, per esempio, è attribuito sulla base del numero di studenti e docenti stranieri, entrambi punti dolenti per l’Italia, come ha messo in evidenza anche il recente rapporto Ocse: nessun ateneo italiano figura tra i primi 300 quanto a internazionalizzazione del corpo docente, e solo due, il Politecnico di Torino (260) e la Bocconi (270) vi rientrano per gli studenti. È altrettanto vero che la cultura della valutazione della ricerca è arrivata tardi in Italia e si sta diffondendo …