Giorno: 16 Settembre 2011

"Piccole scorie crescono: l’Italia e il rebus dei rifiuti nucleari", di Pietro Greco

È passato un anno da quando la Sogin – la società che si occupa della messa in sicurezza degli impianti nucleari italiani ancora in funzione e di quelli dismessi – ha consegnato al governo l’elenco dei circa 50 luoghi candidati a diventare il “deposito definitivo” dei rifiuti radioattivi. L’allora ministro ad interim dello Sviluppo Economico, Silvio Berlusconi, ordinò di tenere segreto l’elenco. Non disse perché. Sta di fatto che negli ultimi dodici mesi nulla si è mosso e ancora oggi non sappiamo quale sarà il futuro delle scorie nucleari del nostro Paese. Non ne abbiamo molte, di scorie nucleari. Secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ammontano a 27.500 metri cubi. Cui bisogna aggiungere un volume compreso tra 30.000 e 60.000 metri cubi che deriveranno da quello che i tecnici chiamano il decommissioning – sì, insomma,lo smantellamento – dei pochissimi impianti nucleari che abbiamo avuto attivi in passato e chiusi dopo il referendum del 1987. In totale, dunque, abbiamoun volume compreso tra 55.000 e 100.000 metri cubi di rifiuti nucleari da smaltire. …

Irisbus. Il PD al fianco dei lavoratori

Bersani: “Chiudere un’azienda come quella è inaccettabile”. Enrico Letta: “Una decisione che impoverisce ulteriormente il territorio”. Veltroni scrive una lettera al Sottosegretario Gianni Letta. “Dopo Modena e Termini anche Avellino: il risultato del Piano Fiat ad ora è che siamo a tre stabilimenti chiusi”. Lo ha dichiarato il leader del Pd, Pier Luigi Bersani commentando la vicenda Irisbus. “È inaccettabile – ha continuato – che in una situazione come quella del trasporto pubblico in Italia, e con la tradizione industriale che abbiamo, l’Italia si lasci scappare una situazione come questa. Se Fiat non ha più intenzione di restare si cerchi un attore industriale vero, che sappia cosa sono gli autobus. Perché chiudere un’azienda come quella è inaccettabile” “Esprimo profonda preoccupazione per la decisione della Fiat di chiudere Iribus ad Avellino”. Lo ha detto il vicesegretario nazionale PD, Enrico Letta a margine della Festa Regionale dei Giovani Democratici della Campania. “È una decisione che impoverisce ulteriormente il territorio”. “Gentile dottor Letta, negli ultimi giorni alcune centinaia di famiglie, quelle dei quasi mille lavoratori dell’Irisbus della valle …

L’assalto di Sacconi «Referendum sull’acqua ridiscutiamo l’esito…», di Andrea Carugati

«Altro che sorella acqua, mi auguro che troveremo il modo per rimettere in discussione il referendum». Così parlò ieri Maurizio Sacconi a un convegno del Centro studi di Confindustria. Un “coming out” assai improvvido, a soli tre mesi dal referendum con cui 27 milioni di italiani si sono chiaramente espressi per l’acqua pubblica. Ma il ministro si deve essere sentito autorizzato, in qualche modo, dalla crisi a travolgere i fastidiosi lacciuoli del voto popolare. E infatti le sue parole sono arrivate pochi minuti dopo un summit con industriali e banchieri, insieme a Giulio Tremonti, tutto dedicato alle misure per far ripartire la crescita e alle liberalizzazioni. A partire proprio dal settore dei servizi pubblici locali…Insomma, l’ineffabile Sacconi, già autore della proposta, poi cancellata a furor di popolo, di eliminare il riscatto degli studi e della naja ai fini della pensione e della terribile barzelletta sulle suore stuprate, stavolta voleva fare bella figura davanti ai rappresentanti di Abi e di Confindustria. E così ha pensato bene di aggirare il responso referendario, dopo aver «giurato sul figlio», …

"Manovra, sciopero dei Sindaci. In piazza anche quelli del Pdl", di Mariagrazia Gerina

Mancavano solo i sindaci della Lega. Ad eccezione dell’italoamericana Sandy Cane, prima cittadina a Viggiù, nel varesotto, che del veto posto da via Bellerio non si è curata: «L’avevo promesso ai miei cittadini che avrei partecipato alla protesta contro la manovra, non potevo tirarmi indietro: mi avrebbero sputato in faccia», dice, con il linguaggio diretto proprio del suo partito. Più diplomatico il sindaco di Milano Pisapia. Ieri, a Palazzo Marino, al consiglio comunale straordinario sugli effetti della manovradoveva partecipare il sindaco di Varese, Attilio Fontana, in rappresentanza dei sindaci lombardi, per il consiglio straordinario sugli effetti della manovra. E non è andato. «I sindaci della Lega hanno avuto un momento di riflessione per problemi interni, ma io credo che molti di loro ritorneranno nel fronte compatto dei sindaci per cambiare o il patto di stabilità o la manovra almeno prima della finanziaria». Unfronte vastissimo che nel giorno dello «sciopero in fascia tricolore» contro la manovra del governo Berlusconi va da Gianni Alemanno, in prima linea nella protesta contro le scelte della sua stessa maggioranza – …

"Caso Fassino-Consorte: Il gip chiede il processo anche per il Cavaliere", di Luigi Ferrarella

«È un’intercettazione che, se gliela diamo a Berlusconi, vince le elezioni». Non andò proprio così, ma quasi: la rimonta del centrodestra fin quasi al pareggio con Prodi alle elezioni del 2006 ebbe tra i propellenti la pubblicazione il 31 dicembre 2005 su Il Giornale, edito da Paolo Berlusconi, dell’intercettazione nella quale il non indagato segretario ds Piero Fassino il 18 luglio chiedeva «Allora, abbiamo una banca?» al n.1 di Unipol Giovanni Consorte, lo scalatore della Bnl poi bloccato dai pm per aggiotaggio. L’intercettazione non era depositata agli atti, e neppure trascritta o riassunta, ma esisteva solo come file audio nei pc della Gdf, dei pm, e dell’azienda privata «Research control system» che per i pm faceva le intercettazioni. Decisiva, nel 2010, è stata la confessione al pm Maurizio Romanelli proprio dell’amministratore di Rcs, Roberto Raffaelli, che tramite l’imprenditore Fabrizio Favata aveva agganciato Paolo Berlusconi, offertosi in cambio di 40.000 euro al mese di propiziare l’aiuto del premier per il progetto di espansione della Rcs in Romania. Raffaelli ammette d’aver trafugato e portato nella villa di …

"La valanga giudiziaria e le tensioni nel Carroccio aumentano le incognite", di Massimo Franco

Sebbene sia l’unica cosa che conta davvero, la manovra economica sembra oscurata: travolta dalla valanga di intercettazioni e di veleni che scorrono fra il presidente del Consiglio e la magistratura. L’interrogatorio di Silvio Berlusconi come presunta vittima di un ricatto sui suoi incontri con ragazze da parte di Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola, non ci sarà. Il premier lo rifiuta perché i magistrati della Procura di Napoli non si sono accontentati della sua memoria difensiva; e dunque si ritiene perseguitato. Non solo. La sua imputazione decisa ieri dalla magistratura di Milano per il caso Unipol e la notizia che sarebbero state registrate oltre 100 mila telefonate, acuisce i sospetti e la rabbia del capo del governo. Che effetto tutto questo possa avere sulla credibilità dell’Italia è prevedibile: negativo. Per capire l’eventuale impatto sui titoli di Stato italiani, invece, sarà necessario aspettare. Ieri il Financial Times rilanciava l’ipotesi di un prossimo declassamento dell’Italia. Eppure, non andrebbe considerato troppo «significativo», essendo frutto del «nervosismo dei mercati». Per ora i contraccolpi di quanto avviene si scaricano nel recinto …

"Roma vede i Rom solo come nomadi", di Navi Pillay*

All’epoca della mia visita in Italia, nel marzo 2010, i temi riguardanti i Rom dell’Europa Orientale erano prioritari. Oggi, la loro situazione sembra alquanto oscurata dal dramma di rifugiati e immigrati provenienti dal travagliato Nord Africa. Ma non per questo dovrebbero essere dimenticate le questioni attinenti ai diritti umani affrontate dai Rom. Durante la mia visita l’anno scorso, mi recai in due insediamenti Rom alla periferia di Roma. Il primo, in via Marchetti, era una baraccopoli non autorizzata. Il secondo, in via Candoni, era stato creato dalle autorità. In quell’occasione incontrai anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni, che mi garantì che i Rom avrebbero beneficiato del cosiddetto Piano per i Nomadi elaborato dal governo, attraverso il loro ricollocamento da insediamenti illegali a «campi» regolamentati. Manifestai la mia seria preoccupazione circa tali soluzioni, osservando che, in nome della sicurezza, il «campo modello» ufficiale, in via Candoni, era circondato da alti muri di cinta con torri di sorveglianza della polizia. Ciò non lo distingueva affatto da quello non autorizzato, altrettanto segregato, lontano dalla città, dalle opportunità di …