Giorno: 15 Settembre 2011

"La minaccia dell’articolo 8", di Luciano Gallino

I commenti all´articolo 8 del decreto sulla manovra finanziaria hanno insistito per lo più sul rischio che esso faciliti i licenziamenti, rendendo di fatto inefficace l´articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori allorché si realizzino “specifiche intese” tra sindacati e azienda. È stato sicuramente utile richiamare l´attenzione prima di tutto su tale rischio, di importanza cruciale per i lavoratori. Tuttavia un´attenzione non minore dovrebbe essere rivolta ad altre parti dell´articolo 8 che lasciano intravvedere un grave peggioramento delle condizioni di lavoro di chiunque abbia o voglia avere un´occupazione alle dipendenze di un´azienda. Vediamo dunque che cosa potrebbe succedere ad un lavoratore (o lavoratrice) che già è occupato in un´azienda, oppure stia trattando la propria assunzione, laddove associazioni dei lavoratori rappresentative sul piano nazionale o territoriale abbiano sottoscritto con quell´azienda le “specifiche intese” previste dall´articolo 8. Sappia in primo luogo l´interessato che – se ci sono state delle intese in merito – ogni suo movimento sul lavoro sarà controllato istante per istante da un impianto audiovisivo. L´articolo 4 dello Statuto dei lavoratori lo vieterebbe, ma l´articolo 8 …

"I passi obbligati per la crescita", di Irene Tinagli

Approvata la manovra, si apre il capitolo crescita. Ne ha parlato pochi giorni fa Napolitano, ricordando quanto questo tema sia «stringente e drammatico». E ne ha fatto cenno Tremonti dal G8 di Marsiglia, annunciando un «dossier crescita» che dovrebbe aprirsi già questa settimana. E’ un tema ineludibile, e finalmente tutti sembrano averlo capito. Tuttavia, nonostante tutti ne parlino, nessuno sembra avere le idee chiare su come ottenerla. Tra le voci più ricorrenti quando si parla di crescita troviamo le infrastrutture e le opere pubbliche, oppure gli aiuti alle imprese: da incentivi settoriali al supporto alla capitalizzazione e alla crescita dimensionale. Tutte misure trite e ritrite, di cui è stato ampiamente fatto uso in passato e che non hanno mai portato risultati duraturi. Si tratta infatti di misure limitate, soggette ad abusi a distorsioni, incapaci di autosostenersi nel lungo periodo perché troppo gravose sui bilanci pubblici. Una possibilità di cui si sente parlare poco, su cui sarebbe necessario un dibattito più approfondito, è quella di creare le condizioni per nuovi processi imprenditoriali, nuove imprese attive in …

Ocse, precari metà dei giovani italiani. Napolitano: "Non lasciamoci atterrire", da repubblica.it

Quasi il 28% non ha un impiego e il 46,7% di chi ce l’ha non ha un contratto stabile. La condizione degli italiani fra i 15 e i 24 anni nel rapporto sul mondo del lavoro. Più basse della media anche le retribuzioni, mentre la perdità del posto incide più che altrove sul rischio povertà. Precari e poco pagati. In Italia, il 27,9% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è disoccupato e il 46,7% di chi invece lavora ha un impiego temporaneo. La fotografia dello stato di precarietà occupazionale del nostro Paese arriva dall’Ocse che, nel suo Employment Outlook, basato su dati di fine 2010, mette in chiaro quanto sia difficile per un giovane italiano trovare occupazione o stabilità contrattuale. Una fotografia allarmante che il presidente Giorgio Napolitano, in visita a Bucarest, ha scelto di commentare con un messaggio di incoraggiamento: “La tendenza negativa è un dato già acquisito da lungo tempo. Non facciamoci atterrire da questi dati e problemi negativi. Dobbiamo affrontarli con consapevolezza e lucidità in un contesto europeo”, ha …

"Marchionne ringrazia l'Italia e chiude la fabbrica Irisbus", di Marco Ventimiglia

Tutto in 24 ore: martedì mattina il sinistro ringraziamento di Sergio Marchionne al governo, «Quello che serviva ci è stato dato»; ieri, altrettanto di buon ora, l’asettico annuncio della Fiat: «Dopo la rinuncia del GruppoDr all’acquisto, l’attività dello stabilimento Irisbus di Valle Ufita cesserà». Asettico nella forma ma non certo nella sostanza, visto che la chiusura dello stabilimento irpino metterà sulla strada 700 lavoratori. Naturalmente non esiste nessuna correlazione fra i due episodi, come non c’è fra la pioggia che segue il tuono o la notte dopo il tramonto. «Di fronte all’ impossibilità di portare a termine l’unica soluzione individuata – ha poi precisato Irisbus Italia, società del gruppo Iveco -, che consentiva l’avvio di una nuova iniziativa imprenditoriale ed industriale per assicurare continuità al sito l’azienda sarà costretta, suo malgrado, ad avviare le procedure consentite dalla legge per cessare le attività dello stabilimento». A seguire, una frase ambigua: «Irisbus si rammarica del fatto che le strumentalizzazioni sviluppatesi su questa vicenda non abbiano nemmeno consentito la verifica della nuova soluzione industriale che avrebbe garantito prospettive …

""Asili e buoni scuola per i veneti doc" Pd e Udc contro Zaia: discrimini i bimbi", di Nicola Pellicani

“Prima i veneti” è lo slogan che ha accompagnato Luca Zaia in tutta la campagna elettorale, che l´ha incoronato governatore con percentuali bulgare. Un motto che, nei mesi successivi, non ha mai smesso di echeggiare nel Palazzo della Regione a guida leghista. Tant´è che adesso lo slogan si sta trasformando in un progetto di legge. Anzi tre progetti di legge, che hanno ricevuto il primo via libera in Commissione affari istituzionali del consiglio regionale, e prevedono la precedenza assoluta nelle graduatorie di accesso ad asili e servizi per la prima infanzia, buoni scuola e case popolari a chi risiede in Veneto da almeno 15 anni. Si tratta solo del primo passo, ma ce n´è abbastanza per scatenare un mare di polemiche e l´indignazione di tanta parte della popolazione veneta e non. Il provvedimento d´iniziativa del Carroccio è passato anche con i voti del Pdl. Contrari ovviamente il centrosinistra e l´Udc che in Regione Veneto, come a Roma, sono all´opposizione. Ma anche nel Pdl c´è chi ha detto no, come l´ex sindaco socialista di Venezia Nereo …

"Leghisti nel posto sbagliato", di Giuseppe Vespo

Per ora è solo un «modello 45»: un’indagine senza ipotesi di reato né indagati. Ma è il segno che alla procura di Monza non è passato inosservato l’incontro di lunedì tra Bossi, Calderoli e i 14 rappresentanti delle Province a guida leghista, riuniti nelle nuove sedi ministeriali di Villa Reale manco fossero gli uffici politici del Carroccio. «O è un ministero o è una sede di partito», commenta una fonte che spiega come le due cose non possano essere confuse. Nel fascicolo al momento ci sono solo i ritagli dei giornali che parlano della riunione di Bossi & Co., ufficialmente convocata per discutere l’abolizione delle Province. Non che qualcuno sia preoccupato per la poltrona, si sono affrettati a spiegare gli amministratori padani. Semmai il timore è per il vuoto di rappresentanza che si potrebbe lasciare nei territori. Un sentimento certamente trasmesso al ministro Tremonti, anche lui – brevemente – in visita negli uffici ministeriali assegnati guarda caso proprio all’Economia, alla Semplificazione (Calderoli) e alle Riforme (Bossi). Le tre dependance istituzionali, pegno pagato da Berlusconi al …

"Basta lamentarsi la scuola la salviamo noi", di Marco Rossi Doria

Al di là dell’interpretazione delle cifre, i soldi investiti nella scuola scendono da anni. Non c’è dirigente, docente o genitore che non lo avverta. Ma c’è una novità nell’aria: le scuole si domandano se questo non sia comunque il tempo di smettere di lamentarsi e innovare coi mezzi che ci sono. Da dove partire? Basilicata Lo chiedo a Pancrazio Toscano. Da poco in pensione. Maestro elementare fin da giovane e ricercatore di geografia. È di Tricarico, Basilicata, paese del quale è stato anche sindaco. Da maestro aveva inventato, negli anni Settanta, la classe itinerante. Portava i bimbi a esplorare e studiare i territori dal punto di vista geografico, storico, scientifico, letterario. Con un accordo con l’Alitalia li ha persino portati gratuitamente a volare «per vedere e disegnare l’Italia dall’alto». E’ stato dirigente scolastico a Como, in una difficile periferia romana, nei paesini e nelle città lucane. «Si parte da cos’è la scuola dell’ obbligo, che è “il luogo intenzionalmente organizzato per apprendere insieme ad altri, non consanguinei». Il che significa che anche noi che insegniamo …