Giorno: 2 Gennaio 2012

"Oggi più che mai è il lavoro la vera priorità", di Guglielmo Epifani

Il Paese a cui si è rivolto il discorso del Presidente della Repubblica è attraversato da preoccupazioni e inquietudini grandi, come poche volte è capitato nel passato. Si avverte l’insidia di una crisi economica e finanziaria solo in parte ascrivibile alle responsabilità nazionali. Una crisi su cui ora gravano il peso delle manovre di aggiustamento dei conti pubblici; la crescita dell’inflazione e la caduta dei redditi da lavoro e pensione; la lunghezza di un ciclo senza crescita economica e le previsioni di una ulteriore caduta dell’occupazione e dei consumi per l’anno che si apre. Innanzitutto grava sull’Italia il rischio di perdere altri 150mila posti di lavoro, o forse anche di più, in tutti i settori dell’industria e dei servizi. Per questo il presidente, senza nascondere la gravita del momento, ha esortato il Paese ad avere fiducia rassicurando che i sacrifici serviranno a fare uscire dalla crisi di oggi sia l’Italia che l’Europa. E parole non diverse hanno usato la cancelliera tedesca e il presidente della Repubblica francese, il quale ha messo la questione sociale al …

"Il diritto di fare figli e lavorare", di Mariella Gramaglia

A Bologna nella notte del 31 dicembre, da genitori ambedue italiani del piccolo paese di Monterenzio, è nata Linda, la prima cittadina dell’anno che viene. Poco dopo a Roma si è affacciata al mondo Sofia, di mamma vietnamita e di papà italiano. E ancora, a Torino, Takwa, di genitori tunisini, che sarebbe assurdo che restasse straniera nella nostra terra, come ci ha ricordato ancora una volta Napolitano nel discorso di fine d’anno. Sono 78.000 ogni anno i bambini nati in Italia da genitori stranieri. Uno su cinque, sul totale di 561.900 neonati stimabile anche per l’anno prossimo, avrà almeno un genitore straniero. Una benedizione del cielo, anche per chi il cielo lo vede poco stellato e vuoto di dei. Le mamme italiane, infatti, sono stanche. Se dipendesse solo da loro il tasso di fecondità sarebbe dell’1,29%, uno dei più bassi del mondo. Le straniere non sono delle fattrici senza posa. Semplicemente si adeguano ai tassi degli altri Paesi sviluppati. Arrivano al 2,13, come in Francia e negli Stati Uniti, e ci permettono per ora di …

"Discorso alla nazione", di Massimo Giannini

“Il discorso del re” non è stato solo un magnifico film di questo terribile 2011. È stato anche il messaggio di Capodanno a reti unificate di Giorgio Napolitano, che almeno sul piano simbolico è ormai al tutti gli effetti il vero “sovrano democratico” di questa incompiuta e inconcludente Repubblica parlamentare. Al contrario degli ultimi due anni, stavolta il capo dello Stato non si e limitato a un breve e colloquiale augurio dedicato alle famiglie italiane sedute a tavola per il solito cenone. “Re Giorgio”, come ormai lo ha ribattezzato il New York Times, ha tenuto un vero e proprio “discorso alla nazione”. Ad alto impatto etico, politico e persino psicologico. Colpiscono i toni. A differenza del capodanno 2010, nelle parole del presidente della Repubblica si è percepito un piglio e un orgoglio del tutto inusuali, ma assolutamente coerenti con la fase. Napolitano sente l´esigenza di scuotere il Paese dalla sua inebetita frustrazione. Di strigliare la politica nella sua stupefacente auto-sospensione. Di stimolare il governo nella sua complicata missione. Di svegliare l´Europa dalla sua masochistica indecisione. …