attualità, politica italiana

"Adesso si dimetta il leghista", di Cesare Martinetti

Va bene l’opposizione ci mancherebbe -, incalzante e persino beffarda. Va bene la denuncia che non deve esitare al cospetto di nessuno. Ma il leghista Calderoli ieri ha superato ogni limite: del buon gusto capita spesso – e dell’intelligenza politica. Denunciare come una «festa» la cena privata del professor Monti con i suoi famigliari a Palazzo Chigi la sera del 31 dicembre ed aver chiesto le dimissioni del presidente del Consiglio è semplicemente ridicolo. Calderoli ha trascorso anni in un governo il cui capo era lui sì un organizzatore di «feste» (mai denunciate dal moralizzatore leghista) e la Lega ha prodotto negli anni vere carnevalate come il trasferimento dei ministeri a Monza. E soprattutto la denuncia si è rivelata totalmente infondata.

La misura e l’eleganza del professor Monti dovrebbero indurre Calderoli alle dimissioni. Temiamo non accada.

La Stampan 05.01.12

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“La Lega: festa di Capodanno a Palazzo Chigi Il premier: cotechino e lenticchie a spese mie”. di Giovanna Casadio

Il Pd attacca l´ex ministro: “Si è dimenticato i Bunga Bunga sugli aerei di Stato”. Ne ha digerite di cose la Lega, dai festini di Berlusconi ai voli di Stato con le giovani ospiti dell´ex premier. Ma sul cenone di Capodanno di Monti a Palazzo Chigi i lumbàrd, ormai di lotta, vogliono vederci chiaro. E l´ex ministro Roberto Calderoli prima annuncia un´interrogazione alla Camera (alla quale il premier potrebbe rispondere nel question time di mercoledì 11), poi rilancia: «Andrò a denunciare il presidente del Consiglio in Procura. Ci è cascato in pieno, non doveva tenere aperto il portone di Palazzo Chigi per ragioni di sicurezza e di costi. Se c´è stato un veglione deve dimettersi».
Monti trasecola, resta di sasso. S´arrabbia, anche. Poi alle 20 di ieri un comunicato di Palazzo Chigi viene inviato alle agenzie di stampa. Il Professore risponde alle accuse leghiste. E lo fa in perfetto Monti-style, ovvero con un rendiconto minuzioso del menù, di chi l´ha cucinato e persino dei negozi (indicata solo la via per evitare pubblicità impropria) dove la consorte, signora Elsa Antonioli si è approvvigionata. Oltre al numero degli ospiti: 12, compresi i bambini.
Per prima cosa, i tempi. Il 31 dicembre si è tenuta sì, una cena a Palazzo Chigi ma nell´appartamento-residenza di servizio del presidente del Consiglio. Cena privata, ribadisce la nota, non certo un veglione a spese dei contribuenti. Alle ore 20. Però a mezzanotte e un quarto tutti a nanna. I commensali erano: i coniugi Monti, i figli con relativi consorti, i quattro nipotini (da un anno e mezzo a sei anni) e la sorella della signora Elsa con il marito.
Il piatti serviti a tavola. Cotechino e lenticchie. Anche se, si legge nel comunicato, la signora Monti – che ha personalmente cucinato e servito i commensali (si spera aiutata dalle nuore) – ha acquistato pure tortellini e dolci, in piazza Santa Emerenziana. Mentre cotechino e lenticchie sono stati comprati in via Cola di Rienzo. Va da sé, a proprie spese. E qui, il Professore si toglie la non piccola soddisfazione di ricordare di avere rinunciato «alle remunerazioni previste per le posizioni di presidente del Consiglio e di ministro dell´Economia».
La collettività ha sostenuto dei costi? Il Professore sfodera l´ironia. «Il presidente Monti – si legge nella nota – non può tuttavia escludere che dato il numero relativamente elevato degli ospiti, ci possano essere stati oneri lievemente superiori per consumo di luce, acqua, gas». Tanto per completare le informazioni, Palazzo Chigi spiega che tutti gli ospiti di Monti alloggiavano all´Hotel Nazionale a proprie spese, e a quanto pare potrebbero rendere conto di come hanno trascorso la giornata del 31, tra una visita a Palazzo del Quirinale e una mostra. E Calderoli? Sostiene che la spiegazione è «una toppa peggiore del buco». Sulla vicenda impazzano i twitter con l´hashtag “Cotechino e lenticchie”. Il Pd: «Calderoli moralista non si ricorda più le ragazze del Bunga Bunga sugli aerei di Stato». Monti infine, molto british, si è detto «grato» per aver potuto chiarire: «Sarebbe stato offensivo verso i cittadini organizzare una festa utilizzando strutture e personale pubblici».

La Repubblica 05.01.12