Giorno: 20 Gennaio 2012

"Con Monti un cambio di passo. Ma alcune cose vanno cambiate", intervista a Pier Luigi Bersani di Emanuela Fiorentino

«Pensioni? Aggiustare subito il tiro. Evasione? Più coraggio con le banche dati. Liberalizzazioni? Sono circolate troppe bozze». Segretario Pier Luigi Bersani, lei è stato il primo liberalizzatore. Le piacciono le «lenzuolate» di Mario Monti? Rivendico almeno il coraggio: con un mio provvedimento, dalla sera alla mattina, scomparvero a suo tempo le licenze del commercio e le tabelle merceologiche: c’era un asse della politica che cercava di dare qualche occasione di lavoro ai giovani e di limitare speculazioni sui prezzi. Ora chiedo al governo di riprendere la questione sotto quei due profili, senza lasciare margine a cattive interpretazioni. Chi interpreta male e che cosa? Sento dire per esempio che intervenire sui farmaci è de minimis. Non è vero, è una cosa fondamentale che riguarda miliardi di euro addosso in particolare agli anziani e alle famiglie numerose. Facciano il massimo, con coraggio, senza discriminare questo o quello. Quale consiglio, lei che ci è passato e che di proteste ne ha incassate tante, si sente di dare al premier? Avrei dato un consiglio preventivo: far girare meno bozze. …

"Dall´operaio alla commessa i due milioni di lavoratori con le dimissioni in bianco", di Maria Novella De Luca

Colpite soprattutto le donne-mamme. “Ricatto intollerabile”. Le regole distorte Accade nei cantieri, nei negozi, nei centri commerciali, nelle botteghe artigiane, nelle imprese. Tra le ricamatrici di abiti da sposa di Barletta come tra gli operai metalmeccanici di Terni. Nelle aziende in crisi ma anche in quelle sane. Dove ci sono 10 dipendenti, ma anche 50. Al Sud e al Nord. Si chiamano “dimissioni in bianco”. Che cosa si può fare oggi concretamente per difendersi da questo sopruso? Cos´è questa prassi illegale e come si fa ad attuare una distorsione delle regole tanto evidente? Sono una delle piaghe più sommerse e invisibili del mercato del lavoro in Italia, la clausola nascosta del 15% dei contratti a tempo indeterminato, un ricatto che colpisce due milioni di dipendenti, in gran parte donne. Ricorda Fabrizio B., meccanico specializzato di 34 anni, oggi a contratto in una grande acciaieria umbra: «Con un´unica penna ho firmato la mia assunzione e le mie dimissioni, la speranza e la condanna, sapevo che era un ricatto, sapevo che era illegale, ma avevo due figlie …

"Sul Fatto vignetta anti Pd con Schettino: è polemica", di Andrea Carugati

Il quotidiano pubblica una vignetta con il comandante della tragedia che tarocca la campagna dei Democratici. I militanti: «Sciacalli». Una vignetta che non fa ridere. E un piccolo caso politico che si apre. Con i militanti Pd che s’infuriano sul web contro il Fatto Quotidiano. Che stavolta, nella sua furia iconoclasta contro la politica e i partiti, ha ceduto al cattivo gusto. Eccola qui la vignetta incriminata. Fa il verso alla nuova campagna Pd «Ti presento i miei», volti e nomi di iscritti utilizzati come testimonial per la nuova campagna di tesseramento. Una campagna un po’ sfortunata, a dire il vero. Iniziata con una seria di affissioni ermetiche sui muri della Capitale («Conosci Faruk?», Conosci Eva?) e terminata con lo svelamento dei volti titolari dei nomi, quelli di veri iscritti ai democratici. Il Fatto ha deciso di taroccare a modo suo la campagna Pd. E tra i testimonial ha inserito il famigerato Comandante Francesco Schettino, «52 anni, il suo sport preferito è l’inchino», col faccione in primo piano sul finto manifesto. La vignetta è opera …

"Il paradosso dei partiti nella rete delle lobby", di Carlo Galli

VIVIAMO il tempo della politica dei paradossi. Quello di Monti è un governo espresso dalle élites che si sono sganciate dalla miscela di populismo e corporatismo, vera fonte di legittimazione dell´esperienza berlusconiana. Eppure, questo governo è il più qualificato a operare in nome della salus populi, della salvezza di tutto il popolo. Élites e popolo non stanno su opposte barricate, quindi; nonostante le furiose proteste di influenti lobby e di parti non piccole della popolazione davanti alle ipotesi di intervento sui mali sociali che la politica ha lasciato incancrenire (evasione, corruzione, particolarismo corporativo), il governo gode (ancora) di una popolarità maggiore di quella che lo stesso premier si aspetterebbe. Così, l´esecutivo – che fisiologicamente dovrebbe essere di parte, ossia l´espressione di un preciso orientamento politico – è oggi un´istituzione relativamente universale, mentre il parlamento è la rappresentanza di una frammentazione sociale e civile che i partiti non riescono a ridurre. Un ulteriore paradosso è che, a fronte del rispetto che ancora circonda il governo, i partiti siano invece investiti da un´ondata di astio contro la …

"Due milioni di ragazzi rassegnati. Disoccupati, ma non cercano lavoro", di Francesco Semprini

48.5 per cento. Quasi un disoccupato su due, a un anno dalla perdita del lavoro non ne ha ancora trovato un altro Giovani, senza lavoro e con una scarsa attitudine agli studi. È la fotografia scattata dall’Istat nel rapporto «Noi Italia: 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo». Quello in cui viviamo è un Paese in cui nel 2010 più di 2 milioni di giovani, ovvero 1 su 5 tra 15 e 29 anni, era fuori dal circuito formativo e lavorativo. L’Italia si assicura così un triste primato in ambito Eurozona mentre nella Ue è seconda dietro alla Bulgaria. In gergo statistico si chiamano «Not in Education, Employment or Training», o Neet, senza arte né parte, rassegnati a essere senza lavoro tanto che non lo cercano nemmeno più, la cui incidenza è tornata a crescere a causa della crisi, colpendo di più le donne degli uomini, il Sud rispetto a Centro e Nord. I Neet sono in parte il corollario di un altro fenomeno, l’abbandono degli studi per il quale l’Italia si aggiudica …

"L´amaca", di Michele Serra

La giornalista del tigì che insegue trafelata il comandante De Falco e gli chiede (gridando per farsi sentire): «lei è un eroe?», mentre quello, giustamente, fugge e preferirebbe sprofondare piuttosto che risponderle (perché quale persona al mondo accetterebbe di rispondere a una domanda del genere senza sentirsi ridicolo o stupido?); quella giornalista, dicevo, è a sua volta un´eroina, perché accetta di incarnare fino in fondo, fino allo stremo, il ruolo assurdo che il dovere le assegna. Che è quello di confezionare la realtà come uno spettacolo facile facile, commestibile per tutte le bocche, uno spettacolo con i buoni e i cattivi, gli eroi e gli infami, i vincitori e i vinti. Senza le sfumature, le ambiguità, i margini di dubbio, uno spettacolo fatto solo di chiari e di scuri, che lo capiscano anche i bambini, oppure quegli adulti ridotti a bambini che la tivù amerebbe noi fossimo. Una volta vidi Benigni sistemare le luci prima di una sua apparizione televisiva. Tenne ai tecnici una breve lezione: «Mi raccomando levatemi ogni ombra. Il comico deve apparire …

"Italiani più sensibili ai doveri", di Luigi La Spina

È sempre azzardato collegare segnali che sembrano arrivare da più parti nella società italiana per cercare di cogliere nuovi sentimenti e nuovi bisogni. Eppure, notizie e reazioni alle notizie che si sono succedute in queste ultime settimane paiono indicare la necessità, ma anche il desiderio, di ritrovare nella responsabilità individuale, nell’impegno personale al rigore dei comportamenti, nella consapevolezza dei doveri oltre che dei diritti, la strada più sicura, forse l’unica, per un riscatto nazionale. Per uscire da una specie di depressione psicologica collettiva, umiliata per un confronto negativo da parte degli stranieri che riteniamo ingiusto, ma che non sappiamo contrastare. Come se fosse frutto di una inesorabile congiura del destino. Quello che conferma, con l’ostinazione dei fatti e delle opinioni, vecchi pregiudizi e vecchi sospetti verso l’Italia e verso gli italiani. Perché, nonostante le furiose opposizioni delle categorie colpite dalle annunciate liberalizzazioni del governo e dopo i duri tagli imposti ai bilanci familiari, il premier Monti mantiene un così elevato consenso popolare in tutti i sondaggi? Perché i richiami secchi del capitano De Falco ai …