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RAI, Bersani: "E' ora che la RAI cambi governance e sia estranea ai partiti"

La RAI è un’azienda pubblica e il governo ha il dovere di intervenire. Il Segretario parla alla vigilia della riunione del CdA Rai che dovrà decidere le nomine dei vertici di Tg1 e Tg.
“Oggi credo che il CdA della RAI debba riflettere su un passaggio che rischia di segnalare un vecchio rito, mentre in Italia e in Europa succede di tutto, la RAI prosegue con i vecchi riti. Questo sarebbe assolutamente inaccettabile”. Così il Segretario del PD Pier Luigi Bersani invita i vertici RAI a fermarsi sulle nomine ribadendo che “una grande azienda non può essere mandata allo sbaraglio e invece sta andando allo sbaraglio”.

Bersani parla alla vigilia della riunione del CdA Rai che dovrà decidere delle nomine di Tg1 e Tg regionali su cui i membri del vertice di viale Mazzini sono divisi e che passerebbe con i soli voti dei consiglieri di Pdl e Lega.

“La RAI è un’azienda pubblica e il governo ha il dovere di intervenire. Ho sentito dalla destra che non tocca a questo governo fare una riforma della Rai, non sono d’accordo. Nel CdA c’è un rappresentante del Tesoro e io vorrei sapere cosa pensa il Tesoro – ha detto il Segretario democratico rispondendo ai cronisti – della progressiva distruzione dell’azienda”.

“La nostra proposta è semplice – ha ribadito Bersani – e prevede una norma per modificare il governo dell’azienda in modo che ci sia un responsabile unico, i partiti non c’entrano. Se si dovesse rinnovare il CdA con le regole di adesso dico subito che noi non parteciperemmo, diciamo basta. Non vogliamo essere corresponsabili della distruzione dell’azienda”.

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Si legge inoltre in una nota del Gruppo parlamentare del PD: “Nell’informazione dei Tg il Pdl gode di un trattamento che, in termini di tempo di parola, raddoppia quello del PD ed eguaglia e supera quello di tutti gli altri partiti messi insieme; anche lo spazio che viene dato al governo Monti – non potrebbe essere diversamente, vista la forza della notizia – non garantisce l’equilibrio complessivo dell’informazione”.

“Tutto questo emerge dai dati sul pluralismo politico relativo ai soggetti politici ed istituzionali del mese di dicembre 2011, diffusi dall’Agcom – con circa quindici giorni di ritardo rispetto al tempo promesso e con un ritardo ancor maggiore rispetto ai dati diffusi dall’Osservatorio di Pavia”. E’ quanto denuncia Roberto Zaccaria, deputato del PD, il quale sottolinea che “come al solito si tratta di dati di non facile lettura ma dai quali risulta confermato il privilegio di cui gode il Pdl. Abbiamo già espresso stupore per il silenzio dell’Autorità, come se i dati confermassero la normalità, eppure l’equilibri o pluralistico in TV è principio che dovrebbe essere rispettato tutto l’anno e non solo in campagna elettorale”.

Ha concluso Zaccaria: “Naturalmente, spicca in termini di equilibrio la posizione del TG3 mentre i TG Mediaset accentuano lo squilibrio – ma l’Agcom evita di considerarlo un problema. A partire dal prossimo mese – annuncia Zaccaria –
presenteremo esposti formali”.

www.partitodemocratico.it

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Maccari confermato al Tg1, si spacca il Cda Rai

Passa la linea della Lei, vota contro il presidente Garimberti, che parla di una situazione “ormai ingovernabile”, aggiungendo che “Il dg aveva preso altri impegni”. Bersani: “Stanno distruggendo un’azienda, non resteremo con le mani in mano”
Si spacca il consiglio d’amministrazione Rai: con 5 sì e quattro no, è stato confermato alla guida del Tg1 Alberto Maccari, che in teoria doveva essere un direttore di transizione, visto che è entrato in età da pensione. Ai tg regionali scelto, con la stessa maggioranza, Alessandro Casarin. Alla fine del Cda, il consigliere Rizzo Nervo si è dimesso.

A favore della nomina, proposta dal direttore generale Lorenza Lei, hanno votato Antonio Verro, Guglielmo Rositani, Angelo Maria Petroni, Giovanna Bianchi Clerici e Alessio Gorla. Contro si sono espressi il presidente Paolo Garimberti e i consiglieri Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis. Maccari ha accettato un contratto a tempo determinato fino al 31 dicembre con diritto di recesso per l’azienda.

Garimberti: “Il dg aveva preso altri impegni”. Garimberti è polemico: “Ciò che è accaduto oggi è la conferma che questa governance condanna la Rai all’ingovernabilità e che è urgente affrontare il problema delle norme che regolano la vita e l’attività dell’Azienda”. Il presidente della Rai prosegue: “Il voto di stasera indica che a forza di star chiusi nel Palazzo della Rai si perde la sintonia con il Paese. Si poteva ragionare su un mandato dei direttori legato a quello della durata del Cda ma la pervicacia con cui si sono portate avanti le nomine al Tg1 e alla Tgr dimostra che non si tratta di nomine di emergenza ma di nomine che hanno
spaccato il Consiglio e che per questo non possono che incontrare la mia disapprovazione, soprattutto perchè il Direttore Generale aveva preso altri impegni al momento del primo interim consegnato ad Alberto Maccari”.

Maccari proprio ieri è stato vittima di uno scherzo: a un finto Umberto Bossi 1 ha detto: “Lei sa che può contare su un amico”. Casarin, da parte sua, è considerato in quota Carroccio.
Il segretario del Pd bersani attacca duramente: “Stanno distruggendo l’azienda, non resteremo a guardare”, dice. La replica è di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori Pdl: “Bersani usa sulla Rai il linguaggio della minaccia e della protervia. La smetta. Rispetti le decisioni del consiglio di amministrazione, rilegga le sentenze della Corte Costituzionale e si renda conto che la sua arroganza non lo porterà da nessuna parte. Quel che lui dice è falso. Quel che propone è illegale”.

La lettera di dimissioni. Rizzo Nervo scrive al presidente: “Si tratta di un atto scriteriato, di una gestione condizionata da logiche di parte che sta spingendo l’azienda verso un rapido declino”. Aggiunge: “Ho più volte denunciato anche in Consiglio la gravità della situazione e ti do atto (a Garimberti, ndr) degli sforzi che hai compiuto in questi anni per preservare l’autonomia delle decisioni e per tutelare gli interessi aziendali”.

Giulietti: “Si dimetta anche Garimberti”. Giuseppe Giulietti rincara la dose: “Dopo le dimissioni di Rizzo nervo mi aspetto quelle di Garimberti”, dice il deputato Pd. “La Rai è ormai travolta dalla arroganza e dal ridicolo, ed è difficile dire quale dei due atteggiamenti sia ormai prevalente. Oggi la Rai si è autocommissariata, anzi è stata definitivamente commissariata dalla banda del conflitto di interessi. Un grazie al consigliere Rizzo Nervo che si è dimesso, siamo sicuri che non resterà solo e che anche altri a cominciare dal ” Presidente di garanzia” vorranno seguite il suo esempio”.

da www.repubblica.it