Mese: Gennaio 2012

Buon anno

Buon 2012 agli affezionati lettori di questo sito, a chi ci stimola a fare meglio, a chi ci critica e a chi ci apprezza. Buon anno ai volontari e ai sostenitori del PD e a tutte quelle donne e quegli uomini che, fianco a fianco, operano per un Paese migliore.

"L'Italia può e deve farcela. La nostra società deve uscirne più severa e più giusta, più dinamica, moralmente e civilmente più viva, più aperta, più coesa", di Giorgio Napolitano

“Grazie a tanti di voi, a tanti italiani, uomini e donne, di tutte le generazioni e di ogni parte del paese, per il calore con cui mi avete accolto ovunque mi sia recato per celebrare la nascita dell’Italia unita e i suoi 150 anni di vita”. Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha aperto il tradizionale messaggio televisivo, a reti unificate, di fine anno. “Il mio è, in sostanza, un grazie per avermi trasmesso nuovi e più forti motivi di fiducia nel futuro dell’Italia. Che fa tutt’uno con fiducia in noi stessi, per quel che possiamo sprigionare e far valere dinanzi alle avversità: spirito di sacrificio e slancio innovativo, capacità di mettere a frutto le risorse e le riserve di un’economia avanzata, solida e vitale nonostante squilibri e punti deboli, di un capitale umano ricco di qualità e sottoutilizzato, di un’eredità culturale e di una creatività universalmente riconosciute. Non mi nascondo, certo, che nell’animo di molti, la fiducia che ho sentito riaffiorare e crescere nel ricordo della nostra storia rischia di essere oscurata, in …

"Stefania uccisa perchè donna", di Lea Melandri

Un giovane ventiquattrenne, studente di psicologia all’Università La Sapienza di Roma, uccide a coltellate la donna che dice di aver amato “più della sua vita”. Come si può prevenire la violenza, sempre più frequente, che vede l’amore di un uomo trasformarsi in odio, una separazione diventare così intollerabile da trasformarsi in una incontrollata pulsione omicida? Gli amici e le amiche di Stefania Noce non potevano scegliere un modo migliore per ricordarla che farlo “con le sue parole e le sue lotte”. Nel sito del Movimento Studentesco Catanese è comparsa in questi giorni una foto in cui Stefania, ripresa durante la manifestazione del 13 febbraio di Se non ora quando? , tiene sollevato un cartello con la scritta “Non sono in vendita”. Di seguito, viene riportato un suo articolo pubblicato sul giornalino dell’Università di Catania, La Bussola, che ha come titolo Ha ancora senso essere femministe? e come chiusura un giudizio che richiama in modo evidente lo slogan con cui aveva voluto esprimere una delle ragioni per cui riteneva che si dovesse ancora lottare per un’ …

"Così parlò l'anno appena trascorso", di Gianluca Nicoletti

Da “Spread” a “Fukushima” passando per “Equità”: i vocaboli che non dimenticheremo. Sintetizzare un anno attraverso le sue parole chiave equivale a decapitarlo dopo un processo sommario. La parola chiave è un’influenza stagionale, colpisce tutti,ma passa senza lasciar tracce. È una contaminazione fugace da virus mediatico che infesta il linguaggio comune, dopo aver covato per giorni e giorni tra i titoli di giornali e tg. La parola chiave che più ricordiamo corrisponde solitamente all’ultima a manifestarsi, che naturalmente si sovrascrive su tutte le precedenti parole chiave emerse nel corso dell’anno. Oggi la prima la parola che martella la mente è per tutti:Crisi, che a sua volta rappresenta un contenitore lessicale. Al suo interno riescono a ben convivere sia l’ermetico Spread, dal sinistro schiocco onomatopeico di una frustata, sia la Sobrietà, che porta con sé l’aroma rassicurante di naftalina, nel nostro immaginario il baluardo più efficace per evitare che le tarme potessero divorare il bene rifugio di unvecchio loden delnonno. Oggi viviamo in sommesso rigore questa chiusura sul filo dell’Equità, funestata da prospettive di Lacrime e …

«Fassino ha fatto bene. Ci sono 40 miliardi fermi per pagare le imprese», intevista a Graziano Delrio di Laura Matteucci

Abbiamo sempre denunciato il fatto che il Patto di stabilità così com’è concepito è stupido, iniquo, e di certo non aiuta il Paese a ripartire. Anzi, il contrario: deprime gli investimenti, del 30% solo negli ultimi due anni, blocca persino i pagamenti alle imprese, che giustamente se ne lamentano». Quindi l’Anci condivide la posizione del sindaco di Torino, Piero Fassino,che ha reso pubblico lo sforamento, rivendicandolo come mossa per “sostenere l’economia della città”? «Nel merito non ho alcuna obiezione alle parole di Fassino. La sua è da sempre la posizione dell’Anci. È da quando il Patto è nato, con la manovra Tremonti del 2007-2008, che ne chiediamo la revisione, e questa volta Monti e il ministro Giarda si sono impegnati a farla nei primi mesi dell’anno. Comunque quella di Fassino è la presa d’atto di una situazione: nel 2011, dice, Torino ha sforato. Il che non mi stupisce: sono le città più grandi ad accusare le difficoltà maggiori». Parla Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’Anci, l’Associazione dei comuni, dopo l’uscita di Fassino …

"Il debito pubblico è il prodotto di secoli, ma il malefico “spread” di appena nove anni: la somma dei malgoverni berlusconiani", di Guido Carandini

Spesso per capire l’attualità occorre guardare parecchio indietro nella storia. E scoprire, per esempio, che risale al 1694 la nascita della Banca d’Inghilterra e, con essa, del primo sistema del “debito pubblico” che poneva il finanziamento dello Stato su una base più solida di quella precedente dei banchieri privati. La fiducia su cui si poté costruire allora il debito pubblico inglese era essenziale per i banchieri olandesi che lo finanziavano anche per approfittare dei più alti tassi di interesse pagati dalla Banca centrale inglese. Come vedete c’è poco di nuovo sotto il sole: gli Stati si sono indebitati da quando la spesa pubblica ha cominciato a superare gli introiti fiscali. Ma per un paradosso dell’economia capitalista, studiato da pochi economisti (da noi, a mia conoscenza, solo da Paolo Leon) il passivo dei conti pubblici può accrescere il reddito nazionale (il Prodotto interno lordo) e, per questa via, trasformarsi in un attivo nei conti privati, per esempio aumentando simultaneamente i profitti delle imprese e i consumi dei loro dipendenti. E poiché dunque nel PIL, al contrario …

"Quattro su dieci vedono il 2012 più nero del 2011", di Ilvo Diamanti

Sull´orlo del 2012, gli italiani vorrebbero ritrarsi. Fermarsi sulla soglia. Ma l´anno lasciato alle spalle, carico di problemi insoluti, li spinge oltre. Il sondaggio di Demos li rappresenta così. Insoddisfatti e depressi per quel che è successo nel 2011. Inquieti e, anzi, impauriti da quel che li (ci) attende nell´anno che sta per iniziare. Le cifre, per quanto aride, a volte, parlano più delle parole. Nove persone su dieci (tra quelle intervistate) ritengono che nel 2011 l´economia italiana sia peggiorata. E quattro su dieci pensano che nel 2012 peggiorerà ancora. Quasi metà degli italiani valuta negativamente la situazione del proprio reddito nel 2011. Un terzo teme che, nel corso dell´anno prossimo, sia destinata a degradarsi ancora. Appare generalizzata (quasi l´80%) anche l´insoddisfazione verso la politica italiana, infetta dalla mala pianta della corruzione. Che, secondo il 37% del campione, è destinata ad aggravarsi ulteriormente. Solo l´atteggiamento verso la sicurezza “personale” sembra più disteso. Soprattutto in prospettiva futura. Ma si tratta di una visione distorta, in quanto l´insicurezza economica oggi sovrasta la “paura” degli altri: immigrati e …