Giorno: 21 Agosto 2012

"Le ragazze di Tunisi", di Vanna Vannucci

Le donne che affollavano il palazzo dei Congressi, lunedì scorso, dopo la cena del ramadan, non smettevano di gridare entusiaste mentre il regista Raja Farhat leggeva il Codice dello statuto personale che nel 1956 aveva fissato i diritti della donna tunisina. In migliaia sono sfilate poi sulla via Bourghiba. Donne a capo scoperto, donne velate, bambine con cartelli con su scritto “Gannouchi non toccare i diritti della mamma”, ragazze con il foulard rosso come la bandiera nazionale. Rosso è il colore della rivoluzione che diciotto mesi fa divampò in Tunisia e questa, diciotto mesi dopo, era la più grande manifestazione da allora. Le donne in Tunisia hanno più diritti che in ogni altro paese arabo. Il fondatore della Repubblica Bourghiba, che certo non era un liberale e — come accadeva spesso in quegli anni negli Stati postcoloniali — creò una dittatura, riconobbe però alle donne la parità, convinto che questo fosse un passaggio obbligato per fare della Tunisia un paese moderno. Da allora le tunisine possono chiedere il divorzio senza aspettare anni come succede in …

"Chi ha ucciso la mediazione", di Michele Ciliberto

È interessante la relazione di Stefano Zamagni pubblicata su l’Unità, nella quale si sottolinea come la «mediazione» di De Gasperi sia stata alla base del grande sviluppo del Paese. Tanto più colpisce se si pensa alla situazione attuale dell’Italia. Basta guardare alla virulenza con cui è riesplosa in questi giorni la polemica tra politica e magistratura in seguito al conflitto di attribuzione sollevato di fronte alla Corte Costituzionale dal Presidente della Repubblica contro la Procura di Palermo. A Est e a Ovest, ogni parola una fucilata. Non voglio, però, entrare nel merito di questa grave questione ma porre un problema. Se si volesse individuare un elemento importante della crisi attuale della democrazia italiana si dovrebbe, infatti, parlare anche della decadenza della «mediazione». E quando uso questo termine non mi riferisco a una tecnica della discussione o a uno strumento di tipo strettamente politico, ma a una concezione generale, a un modo di considerare la realtà – compresa la politica – e di intervenire in essa. In modo esplicito o implicito, diretto o indiretto, la mediazione …

"Clima, gli scettici hanno torto", di Richard A. Muller

Posso definirmi uno scettico convertito. Tre anni fa, esaminando gli studi esistenti sul cambiamento climatico vi ho rilevato elementi discutibili, tali da farmi mettere in dubbio l’esistenza stessa del riscaldamento globale. Lo scorso anno, al termine di una ricerca che ha coinvolto una dozzina di scienziati, sono giunto alla conclusione che il riscaldamento globale è una realtà e che le stime sul tasso di riscaldamento erano effettivamente corrette. Oggi vado ancora oltre e affermo che la responsabilità del riscaldamento globale va attribuita quasi in toto agli esseri umani. Devo il mio repentino voltafaccia all’analisi attenta ed obiettiva realizzata dal progetto Berkeley Earth Surface Temperature. Dai dati raccolti emerge che la temperatura media del suolo terrestre è cresciuta di 2,5 gradi Fahrenheit nel corso di 250 anni, con un aumento di 1,5 gradi negli ultimi cinquanta. Cosa ha provocato il graduale sistematico aumento di due gradi e mezzo? Fino a che punto si può attribuire con certezza la responsabilità del riscaldamento globale agli uomini? La Commissione intergovernativa Onu (IPCC), deputata a fare il punto sull’opinione generale …

"Sotto le Due Torri in 17mila rischiano di perdere il posto", di Giulia Gentile

Oltre 17mila dipendenti di diversi comparti, dal tessile al metalmeccanico, al commercio, fino all’agroalimentare e alla comunicazione, tartassati sotto le due Torri da una situazione di grave incertezza lavorativa, perché impiegati in aziende in cassa integrazione ordinaria o straordinaria, in mobilità, o che hanno ridotto i propri orari di produzione. E decine e decine di imprese che, se a settembre, riusciranno a riaprire i battenti dopo la pausa estiva, si troveranno comunque nella condizione di non essersi ancora rialzati dalla crisi, ma di non poter più accedere agli ammortizzatori sociali perché già utilizzati al massimo. Per il segretario cittadino della Cgil Danilo Gruppi è ancora «sconfortantissimo» il quadro del lavoro bolognese, all’indomani del decesso a Roma di Angelo Di Carlo, forlivese d’adozione che dopo settimane senza un impiego si era dato fuoco davanti a Montecitorio, la notte fra l’11 e il 12 agosto. Il 5 settembre, alla Camera del lavoro di via Marconi arriverà il segretario Susanna Camusso. E all’assemblea dei delegati di tutte le categorie, la Cgil deciderà «le strategie di lotta per l’autunno». …

"La resa dei conti in Germania", di Andrea Bonanni

C’è una doppia partita che si sta giocando sul futuro dell’euro in vista di un settembre che si preannuncia caldissimo. La prima riguarda la Grecia e la possibilità che Atene resti nella moneta unica. La seconda, molto più importante, riguarda il ruolo e il margine di azione della Bce, dopo che Draghi ha annunciato che la Banca centrale interverrà «con tutti i mezzi» a difesa della moneta unica e per contenere la speculazione sugli spread. Attorno a queste due questioni si stanno mobilitando le cancellerie europee con un calendario di colloqui e di incontri molto intenso. Giovedì ci sarà un vertice Merkel-Hollande. Venerdì un incontro della Cancelliera con il premier greco. Poi a fine mese la visita di Monti a Berlino. I ministeri dell’economia dei diciassette membri della zona euro sono in contatto quotidiano, e così pure i ministeri degli esteri. Peccato però che, nonostante la grande fibrillazione nelle capitali europee, le due partite si giochino di fatto tutte in territorio tedesco. E che i falchi d’Oltralpe schierati nell’ultima battaglia contro l’euro stiano usando la …

"Il tradimento dei liberali", di Francesco Cundari

Esclusi forse soltanto un paio di gruppuscoli nazi-maoisti o anarco-insurrezionalisti, nell’Italia degli ultimi vent’anni non c’è stato partito, rivista, associazione, leader politico o intellettuale che non abbia dichiarato la propria convinta appartenenza alla tradizione liberale. Tra tanti figli inattesi di quell’antica scuola di pensiero, tutti reclamanti la propria diretta discendenza da John Locke e Benedetto Croce, basta citare due nomi per dare un’idea immediatamente comprensibile di quale deformazione abbia subito il concetto nel corso di questi anni: Silvio Berlusconi e Antonio Di Pietro. Solo se si parte da questo paradosso, alimentato per un ventennio dall’intero circuito del dibattito politico e culturale della Seconda Repubblica, si capisce la ragione dello scontro in atto sulle intercettazioni, che investe oggi persino la presidenza della Repubblica: unica istituzione democratica che in questi vent’anni di sovversivismo istituzionalizzato si era riusciti, seppure faticosamente, a mettere al riparo da quella lotta senza regole e senza principi in cui è precipitato il confronto politico. Il che è peraltro l’esatto contrario di qualunque possibile idea liberale di ordinamento civile, Stato di diritto, equilibrio e …

"Imprenditori: la tentazione della fuga", di Michele Brambilla

Si parla spesso della fuga dei nostri cervelli all’estero: professori, scienziati, ricercatori. Ma si parla pochissimo di un’altra fuga che in tempi rapidi potrebbe drammaticamente diventare un esodo di massa: quella dei nostri imprenditori. In fondo tra le due fughe c’è una strettissima parentela: anche gli imprenditori italiani sono «cervelli». In mancanza di grandi materie prime, di una moneta forte e di una politica all’avanguardia, per decenni le nostre imprese si sono distinte nel mondo proprio per questa caratteristica che tutti ci riconoscono: un particolare ingegno. Nell’ultimo mese e mezzo ho fatto, per «La Stampa», un giro in provincia. È un territorio spesso trascurato dai grandi organi d’informazione, che leggono la realtà italiana quasi esclusivamente in un’ottica romana (la politica), o milanese (Piazza Affari), o comunque delle grandi metropoli. Girando per la provincia si ha invece un’impressione del Paese molto diversa da quella che emerge dalla lettura delle prime pagine o da quei tragici bollettini di guerra che sono le scalette dei gr e dei tg. Girando per la provincia si ha l’impressione di un …