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"Corruzione, il Pdl ci riprova con il salva-Ruby", di Liana Milella

Due emendamenti per far assolvere Berlusconi. Il Pd: basta ricatti, ora voto di fiducia. Una salva-Ruby non si nega a nessuno. Tantomeno a Berlusconi. Una alla Camera l’aveva proposta Sisto, un Pdl. Ma cadde a giugno nel nulla. Due senatori sempre Pdl, Compagna e Galloni, si precipitano a riproporla al Senato. Non s’accontentano. Mettono su carta pure la salva-Ruby/2. L’Ansa la scopre nel librone degli emendamenti. Non ha chance d’essere approvata perché salterebbe la maggioranza. Ma tant’è. Conta il gesto. E le benemerenze. Il trucco è ormai sperimentato.
Aggettivi, avverbi, che fanno smottare la norma precedente. Qui è in ballo il reato di concussione. Articolo 317 del codice penale. Testo chiarissimo. Il pubblico ufficiale che costringe uno indebitamente a dare o promettere denaro o altra utilità è punito col carcere. Il Guardasigilli Severino crea un secondo reato, ma mantiene sia l’avverbio “indebitamente” che la ricompensa. Che fa il Pdl? Propone di cambiare «indebitamente » con «illecitamente» e pretende che la concussione scatti solo se c’è un’utilità «patrimoniale». È ovvio che se passassero malauguratamente queste due modifiche il reato sarebbe un altro, non ci sarebbe più quella stessa condotta che i giuristi dicono sia necessaria per evitare di far evaporare i processi. Invece questo vuole il Pdl, che svanisca quello di Berlusconi per concussione a Milano per aver premuto sul funzionario di polizia Ostuni per liberare Ruby.
Ora. Dice il vice presidente dei senatori Pdl Quagliariello che «se Severino presentasse emendamenti che modificano i due punti che abbiamo indicato,
traffico di influenze e corruzione tra privati, noi ritireremmo i nostri». Non si fa alcun cenno alle salva-Ruby, segno che non è su di esse che il Pdl punta per approvare la legge. Certo, come dice il capogruppo Pd in commissione Della Monica, «c’è sempre il rischio di un blitz visto che loro, con la Lega, sono più di noi». Ma che interesse può avere il Carroccio di Maroni, proprio in questo momento politico, a fare un favore del genere a Berlusconi? Potrebbe servire solo per far saltare il governo Monti.
Per star tranquillo il Pd ribadisce — ormai da una settimana — che il ddl anti-corruzione va approvato «con la fiducia» proprio com’è uscito dalla Camera. Insistono il capogruppo Finocchiaro, il responsabile Giustizia Orlando, la capogruppo alla Camera Ferranti. L’Idv, con Belisario e Li Gotti, chiede che si fermi «la politica dei ricatti». È un coro. Ma il ministro della Giustizia Severino, nella sua riservatezza divenuta ormai proverbiale, lavora a via Arenula per produrre un maxi-emendamento che, se il consiglio dei ministri di giovedì sui costi degli enti locali non dovesse durar troppo, potrebbe essere già presentato nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali nel pomeriggio. Altrimenti se ne riparla martedì.
La via è segnata. Le salva-Ruby, tranne sorprese, non hanno chance, soprattutto perché, come sostengono molti tecnici, il nuovo reato di corruzione per induzione (punito fino a 10 anni) già così aiuta Berlusconi e naturalmente anche l’ex pd Penati, appena richiesto di un rinvio a giudizio per concussione. Potrebbe salvarli dai loro processi, checché ne dicano sia Severino che Ghedini, visto che è una norma diversa, più favorevole, quindi impugnabile.
Tempi. Il presidente Schifani spinge sull’acceleratore («sono ottimista»), ma il presidente della Giustizia Berselli lo frena, «qui stiamo andando a 300 all’ora, guarda che deragliamo».
La Repubblica 02.10.12