Mese: Ottobre 2012

Bersani: «Il coraggio dell’Italia» Oggi il manifesto dei progressisti, di Simone Collini

Chiuso il confronto sulle regole e definito il testo della «Carta d’intenti per l’Italia bene comune», le primarie entrano nel vivo. E non è detto che i motivi di polemica siano destinati a diminuire, anzi. Oggi il leader del Pd Bersani, quello di Sel Vendola e quello del Psi Nencini presenteranno il manifesto che andrà sottoscritto da chi vuole correre per essere scelto come candidato premier. Ma questa mattina dovrebbero essere illustrate anche le modalità di voto della sfida ai gazebo. Il condizionale è d’obbligo perché la riunione tra gli sherpa dei tre partiti della coalizione progressista, che doveva essere risolutiva, si è chiusa con il fronte vendoliano recalcitrante ad accettare la norma (benvista da Pd e Psi) per la quale possa votare al secondo turno (fissato per il 2 dicembre nel caso nessun candidato ottenesse il 50% dei consensi il 25 novembre) soltanto chi si è registrato (cioè ha firmato l’appello a sostegno del centrosinistra) entro la domenica precedente. Per di più, quando sono iniziate a trapelare indiscrezioni su quale fosse il punto di …

Il Nobel per la pace all’Europa “La sua storia batterà la crisi”, di Andrea Bonanni

Il premio Nobel per la Pace 2012 va all’Unione europea. La decisione del comitato norvegese ha sorpreso un po’ tutti. E’ la prima volta che il premio viene assegnato, se non ad una nazione in senso stretto, ad una organizzazione di tipo statuale. In passato erano stati premiati leader di governo e presidenti (l’ultimo è stato Obama), mai i Paesi che essi rappresentavano. In realtà il Nobel all’Ue è un riconoscimento alla sua storia e un incoraggiamento a superare «le gravi difficoltà economiche e il considerevole malessere sociale che la affligge». «Il comitato Nobel norvegese desidera mettere l’accento su ciò che considera come il risultato più importante dell’Ue: la lotta vittoriosa per la pace la riconciliazione, la democrazia e i diritti umani», è scritto nella motivazione. I 5 saggi eletti dal parlamento di Oslo ripercorrono le fasi cruciali della costruzione europea: la riconciliazione franco-tedesca che dimostra come «nemici storici possano diventare partner strettamente legati »; l’allargamento a Grecia, Spagna e Portogallo, condizionato ad una pacifica transizione verso la democrazia dopo la fine delle dittature fasciste; …

Sciopero e cortei, scuola ferma, «No al bastone e alla carota», da Il Messaggero

Tre anni fa urlavano: «Noi la crisi non la paghiamo». Oggi è diverso: «L’abbiamo pagata, adesso basta». Gli studenti medi sono scesi in piazza in tutta Italia per protestare contro la «privatizzazione della scuola pubblica», ovvero contro il disegno di legge Aprea, che questo processo potrebbe avviare. E’ una battaglia che i ragazzi combattono a colpi di carota: da nord a sud, in mano i ragazzi avevano un ortaggio, ironica risposta al ministro dell’istruzione Profumo che aveva parlato di un Paese «che ha bisogno di bastone e carota». Se la settimana scorsa si era registrato qualche episodio di violenza, lanci di oggetti, tentati sfondamenti e cariche, ieri ha prevalso la protesta pacifica. Pochi anche i gesti provocatori: il primo, al mattino, è stato un blitz nella sede italiana del parlamento europeo di via IV novembre a Roma, altro breve momento di tensione a Milano, dove è stata presa una bandiera della sede della Regione. La mobilitazione dei ragazzi ha coinciso con lo sciopero dell’intero comparto della conoscenza indetto dalla Flc-Cgil. Così le generazioni si sono …

"La BCE e i veri dati sull'occupazione", di Fulvio Fammoni

La BCE sforna dati a ripetizione sulla occupazione in Europa particolarmente utili per fare chiarezza sul vero stato del lavoro in Italia, anche se purtroppo fermi al 2010 e con proposte di soluzioni sbagliate. Per anni si è demagogicamente affermato che noi stavano meglio della media europea. Per suffragare questa affermazione si usava il dato formale della percentuale di disoccupati che era più basso, ma si taceva che il tasso di occupazione lo era molto di più. Come si poteva contemporaneamente avere una disoccupazione quasi nella media e una occupazione molto più bassa? Come poteva la Spagna avere più disoccupati di noi e una percentuale di occupati più alta? Non considerando l’enorme area degli inattivi (siamo i primi Europa) e al suo interno chi è assimilabile alla condizione di disoccupato, come gli scoraggiati. Adesso la Bce, non estremisti o disfattisti come amava definirci il precedente ministro del Lavoro, mette la parola fine a questa discussione. «L’Italia è un chiaro esempio di come le cifre ufficiali sulla disoccupazione possano sottostimare la sottoutilizzazione della forza lavoro» è …

"La BCE e i veri dati sull'occupazione", di Fulvio Fammoni

La BCE sforna dati a ripetizione sulla occupazione in Europa particolarmente utili per fare chiarezza sul vero stato del lavoro in Italia, anche se purtroppo fermi al 2010 e con proposte di soluzioni sbagliate. Per anni si è demagogicamente affermato che noi stavano meglio della media europea. Per suffragare questa affermazione si usava il dato formale della percentuale di disoccupati che era più basso, ma si taceva che il tasso di occupazione lo era molto di più. Come si poteva contemporaneamente avere una disoccupazione quasi nella media e una occupazione molto più bassa? Come poteva la Spagna avere più disoccupati di noi e una percentuale di occupati più alta? Non considerando l’enorme area degli inattivi (siamo i primi Europa) e al suo interno chi è assimilabile alla condizione di disoccupato, come gli scoraggiati. Adesso la Bce, non estremisti o disfattisti come amava definirci il precedente ministro del Lavoro, mette la parola fine a questa discussione. «L’Italia è un chiaro esempio di come le cifre ufficiali sulla disoccupazione possano sottostimare la sottoutilizzazione della forza lavoro» è …

Franceschini: “Con le preferenze campagne costosissime lo scambio osceno in Lombardia insegna”, di Goffredo De Marchis

Dario Franceschini avverte gli alleati della “strana” maggioranza: «Sono sicuro che non si possa votare la riforma elettorale contro il primo partito del Paese. Lo capiscono anche i bambini». E se riconosce all’Udc la legittimità di lavorare per il Monti bis, «trovo assurdo immaginare di fare una legge che abbia come conseguenza certa l’ingovernabilità in modo che nessuno vinca solo per tenersi Monti, è un atto contro il Paese», dice il capogruppo democratico alla Camera. Però sulle preferenze il Pd ha qualche imbarazzo. Il fronte dei sostenitori è largo, da Enrico Letta a Massimo D’Alema. «Non mi pare che ci sia questo problema. C’è invece una posizione molto chiara da parte di tutto il partito sia sul doppio turno, la nostra proposta originaria, sia sulla mediazione depositata al senato. Possono esistere sfumature diverse su quanto sia pericoloso il ritorno alle preferenze. Ma la posizione di tutto il Pd è chiarissima: tutti siamo per i collegi uninominali». Il problema delle preferenze è l’esempio del caso Fiorito? «La corruzione può avere tanti canali. Sarebbe sciocco dire che …

"Ritornare al sogno", di Barbara Spinelli

Fu una di quelle opere – l’unità fra europei edificata nel dopoguerra – che gli uomini compiono quando sull’orlo dei baratri decidono di conoscere se stessi: quando vedono i disastri di cui sono stati capaci, esplorano le ragioni d’una fallibilità troppo incallita per esser feconda. E tuttavia non si fanno sopraffare dall’indolenza smagata che secondo Paul Valéry fu la malattia dello spirito europeo all’indomani del ’14-18: la «noia di ricominciare il passato», l’inattitudine a riprendersi e ri-apprendere. Il Nobel della pace è stato dato ieri a quel ricominciamento della storia, e alla svolta che fu la riconciliazione tra Francia e Germania, che in soli 70 anni avevano combattuto tre guerre. Dalla messa in comune di risorse vitali per i due paesi – il carbone e l’acciaio, fonti di ricchezza e morte – nacque l’Unione che abbiamo oggi. Mai era apparso così chiaro, nell’attribuzione dei Nobel, il nesso fra pace, democrazia, diritto. Come se l’invenzione d’Europa fosse la conferma vivente che firmare le tregue non è fare la pace. Che per tenere insieme su scala continentale …