Mese: Luglio 2013

Acqua? Non affondiamo nei luoghi comuni”, di Antonio Massarutto

Ci sono molte leggende metropolitane che si sono insinuate nella coscienza collettiva, tanto da avere avuto un ruolo non secondario nell’indirizzare il voto referendario. La prima è quella relativa agli investimenti. «Da quando è gestito con criteri privatistici, il sistema ha inanellato una drastica riduzione degli investimenti», afferma Marco Bersani su questo giornale. Mi spiace contraddirlo, ma è vero il contrario. Finché gli investimenti idrici sono stati a carico della fiscalità, la spesa annua (attualizzata) è sempre stata compresa tra i 10 e i 20 euro per abitante all’anno (€/ab/anno), con la sola eccezione dei primi anni 80: periodo della prima grande ondata di interventi nella depurazione. È appena il caso di notare che fu proprio in quella fase che il debito pubblico italiano spiccò il volo: è facile spendere soldi che non si hanno, prendendoli a prestito dalle generazioni future. Non appena il vincolo di bilancio iniziò a stringere, gli investimenti precipitarono. La media dei 90 è di 17 €/ab/anno,con punte al di sotto dei 10 euro. È facile intuire il perché: quando la …

“Famiglie il tesoretto è finito”, di Ettore Livini

Lo stop all’aumento Iva e la cancellazione dell’Imu? Una passeggiata. La vera finanziaria italiana, roba da Nobel dell’Economia, è quella che da quattro anni a questa parte hanno mandato in porto senza fanfare le famiglie tricolori. Siamo oltre le lacrime e il sangue: nel 2012, per dire, abbiamo tagliato 4 milioni di telefonate al giorno, ridotto di un quarto gli acquisti di case, comprato 80mila auto in meno, sforbiciato 3,4 miliardi di litri di benzina dal pieno (quanto basterebbe per girare 846mila volte la terra all’altezza dell’equatore). Ma essere formiche, ormai, non basta più: le uscite, causa crisi, superano le entrate. E l’Italia – per la prima volta dal Dopoguerra – è stata costretta a rompere il salvadanaio e mettere mano ai soldi risparmiati negli anni del boom per tirare avanti la carretta. I conti della serva sono facili come un compito di ragioneria. Voce “avere”: guadagniamo di meno – 98 miliardi in quattro anni per Confesercenti – e la nostra capacità di spesa è scesa dell’8,7% dal 2008, come dire che abbiamo perso per …

“La maturità a prezzo di saldo lo scandalo dei diplomifici dove l’esame costa 8 mila euro”, di Conchita Sannino

Un volo verso Capodichino, e un diploma. Un assegno staccato da papà, e un “titolo di studio”. «Dai, lo sanno tutti come funziona. No?». Ma sì, forse ha ragione il rampollo ventisettenne di una famiglia veneta che, libero di sfogarsi dopo il faccia a faccia con gli investigatori, consegna la sua fotografia ad un amico che lo aveva accompagnato per farsi una gita. «Quante domande, ma facciamola finita… Io mi sono iscritto qui a Nola perché da noi sappiamo che se ti iscrivi giù, al “Luca Pacioli”, non hai problemi. Paghi. Seimila. Settemila euro. Qualche poverocristo di qui mi ha confessato che pagava a rate. Non ti fai vedere per un anno. Non frequenti. Nessuno ti rompe. E alla fine dell’anno, arrivi, copi il compito, ti prendi il tuo bel diplomino. Lo so io, e qui non lo sanno?». È andata così per almeno duemila studenti, negli ultimi due anni, e solo in una ristrettissima area: il Nolano, ad alta densità di scuole-bluff. Più che diplomifici, associazioni per delinquere: perché i primi dovrebbero produrre diplomi, …

“Ufficio sfoghi”, di Massimo Gramellini

Lo relegheranno a caso di ordinaria follia. Un vigile urbano avanti con gli anni che viene accusato di timbrare il cartellino anche per i colleghi. Il processo, la condanna, la destituzione dall’incarico. E intanto il virus nazionale del vittimismo che gli monta dentro, fino a catalizzarsi intorno a un bersaglio in carne e ossa: la sindaca di un paese del Varesotto, teatro di tutta vicenda. Per trasformarla in tragedia manca l’ultimo requisito: il porto d’armi che consente a quest’uomo di mantenere un arsenale di carabine e fucili a pompa. Giuseppe Pegoraro si presenta in Comune, spara al primo cittadino, ferisce anche il secondo, e quando viene infine messo nelle condizioni di non nuocere, le sue prime parole sono quelle di un giustiziere della notte cresciuto a rancore e telefilm: «Adesso ho regolato i miei conti». Ordinaria follia. E però quanti Pegoraro, per fortuna senza porto d’armi, solcano ogni giorno le strade del nostro scontento? Quanta rabbia intrisa di mania di persecuzione, alla ricerca spasmodica di un capro espiatorio da sacrificare sull’altare di un regolamento di …

“Il faraone rimasto solo”, di Bernardo Valli

Quel che accade in Egitto in queste ore è un disastro e una grande lezione. Da un lato c’è il rischio di un dissenso prolungato. Con un aggravamento della crisi economica e sociale; e dall’altro si è arrivati a una tappa inevitabile, a un appuntamento previsto, nel processo avviato dalla primavera araba. Il fallimento degli islamisti, usciti vittoriosi dalle urne ma rivelatisi incapaci di gestire la cosa pubblica, è infatti la scontata dimostrazione che lo zelo religioso non abilita a governare. L’illusione su un possibile passaggio dalla moschea al potere non è svanito del tutto, ma è senz’altro appassita. I Fratelli musulmani non sono stati capaci di rispondere alle aspirazioni di piazza Tahrir, che si è riempita di nuovo per recuperare la rivoluzione tradita. Dopo avere votato lo scorso anno per Mohammed Morsi molti egiziani chiedono adesso le sue dimissioni, la formazione di un governo provvisorio e nuove elezioni. Più che un presidente dimezzato Morsi è un presidente via via spennato. Perde un ministro dopo l’altro. Il quinto ad abbandonarlo è stato quello degli esteri, …

“Non dimenticare le stragi naziste”, di Carlo Smuraglia

Caro direttore, la vicenda delle stragi nazifasciste del 1943-45, che riguarda circa 15.000 vittime, è spesso oggetto di trattazioni prive di completezza d’informazione. Finora non c’è stata una vera assunzione di responsabilità da parte del Governo italiano circa la vicenda dei fascicoli «occultati», che tanto danno hanno provocato, ai fini delle indagini. È vero, anche, che dal 2006, quando cioè ha terminato i suoi lavori (ed è finita la legislatura) la Commissione di inchiesta parlamentare, istituita proprio per scoprire le cause del mancato utilizzo e dell’occultamento di quasi mille fascicoli, non si è riuscito a ottenere che il Parlamento discutesse sulle relazioni conclusive della Commissione stessa. Mi permetto però di segnalare alcune iniziative che costituiscono a mio parere dei significativi passi in avanti per mantenere viva l’attenzione su questi tragici fatti e per ottenere finalmente verità e giustizia. Un libro recente di Buzzelli, De Paolis, Speranzoni, La ricostruzione giudiziale dei crimini nazifascisti in Italia (ed. Giappichelli – 2012), non solo contiene una completa ed esauriente ricostruzione dei fatti e delle vicende connesse alle stragi suddette, …