Giorno: 26 Luglio 2013

“Tre emergenze senza risposta”, di Salvatore Padula

Passano gli anni, ma le emergenze restano le stesse. L’emergenza di una dimensione dell’economia sommersa che non ha uguali, almeno non tra i Paesi avanzati. L’emergenza di una pressione tributaria – specie quella “effettiva”, cioè ricalcolata su chi davvero paga le imposte e i contributi – che colloca l’Italia ai vertici di ogni classifica internazionale. L’emergenza di un sistema tributario ancora troppo complesso e (spesso) arbitrario. La questione fisco, senza banalizzare, sta tutta in queste tre “emergenze”. Diverse tra loro, ma tra loro sicuramente connesse. Tanto che, probabilmente, solo un intervento complessivo, ben congegnato e ben coordinato su ognuno di questi ambiti potrebbe avviare un percorso virtuoso per uscire da una impasse che dura da decenni. Anzi, a ben vedere, l’errore di fondo del passato sta proprio nella tendenza diffusa a considerare il sommerso, l’eccessivo carico tributario e le complicazioni del sistema fiscale come aspetti disgiunti. Con risposte e soluzioni da fornire di volta in volta separatamente. Quello che manca è la logica di sistema. Il contrasto all’evasione è una parte centrale del sistema fiscale …

“La ricerca svedese: sanità italiana sotto metà classifica in Europa. Calabria ultima tra le regioni”, di Flavia Landolfi e Roberto Turno

Hanno preso 18 Paesi europei e li hanno messi a confronto, classificando tutte e 172 le regioni che li compongono. E l’amara verità per l’Italia è venuta a galla senza pietà: siamo decimi per la qualità della nostra sanità pubblica, undicesimi per i «particolari vantaggi» del Ssn, addirittura tredicesimi per l’equità nell’offerta dei servizi. Italia delle cure pubbliche sotto la metà classifica, insomma. Ma c’è di più, e di peggio. Nel ranking tra le 172 regioni europee piantiamo le bandierine (nere) da vergogna: Calabria ultima (172° posto) per i «particolari vantaggi» della sua offerta, terzultima (170ma) sia per qualità che per equit à. E a far corona già giù nel ranking, ecco il Molise, la Campania, la Sicilia, la Puglia. Piazzate negli ultimi 15 posti della graduatoria. Sempre loro, regioni in asfissia da maxi debito e da tagli che tagliano anche le cure ai loro cittadini. Un Sud della sanità che preoccupa sempre più. Il Sud che affonda I dati sono stati ri-presentati ieri al Cnel in occasione del consueto briefing annuale sulla qualità dei …

“A quando arrivano un po’ di soldi per i lavoratori?”, di Andrea Bonzi

Difficile far ripartire i consumi se gli stipendi moltissimi lavoratori sono fermi al palo da anni. Sono infatti 52 i contratti nazionali non rinnovati, e ben 6 milioni e 700mila i dipendenti che aspettano di vedere adeguata la propria busta paga. Di questi fonte Istat quasi tre milioni sono le persone che lavorano nel pubblico impiego. L’attesa del rinnovo è, in media, di 26,5 mesi per l’insieme degli occupati e di 13,2 mesi per quelli del settore privato. Non è un caso che, tra i punti per la redistribuzione del reddito richiesta dai sindacati confederali nell’ultimo incontro con il premier Enrico Letta, ci sia anche l’adeguamento delle retribuzioni al costo della vita. Nel dettaglio, tra gli ultimi contratti scaduti, ci sono quello dei lavoratori del settore minerario, dei tessili e manifattura di pelletteria, oltre agli addetti dei pubblici esercizi-alberghi e pulizia locali. Sugli edili, è recente la stilettata ai costruttori da parte della Fillea-Cgil con il segretario generale Walter Schiavella: «Mi piacerebbe sapere dall’Ance come mai, dopo sette mesi dalla scadenza del contratto, al tavolo …

“Riforme, ultima spiaggia”, di Marco Olivetti

Da più parti nel centrosinistra – dentro e fuori il Pd, tra i cittadini e tra i loro rappresentanti – si levano con frequenza voci che chiedono di modificare subito la legge elettorale e consigliano di abbandonare il tentativo di riformare la Costituzione che il governo ha posto in marcia. Questa tesi – ripresa in forme più rozze dal Movimento Cinque stelle – muove dall’idea che la riforma costituzionale in itinere sia, nella migliore delle ipotesi, una perdita di tempo che porterebbe con sé, come danno collaterale, il rischio di tornare a votare con la legge Calderoli, e che, nello scenario peggiore, aprirebbe un grave vulnus nella Costituzione: nella forma, per via della deroga all’art. 138 Cost. delineata nel disegno di legge ora all’esame della Camera, e an- cor più nei contenuti, in quanto molti sospettano che si stia tramando uno stravolgimento della Carta del 1947. In realtà vi sono solide ragioni che inducono a connettere strettamente la riforma elettorale con alcuni interventi per nulla marginali sulla forma di goveno, che appaiono quanto mai necessari, …

“Nuova mappa per le grandi potenze”, di Roberto Toscano

Come disse una volta il famoso comico americano Groucho Marx, è difficile fare previsioni, soprattutto se si riferiscono al futuro. Si potrebbe anzi dire che mai come oggi è giustificato esitare prima di addentrarsi nel territorio sconosciuto del tempo a venire, e questo per svariate ragioni. In primo luogo l’accelerazione esponenziale di tutta una serie di tecnologie, soprattutto nel campo della comunicazione, che trasformano non più di anno in anno, ma di mese in mese se non di giorno in giorno il contesto della società contemporanea. Vi è poi la caduta dei grandi «paradigmi di previsione», in primo luogo il pensiero filosofico di radice hegeliana che ha avuto una influenza così profonda sul sentire comune anche al di là dell’ideologia marxista. E che dire poi del tramontare di un altro riferimento ideologico-culturale, quello del progresso, percepito come inevitabile miglioramento della società? Ma la possibilità non solo di prevedere il futuro, ma addirittura di immaginarlo, è stata drammaticamente intaccata anche dalla realtà materiale in cui oggi viviamo. Pensiamo soltanto al predominio, nell’economia, della dimensione finanziaria su …

“Rating e democrazia”, di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Il recente declassamento del nostro Paese ad opera di Standard & Poor’s costituisce una prova ulteriore della contrapposizione tra i mercati finanziari e le politiche economiche dei Paesi in recessione. I mercati vengono pesantemente influenzati dai giudizi emessi dalle agenzie di rating: spesso si tratta di vere e proprie scomuniche che hanno l’effetto di condizionare l’azione dei governi i quali ne attendono trepidanti le sentenze. Mai prima d’ora si era verificata una condizione di soggezione politica così umiliante. L’attesa spasmodica del giudizio delle agenzie di rating assume i tratti di un imperscrutabile destino e rivela fino a che punto è stata compromessa la sovranità politica delle democrazie. Le sentenze emesse da queste agenzie vengono presentate all’opinione pubblica come se fossero giudizi oggettivi e neutrali, ma la realtà è tutt’altro. In primo luogo perché il settore del rating è dominato da un oligopolio anglo-americano costituito dalle tre sorelle Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch le quali possiedono un potere di mercato enorme. E poiché esiste uno scontro di grandi proporzioni tra il Vecchio Continente e il …