Giorno: 9 Luglio 2013

“Non sacrifichiamo le pensioni sull’altare dell’Imu”, di Cesare Damiano

I “piccoli passi” compiuti dal governo in direzione delle riforme sono oggetto, contemporaneamente, di apprezzamenti e critiche che provengono dagli stessi partiti che sostengono l’esecutivo. Dopo il decreto sull’occupazione, che ha cominciato il suo iter al Senato, è tempo di dedicarsi alle pensioni. La nostra non è una richiesta anticipata e precipitosa, ma l’espressione di una preoccupazione: che il governo collochi questa tematica all’ultimo posto nella lista delle priorità. Il ministro Giovannini ha affermato che si comincerà a parlarne a partire dal prossimo mese di settembre. È evidente che, con questa scelta temporale, il provvedimento sulla previdenza andrà a finire nella legge di Stabilità. Sorge a questo punto un interrogativo sul tema delle risorse. Non vorremmo scoprire che esaurite le esigenze, anche parziali, di copertura finanziaria che si riferiscono agli altri provvedimenti, non rimanessero risorse sufficienti per intervenire sulle pensioni. Sappiamo che il governo intende risolvere, entro l’estate, i problemi dell’Imu e dell’Iva e che il ministro Saccomanni ha dichiarato che nel mese di giugno si è registrato un avanzo di bilancio provvisorio di ben …

“Le disuguaglianze insostenibili”, di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Mentre le ultime rilevazioni dell’Istat indicano un vero e proprio crollo dei consumi delle famiglie, uno studio commissionato dall’Unione Europea, Gini-Growing inequality impact, ha messo in evidenza che l’Italia è tra i paesi europei che registrano le maggiori diseguaglianze nella distribuzione dei redditi, seconda solo al Regno Unito, e con livelli di disparità superiori alla media dei paesi Ocse. Non solo: da noi la favola di Cenerentola si avvera con sempre minor frequenza, nel senso che le unioni si verificano non tanto tra fasce di reddito diverse ma entro le stesse fasce frenando la mobilità sociale. Inoltre, appare che la ricchezza si sta spostando verso la popolazione più anziana accentuando il divario tra generazioni. Il crollo dei consumi in Italia è dunque associato ad un divario nella distribuzione della ricchezza che si è accentuato durante la crisi: oggi circa la metà del reddito totale è in mano al 10% delle famiglie, mentre il 90% deve dividersi l’altra metà. La domanda che si impone è: come siamo arrivati a questo punto? La risposta non è difficile: …

“Maturità, i commissari interni rischiano un solo compenso”, di Mario D’Adamo

I membri interni delle commissioni di maturità rischiano di ricevere un unico compenso, anche se designati a rappresentare più d’una classe. Ora che gli esami stanno per terminare e i compensi per essere erogati, le organizzazioni sindacali si sono messe sul piede di guerra e qualche giorno fa hanno sollecitato il ministero dell’istruzione a ritirare o a puntualizzare meglio la nota con la quale lo scorso 13 novembre Carmela Palumbo, direttore generale per gli ordinamenti scolastici, aveva precisato che «al commissario interno spetta un unico compenso forfetario qualora operi su un’unica commissione [e che] viene attribuito un ulteriore compenso aggiuntivo solo nel caso in cui il commissario interno operi su più commissioni e non anche nel caso in cui si trovi ad operare in entrambe le classi della medesima commissione». Effettivamente la nota è mal formulata, giacché sembra distinguere tra commissione d’esame e classe assegnata, mentre è vero il contrario: commissione e classe d’esame coincidono o, meglio, c’è corrispondenza tra l’una e l’altra, una classe di candidati dovendo essere esaminata da una commissione formata dal …

“Se i trentenni non sono più giovani”, di Bruno Ugolini

Il recente decreto sul lavoro ha suscitato non tra gli esperti ma tra i giovani interessati un polemico dibattito. Anche perché le indicazioni fornite dal governo sulle condizioni necessarie per favorire la conquista di un posto di lavoro non erano del tutto chiare. Molti avevano capito che per entrare nella rosa dei futuri occupati occorreva oltre non avere un’età superiore ai 29 anni possedere contemporaneamente questi tre requisiti: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale; vivere soli con una o più persone a carico. Nella realtà il testo del decreto spiegava come bastasse una delle tre opzioni per essere candidabili al posto di lavoro. Ed ecco comunque scatenarsi su Twitter una ridda di battute spesso salaci: «Scusate, ‘ndo s’annulla la laurea? C’è ’na Sacra Rota a cui far domanda?»; «Letta ora sto miliardo e mezzo lo investiamo solo su chi non sa leggere e scrivere e paga più di 10000 euro d’affitto?»; «Ricapitolando, in Italia se hai più di trent’anni ed …

“Il Papa scuote le istituzioni e non solo le nostre coscienze è tempo di cambiare politica”, di Vladimiro Polchi

«Il Papa scuote le nostre coscienze e incoraggia chi dalle politiche dell’indifferenza vuole passare a quelle dell’accoglienza ». Cécile Kyenge parla con emozione. Del resto la parabola della prima ministra “nera” della Repubblica (come lei preferisce definirsi) racconta molto della nuova Italia multietnica: la sua storia parte da Kambove, nella provincia congolese del Katanga, e arriva a Roma in Largo Chigi 19, sede del ministero dell’Integrazione. In mezzo, un periodo da precaria, un impiego da badante, la professione di medico oculista, due giovani figlie e il matrimonio con Mimmo, ingegnere italiano. Lei è arrivata in Italia nel 1983 e ha provato sulla sua pelle cosa significa vivere da “invisibile”. «Sì anche io, dopo essere entrata con un permesso di studio, ho vissuto un periodo di precariato. Ora il Papa nel suo discorso ha parlato di fratellanza e ha rimesso al centro la persona, a prescindere dalla sua provenienza». Quale valore ha per lei la vista del pontefice a Lampedusa? «È un’emozione grandissima e indescrivibile. Il Papa ha fatto un regalo a chiunque si sia dedicato …

“Pd e sindacati: ora detassare il lavoro”, di Simone Collini

La priorità sia data alla detassazione del lavoro. Si erano incrociati in piazza, alla manifestazione unitaria organizzata a Roma alla fine di giugno, ma ora si sono visti attorno a un tavolo, nella sede del Pd, per fare il punto della situazione e per capire come spingere sul governo affinché vengano realizzate politiche che facciano ripartire gli investimenti e favorire l’occupazione. Guglielmo Epifani ieri ha incontrato Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Ed è bastato un giro di tavolo perché gli interlocutori si trovassero d’accordo su due punti, uno generale e uno particolare. Il primo, per dirla con le parole del leader Pd, è che «non c’è alternativa a questo governo». Il secondo, riguardante il tema fiscale, è che la priorità da affrontare da questo esecutivo non va data come pretende il Pdl alla cancellazione dell’Imu, peraltro senza distinzione di reddito e tipologie di prima casa, ma alla detassazione del lavoro. E poi c’è anche un altro punto su cui Epifani e i segretari di Cgil, Cisl e Uil si sono trovati d’accordo, e …

“L’anestesia del cuore che ci rende insensibili”, di Adriano Sofri

Nessun uomo è un’isola. Nessuna isola è un’isola. Anche la parabola del buon samaritano può essere raccontata di nuovo al passaggio da una strada di periferia a una strada d’acqua: “Donne e uomini, bambini e vecchi salivano dalla costa libica a Lampedusa, e i briganti li depredarono e li lasciarono mezzo morti in mezzo al mare. Una motovedetta maltese passava di lì, e allargò la rotta”. “Anche una nave da diporto passava, e virò di bordo. Ma un peschereccio che tirava le reti li vide, e ne ebbe pietà…”. Interrompo la parafrasi grossolana, per non arrivare al punto in cui il ferito viene affidato alla locanda dal samaritano che paga di tasca sua, e parafrasare la locanda con un Centro di identificazione ed espulsione, in cui incarcerarli per sei mesi rinnovabili, per il reato di esser nati altrove — a Samaria, forse. Lo scorso 23 giugno, quando all’ultimo momento il papa Francesco si tenne alla larga dal concerto per l’Anno della fede, adducendo “impegni improrogabili”, si mormorò che non volesse fare incontri impropri: chissà. Chissà …