«Noi in prima linea diciamo: al Pd serve una scossa», di Vladimiro Fruletti
Difficoltà, imbarazzo, fatica e anche incazzatura. A sentire i segretari di federazione del Pd, dal Nord al Sud Italia, il momento che vive il popolo dei democratici non è (per usare un eufemismo) dei più semplici. E se la sospensione dei lavori Parlamentari non è (forse) la goccia che ha fatto traboccare il vaso (anche perché il vaso, assicurano, regge, almeno per ora) certamente è un tassello in più in un mosaico la cui tinta dominante è la frustrazione. «Sta aumentando il rischio dell’allontanamento, del disimpegno. Mi dicono “ma come farò alle prossime elezioni a fare i banchini per chiedere alla gente di rivotarci”» spiega Roberto Cornelli segretario della federazione del Pd di Milano circa 11mila iscritti. Che stare con Berlusconi, soprattutto da quelle parti, sia sentita come una «gabbia soffocante» è anche scontato. «Qui abbiamo fatto manifestazioni su manifestazioni» ricorda Cornelli che però sottolinea come sia diffusa anche la «consapevolezza» che dopo il disastro delle elezioni politiche altre strade non c’erano per dare un governo al Paese. «Ma il pericolo ora dice è che …