Giorno: 13 Luglio 2013

«Noi in prima linea diciamo: al Pd serve una scossa», di Vladimiro Fruletti

Difficoltà, imbarazzo, fatica e anche incazzatura. A sentire i segretari di federazione del Pd, dal Nord al Sud Italia, il momento che vive il popolo dei democratici non è (per usare un eufemismo) dei più semplici. E se la sospensione dei lavori Parlamentari non è (forse) la goccia che ha fatto traboccare il vaso (anche perché il vaso, assicurano, regge, almeno per ora) certamente è un tassello in più in un mosaico la cui tinta dominante è la frustrazione. «Sta aumentando il rischio dell’allontanamento, del disimpegno. Mi dicono “ma come farò alle prossime elezioni a fare i banchini per chiedere alla gente di rivotarci”» spiega Roberto Cornelli segretario della federazione del Pd di Milano circa 11mila iscritti. Che stare con Berlusconi, soprattutto da quelle parti, sia sentita come una «gabbia soffocante» è anche scontato. «Qui abbiamo fatto manifestazioni su manifestazioni» ricorda Cornelli che però sottolinea come sia diffusa anche la «consapevolezza» che dopo il disastro delle elezioni politiche altre strade non c’erano per dare un governo al Paese. «Ma il pericolo ora dice è che …

“La capacità di correggere gli errori”, di Gianni Riotta

Ricorre quest’anno il Cinquecentesimo anniversario della pubblicazione di uno dei capolavori del pensiero mondiale, Il Principe di Machiavelli, opera che rivaleggia con la Divina Commedia di Dante per traduzioni dalla nostra lingua. Se avrete la pazienza di rileggere la fatica del Segretario fiorentino resterete impressionati da come, nella sua visione del Potere, degli Interessi, della Forza e della Strategia nulla sia mutato dai turbolenti giorni delle Corti e dei Principati. Obama contro Putin, Xi Jinping contro il premier giapponese Abe, le manovre navali congiunte Mosca-Pechino, i marines che arrivano in Australia, l’intero nostro tempo ancora si inquadra nel Potere che si fa Leone, Volpe, che si cura di Essere o di Apparire, di far Paura o indurre Amore. Tutto, tranne i social media, il web, l’epoca dei personal media che rendono il Potere sottoposto a un caleidoscopio di informazioni, controlli, dibattiti, trasparenza. Se i familiari di Muktar Ablyazov, dissidente kazako, fossero stati deportati dall’Italia al loro Paese nei giorni della vecchia diplomazia e del vecchio potere, secondo la sintassi feroce così genialmente studiata (non difesa, …

“La sconfessione del cattivismo”, di Gad Lerner

Ci voleva un Papa per chiedere scusa ai migranti senza beccarsi l’accusa di “buonismo”? Ci voleva un Papa per abolire la pena dell’ergastolo senza subire insinuazioni di compiacenza con gli assassini? Sarò ingenuo, ma penso sinceramente che non sia addebitabile a meri calcoli di natura servile la reazione, forse perplessa, ma pacata, ai messaggi di civiltà lanciati da Francesco. MESSAGGI che pure – come dimenticarlo? – ribaltano il senso comune allarmista e securitario su cui la politica italiana ha lucrato per anni, rappresentando nel dibattito pubblico l’immagine caricaturale di un paese incarognito. Nessuno fra i ministri firmatari del trattato italo-libico se l’è sentita più di rivendicare il respingimento in mare manu militari dei profughi verso i campi di prigionia allestiti nel deserto. Nessun opinion leader spiritoso ha indirizzato a papa Bergoglio il ben noto invito sarcastico: “Se gli piacciono tanto i clandestini, perché non li ospita a casa sua anziché rifilarceli?”. Al contrario, nella destra italiana si sono levate solo un paio di voci per manifestare civile dissenso. Fabrizio Cicchitto: “Un conto è la predicazione …

Malala conquista l’Onu «Talebani, non taceremo», di Umberto De Giovannangeli

Una sedicenne conquista l’Onu. Con la sua grazia, con la sua determinazione, l’ indomito coraggio. «Oggi non è il mio giorno, è il giorno di tutti coloro che combattono per i propri diritti. I talebani non mi ridurranno mai al silenzio e non uccideranno i miei sogni». A testa alta, coperta da uno scialle di Benazir Bhutto e con la voce ferma di chi, ad appena 16 anni, ha già la consapevolezza di essere il simbolo di chi vuole difendere i propri diritti, Malala Yousafzai, la giovane attivista pakistana ferita lo scorso anno alla testa dai talebani, ha parlato al Palazzo di Vetro. «Sono qui e oggi parlo per tutti coloro che non possono far sentire la propria voce ha proseguito -. Pensavano che quel proiettile ci avrebbe fatto tacere per sempre, ma hanno fallito», scandisce Malala, lanciando un vibrante appello «all’istruzione per tutti i bambini». Le sue parole sono state accompagnate dall’ovazione dell’assemblea. «Ecco la frase che i talebani non avrebbero mai voluto sentire: buon 16esimo compleanno Malala» le ha detto l’ex premier britannico …

“La fabbrica che ha sconfitto il terremoto dell’Emilia”, di Jenner Meletti

Manca soltanto la banda. La festa però è bella. Non si era mai vista, da queste parti, l’“inaugurazione” ufficiale di una fabbrica. Di aziende ne nascevano tante e fra ceramiche, macchine movimento terra e assemblaggi vari, don Ettore Rovatti avrebbe dovuto passare con il suo aspersorio quasi ogni giorno. POI, nelle zone industriali Crocetta e Canaletto, è arrivata la crisi e di fabbriche nuove non se ne sono più viste. Non solo: il 20 maggio dell’anno scorso la sberla del terremoto ha fatto crollare capannoni e speranze. Oggi però don Rovatti benedice l’Unifer. «Per questo — dicono il sindaco Fernando Ferioli e l’assessore alle attività produttive Angelo D’Aiello — l’inaugurazione di una nuova fabbrica oggi è una notizia importante e buona. Questa azienda garantisce 86 buste paga che presto saranno cento e forse di più. La crisi e il terremoto sfibrano la società, le famiglie e anche il morale delle persone. Per questo ci è sembrato giusto, oggi, fare festa. Vogliamo dare un segno di speranza». L’Unifer produce componenti per marmitte. I clienti sono i …

“Un atto di viltà”, di Massimo Giannini

C’è uno scandalo politico da illuminare, nella linea d’ombra che attraversa gli Stati e gli apparati, la diplomazia e la burocrazia, i diritti e gli affari. Solo in Italia può succedere che cittadini stranieri, ma domiciliati qui, possano essere «sequestrati» in gran segreto dalle autorità di sicurezza e rispediti nel Paese di provenienza, dove si pratica abitualmente la tortura. Solo in Italia può accadere che questi cittadini siano rispettivamente la moglie e la figlia minorenne di un noto dissidente del Kazakistan, rimpatriati a forza con il pretesto di un passaporto falso per fare un «favore» a un premier «amico» come Nazarbayev, con il quale si fa business ma del quale si parla come di un dittatore violento e senza scrupoli. Solo in Italia può avvenire che un simile strappo alle regole dei codici nazionali e internazionali sia scaricato, tutto intero, sulle spalle dei funzionari della pubblica amministrazione, mentre i ministri del governo della Repubblica si lavano serenamente le mani e le coscienze. Perché questo è, alla fine, il comunicato con il quale Palazzo Chigi prova …