Giorno: 1 Luglio 2013

Roberto Speranza «Scegliamo un segretario, non un candidato a Palazzo Chigi. Altrimenti rischieremmo il paradosso di un premier costretto a candidarsi segretario», di Simone Collini

«Questo è un governo nato per rispondere prima di tutto all’emergenza economica e sociale del Paese ed è dentro questo obiettivo che si trovano le ragioni del nostro sostegno», spiega Roberto Speranza definendo «simbolico» quanto avvenuto al Consiglio europeo della scorsa settimana, nel quale grazie anche all’intervento di Letta al centro dell’agenda è stato messo il tema della disoccupazione giovanile. Il capogruppo del Pd alla Camera guarda però anche al medio-lungo termine, e dice che «se il partito dovesse sbagliare il congresso non farebbe male solo al Pd ma alla democrazia italiana». E un modo per «sbagliare», aggiunge, sarebbe immaginare che il congresso serva a scegliere il candidato premier, perch é questo porterebbe «instabilità» e anche un «paradosso», dal momento che a capo del governo c’è un esponente del Pd: «Se il segretario fosse automaticamente il candidato premier cosa avverrebbe? Per paradosso potremmo trovarci di fronte a un nostro premier che si candida a segretario». Perché, onorevole Speranza, continuare a sostenere il governo insieme a un Pdl che tenta blitz sulla giustizia e sembra interessato …

“Ora sciogliere il nodo fiscale”, di Ruggero Paladini

«Autunno. Già lo sentimmo venire/nel vento d’agosto,/nelle piogge di settembre/ torrenziali e piangenti/e un brivido percorse la terra…». Quando Vincenzo Cardarelli scriveva questi versi non pensava alle nubi fiscali che si addensano sul Paese, ma forse alla vecchiaia. Per il momento il governo sta guadagnando tempo. Ha rinviato la rata dell’Imu sulla «prima casa» e l’aumento dell’Iva al 22%. Soprattutto il rinvio dell’Iva è sacrosanto; ci manca solo che in un momento in cui la fase recessiva non è ancora terminata si aumenti l’imposta che ha l’impatto più pesante sulla domanda interna. In realtà in una fase come questa la misura dovrebbe essere quella opposta: una diminuzione temporanea (fino alla fine dell’anno, ad esempio) dell’Iva, per stimolare i consumi, sperando che nel 2014 inizi una ripresa. Ovviamente ciò non è possibile, visto gli impegni presi dal governo in sede europea. La difficoltà di rispettare il vincolo del 3% sul deficit si vede chiaramente dalla copertura del miliardo di minori entrate per il rinvio dell’Iva, in buona misura basato sull’aumento degli acconti delle imposte dirette. Un …

“La Repubblica dei partiti provvisori”, di Ilvo Diamanti

È in corso un cambiamento politico rapido e violento. Come vent’anni fa, tra il 1992 e il 1994. Eppure fatichiamo ad accorgercene. Probabilmente perché fissiamo l’attenzione sull’istante. E non vediamo il dopo. Non ce ne (pre)occupiamo. Ma la semplice osservazione dei fatti politici è sufficiente a descrivere una realtà evidente, quanto elusa. Tutti i partiti e tutti i leader che hanno guidato il Paese negli ultimi vent’anni sono a fine corsa. Fra un anno, al massimo, il sistema partitico sarà diverso. Molto diverso. Cambieranno le sigle, i protagonisti, le alleanze. Lo spartiacque sarà costituito dalle elezioni europee. Perché l’Europa e l’euro già costituiscono temi strategici dei principali partiti. In grado di dividere, tra loro e al loro interno, questa “strana” maggioranza e questa “strana” opposizione. Perché alle elezioni europee i partiti si presenteranno da soli. Ciascuno per sé e contro gli altri. Visto che le elezioni si svolgono con metodo proporzionale. Già, ma quali partiti? E quali leader? L’impressione è che il paesaggio su cui proiettiamo i nostri scenari futuri sia già “passato”. Più che …

Bray: «Sulla cultura il governo si gioca tutto», di Francesca De Sanctis

«Sull’emergenza culturale si gioca la credibilità del governo. I soldi devono arrivare e sono certo che arriveranno». È ottimista Massimo Bray, ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo da appena un paio di mesi. «Mi ci devo ancora abituare… ». Intanto accetta per la prima volta di rispondere alle nostre domande nelle vesti di ministro. Prima di questo incarico, lo avevamo più volte ascoltato come direttore editoriale della Treccani, direttore della rivista Italiani/ Europei e come presidente della Fondazione Notte della Taranta. Pugliese, 54 anni, ora ha una sola e unica missione: salvare la cultura. Ministro, in questi due mesi l’abbiamo vista girare come una trottola per l’Italia, da Pompei al Maggio fiorentino. Le priorità sono tante… partiamo dal Colosseo, nei giorni scorsi chiuso al pubblico a causa delle proteste di lavoratori e sindacati che chiedono più tutela contrattuale e professionale e soprattutto un progetto di rilancio del settore. C’è il rischio che il Colosseo possa restare ancora una volta chiuso davanti ai turisti? «Sono intervenuto per sboccare le risorse necessarie per …

“Sindacati e imprese cercano lo sviluppo”, di Massimo Franchi

Duecentomila posti di lavoro in più per gli Under 30. Il tasso di disoccupazione giovanile in calo di due punti. Le promesse di Enrico Letta e di Enrico Giovannini sul pacchetto Lavoro varato dal governo sono importanti e impegnative. Pubblicato definitivamente sulla Gazzetta ufficiale, il decreto Lavoro del governo può essere analizzato, sviscerato e soppesato. Come sempre avviene i testi approvati dal Consiglio dei ministri vengono ulteriormente limati e passano il vaglio della Ragioneria dello Stato e del presidente della Repubblica, che prima di mettere la sua firma vaglia con attenzione le norme contenute. Autorevoli commentatori, a partire da Tito Boeri de lavoce.info hanno criticato duramente il provvedimento, sostenendo che servirà solo a pagare alle imprese assunzioni già decise. Prendendo come riferimento gli effetti dei 231 milioni di sgravi decisi dal governo Monti al tempo del Salvaltalia che ebbero come effetto netto pochissime assunzioni. Imprese e sindacati invece, seppur con molti distinguo e per ragioni diverse, apprezzano il decreto. Sia nel merito, la decontribuzione per le nuove assunzioni e le norme sull’autoimprenditorialità; sia per il …

“Chi è che gioca con le riforme”, di Piero Ignazi

La riforma del sistema elettorale rischiava di essere inghiottita dai veti incrociati dei partiti e di diventare merce di scambio nel “grande gioco” delle riforme. Per riprendere il Kim di Rudyard Kipling non sappiamo chi sia, tra i colli di Roma, l’emissario zarista o l’agente britannico, ma certo tutti stanno cercando di sottrarsi all’imperativo, oseremmo dire “categorico”, di produrre un nuova legge elettorale. Per fortuna il presidente del Senato ha riacceso i riflettori su questa inadempienza del Parlamento. Nel farlo con un’intervista ieri su Repubblica, ha ricordato le recenti sollecitazioni della Consulta ad intervenire e, soprattutto, ha segnalato la priorità e l’urgenza della riforma del sistema elettorale rispetto a tutto l’impianto costituzionale. Il fuoco di sbarramento alzato dal Pdl rende l’idea del grande gioco dietro alle riforme: non si può far avanzare una pedina (conquistare un emirato, avrebbe detto Kim) se non si sono già definite le altre mosse in vista dell’obiettivo finale (la conquista del diamante della corona britannica, l’India), vale a dire un presidenzialismo populista ritagliato su misura per il Cavaliere. Eppure, per …