Giorno: 19 Luglio 2013

“Un patto tra produttori per il diritto alla salute”, di Giovanni Valentini

Ambiente e salute, da una parte; lavoro e profitto, dall’altra. Non sono, o non dovrebbero essere, valori contrapposti, alternativi, antagonisti. In una moderna democrazia economica e industriale, occorrerebbe anzi una “santa alleanza” fra imprenditori e operai per conciliare la difesa dell’ambiente e della salute con la tutela del lavoro e quindi di un legittimo profitto. Ma purtroppo da Torino a Porto Marghera fino a Taranto, passando per la pianura padana, spesso la realtà non corrisponde a questa visione dell’interesse generale. Fabbriche che inquinano l’aria e l’acqua; diffondono sul territorio amianto, benzopirene, diossine e polveri sottili; minacciano sia l’ambiente sia la salute dei lavoratori e dei cittadini, realizzando così un arricchimento illecito con le risorse sottratte alle normative sulla sicurezza e agli obblighi di legge. E la stretta della crisi economica non favorisce evidentemente un’assunzione di responsabilità che comporta oneri e costi, spingendo le imprese verso più agevoli e convenienti delocalizzazioni all’estero. Per cercare di contrastare questa pericolosa deriva nazionale, è sceso in campo nei giorni scorsi il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, leader di …

Anniversario Borsellino, Napolitano: la sua eredità base della lotta alla criminalità

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 21 anniversario del criminale vile agguato di via d’Amelio, ha inviato a Manfredi Borsellino un messaggio nel quale rende “commosso omaggio alla memoria di Paolo Borsellino e di Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, addetti alla sua sicurezza. “Come ho ricordato il 23 maggio scorso, con i tragici attentati del 1992 in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ‘L’Italia fu ferocemente colpita nelle persone di suoi servitori eccezionali, di grandi magistrati, di autentici eroi di quella causa della legalità e della difesa dello stato costituzionale con la quale si erano identificati’. L’esempio e l’eredità che Paolo Borsellino ci ha lasciato – come tutti coloro che si sono sacrificati per tutelare i valori di giustizia, libertà e democrazia – sono oggi alla base delle iniziative sempre più numerose che spontaneamente si sviluppano nella società civile contro ogni forma di violenza e di insidiosa infiltrazione della criminalità organizzata. Nel suo ricordo, mi stringo ai familiari, rinnovando i sentimenti di …

“Il riscatto dei produttori di parmigiano dopo il terremoto”, di Andrea Bonzi

Il sistema Parmigiano Reggiano fa quadrato. E resiste ai colpi – pur durissimi – inferti poco più di 13 mesi fa dal sisma che ha squassato l’Emilia-Romagna. Il tipico formaggio emiliano era diventato un prodotto simbolo del terremoto: 600mila forme cadute a terra, 37 caseifici di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Mantova danneggiati, per un conto totale di 200 milioni di euro (dati Coldiretti). Il lavoro di una vita per persone come Oriano Caretti, titolare insieme al fratello dell’azienda di famiglia, a San Giovanni in Persiceto (Bologna), che, all’indomani delle scosse del 20 e 29 maggio 2012, si è ritrovato il magazzino quasi completamente distrutto. Tra i resti delle “scalere” crollate, le tipiche scaffalature dove riposano le forme, danni stimati per ben 5 milioni e mezzo di euro. RIALZARSI, DOPO IL COLPO Giorni terribili, per Caretti e i suoi («non li voglio rimuovere, ma sicuramente cerco di non pensarci»), che però si sono rimboccati le maniche ed sono subito ripartiti. Tappe forzate: la produzione non si è mai fermata, ma il crollo del magazzino ha …

“I tanti controllori del Caso Ligresti che non hanno visto”, di Sergio Rizzo

Nella storia dei grandi crac finanziari all’italiana c’è una costante: i controllori che non controllano. O lo fanno male. Raramente per scarsa professionalità o carenza d’impegno. Più di frequente, invece, a causa dell’assenza di una caratteristica imprescindibile per chi veste i panni di sceriffo dei mercati: l’indipendenza. Se troverà conferma ulteriore nelle indagini della magistratura, la storia rivelata l’altro ieri sul Corriere da Luigi Ferrarella ne è la prova provata. Un testimone ha raccontato come per anni i controlli sulla Fonsai da parte dell’Isvap, che avrebbero forse potuto evitare il peggio a tanti risparmiatori, abbiano latitato. Il prezzo? La promessa della nomina a componente dell’Antitrust per il presidente dell’Isvap Giancarlo Giannini, caldeggiata da Ligresti in persona presso il premier dell’epoca, Silvio Berlusconi. Le entrature politiche di Ligresti e le sue relazioni con quel mondo che ha Berlusconi come punto di riferimento sono arcinote. È stata ricordata la sua amicizia con Bettino Craxi, faro del Cavaliere negli anni ruggenti, cementata dagli innumerevoli incarichi del suo plenipotenziario nelle partecipazioni statali Massimo Pini in tante aziende del gruppo …

“Quel ministro non può restare al suo posto”, di Eugenio Scalfari

Angelino Alfano non si dimetterà da ministro dell’Interno e da vicepresidente del Consiglio nonostante l’immane pasticcio di cui è responsabile per l’espulsione di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua e la sua consegna al regime dittatoriale del Kazakistan. Non si dimetterà perché Berlusconi lo incoraggia a restare al suo posto, Enrico Letta cerca di evitare la crisi di governo che avverrebbe qualora il premier sconfessasse il suo vice e il Pd ha dal canto suo le medesime preoccupazioni. Il partito democratico è pressoché unanime nel considerare Alfano responsabile di quanto è avvenuto, sia che ne fosse al corrente, sia che (come lui afferma) fosse stato tenuto all’oscuro dai suoi più intimi collaboratori; ma il gruppo dirigente ha invece deciso, sia pure turandosi il naso, di non votare la sfiducia ad Alfano per evitare una crisi di governo con conseguenze nefaste sull’economia, sui mercati, sulla credibilità italiana in Europa che il pasticcio kazako ha comunque fortemente indebolito. La conseguenza di questi fatti, che messi insieme determinano un vero e proprio evento politico, sarà comunque una …

“Il rifiuto delle scorciatoie”, di Mario Calabresi

Giorgio Napolitano è come se guardasse alla situazione da lontano, o forse sarebbe meglio dire dall’alto. Dall’alto dei suoi 88 anni, dei sessant’anni di vita politica, da quella distanza che ha chi non cerca altri incarichi, altre prospettive, ma essendo già in un tempo supplementare gioca il pallone nel modo più diretto e efficace possibile. Dal suo punto di vista si vede con chiarezza, e lo ha sempre detto senza giri di parole, il fallimento delle ultime legislature. I l suo cruccio più grosso è il modo in cui il Parlamento e i partiti hanno sprecato l’occasione del periodo Monti per riformare la politica e la sua più grossa paura è che l’errore si ripeta, nell’illusione che buttando via tutto e riaprendo una stagione di campagna elettorale ci possano poi essere soluzioni radiose e miracolistiche dietro l’angolo. Eppure, per dare risposte all’antipolitica montante e alla rabbia dei cittadini, una via maestra c’era: riformare la legge elettorale, dimezzare il numero dei parlamentari, rivedere i costi del sistema, abolire le Province. Niente di tutto questo è stato …

“Messaggio mai così esplicito”, di Stefano Folli

Sotto il profilo politico, il passaggio più stringente del discorso di Giorgio Napolitano è quello in cui il capo dello Stato fa capire in modo netto che un’eventuale caduta del governo Letta non aprirebbe la porta a nuove formule o a maggioranze alternative. Le conseguenze della crisi sarebbero, sì, «irrecuperabili» sul piano economico, ma soprattutto sarebbero imprevedibili. Come dire che nessuno deve farsi illusioni: la fine delle larghe intese non condurrebbe a quella maggioranza con i Cinque Stelle che nel Pd più di qualcuno ha vagheggiato. È chiaro che Napolitano non ha fatto nomi e non ha citato alcun soggetto politico. Tuttavia le sue parole erano trasparenti per chi ha voluto intenderle. Del resto, basta ricordare che di recente il tentativo di gettare ponti verso i “grillini” si era fatto più insistente e si è anche voluto accreditare la tesi che lo stesso capo del movimento fosse sul punto di cambiare linea e aprirsi a una possibile collaborazione con il Pd. In altri termini, si profilava un vago disegno. Ma con un grave punto debole. …