Giorno: 20 Luglio 2013

“Passo indietro indispensabile”, di Michele Prospero

Forse nessuno più di Alfano è consapevole che il voto del Senato non ha chiuso un pasticciaccio che lascia in giro molte ruggini. La crisi è stata al momento riassorbita, senza gravi contraccolpi. Solo grazie all’autorevolezza del Colle e al senso di responsabilità per l’ennesima volta mostrato dal Pd le istituzioni non precipitano nel caos. Non è certo su queste precarie condizioni, di uomo salvato per grazia ricevuta, in ragione cioè di reiterate e sin troppo costose prove di ragion di Stato, che però Alfano confidava per accreditarsi come il capo dell’ala politica della destra, capace di trarre un qualche senso politico costruttivo dall’esperienza controversa del governo di servizio. Ora, se non coglie le ineluttabili conseguenze politiche della vicenda, il segretario del Pdl rischia di essere risucchiato proprio dalle componenti più oltranziste del suo schieramento. Cioè da quelle pattuglie barricadiere che, al progetto di una destra capace di avventurarsi oltre le spine della custodia giudiziaria del capo, non guardano neppure alla lontana. E non aspettano altro che gli echi di sentenze scomode per mettere in …

Alta tensione nel Pd «Teniamo aperto il caso», di Maria Zegarelli

Il Pd compatto contro la sfiducia ad Alfano per salvaguardare il governo. Tre senatori non partecipano al voto. Ma le tensioni e i malumori in casa democratica restano per l’affare inaudito che ha coinvolto il Viminale. Il Pd tiene aperto il caso. Lo dice Zanda in aula, ma lo dicono anche senatori e deputati: è stata danneggiata la credibilità dell’Italia, bisogna riparare al più presto. La frase che più deve aver fatto saltare i nervi ad Angelino Alfano è quella che il capogruppo Pd Luigi Zanda pronuncia quasi al termine del suo durissimo intervento in aula: «Lo dico per inciso, onorevole Alfano, ma forse può essere utile valutare se nelle 24 ore della sua giornata ci sia sufficiente tempo per la segreteria del suo partito, la vice presidenza del Consiglio dei ministri e il ministero dell’Interno». Alfano sbraccia, guarda Silvio Berlusconi, si chiede dove voglia arrivare il senatore Pd. Poche ore più tardi il segretario del Pd Guglielmo Epifani, intervistato dal Tg, è ancora più esplicito: «Il problema che io vedo è che di fronte …

“Ventimila imprese per spingere l’export. Il piano del governo”, di Daniele Taino

Se vuole uscire dalla lunga stagnazione dell’economia, diventata poi recessione, l’Italia dovrà smettere di concentrarsi sul proprio ombelico, dovrà alzare lo sguardo e puntare ai mercati esteri. Il governo Letta ne sembra convinto. In realtà, a parole lo sono tutti: l’esecutivo, però, ha individuato alcune tendenze internazionali che le imprese del Paese possono potenzialmente cavalcare e si sta dando un programma per spingerle a farlo. Una volta tanto con obiettivi misurabili. Le esportazioni, per dire, nel 2012 hanno raggiunto un valore di 474 miliardi, il 30% del Prodotto interno lordo (Pil); entro il 2015, dovranno arrivare a 545 miliardi, il 33% del Pil. Altro esempio: in Italia, ci sono almeno 73 mila aziende (stima Unioncamere) che hanno la possibilità di esportare le loro merci e i loro servizi ma lo fanno solo saltuariamente: Carlo Calenda, viceministro allo Sviluppo economico incaricato dei problemi dell’internazionalizzazione, dice che l’obiettivo del governo è trasformare 20 mila di queste in «aziende stabilmente esportatrici». Il piano di spinta all’internazionalizzazione è stato messo a punto e approvato da una «Cabina di regia» …

“L’eredità di Borsellino”, di Pietro Grasso

Ricordo come fosse ieri quel 19 luglio del 1992, quando appresi dell’uccisione. Erano trascorsi poco meno di due mesi dalla morte di Falcone e l’Italia perdeva nuovamente un valoroso magistrato, un fedele servitore dello Stato. Paolo Borsellino ha sacrificato la sua vita perchè la nostra fosse migliore; ha vissuto e lavorato per la giustizia, considerandola non solo una professione, ma prima di tutto una missione. Oggi voglio ricordare non solo il magistrato con il quale ho avuto la fortuna di lavorare, ma anche l’uomo che ho avuto il privilegio di conoscere e di apprezzare nelle sue qualità più intime e personali. Ricordo benissimo l’anno in cui conobbi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: era il 1979. Ero stato chiamato a collaborare al maxiprocesso e mi sentii onorato e emozionato, perché sapevo che da loro avrei imparato tanto. Delle numerose giornate passate a studiare gli atti non posso dimenticare l’affetto e il sostegno di Paolo, il suo entusiasmo, la tenacia con la quale affrontava ogni giorno il suo lavoro, pur sapendo che questo gli sarebbe costato la …

Carrozza: “15mila docenti a settembre. Tutti universitari dovranno fare stage”, da repubblica.it

Il ministro dell’Istruzione al videoforum di Repubblica Tv: “Il 50% dei nuovi insegnanti verrà dalle graduatorie, l’altro 50% dal concorso. La diminuzione è dovuta alla riforma che impedisce molti pensionamenti. Cerchiamo le coperture per chi vuole lasciare”. Sugli studenti: “Non si può arrivare a 25 anni senza lavorare neanche un giorno” Concorsone per i nuovi insegnanti scolastici al centro del videoforum di Repubblica Tvcon il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, intervistata da Corrado Zunino. “Verranno tutti assorbiti i vincitori? Mi auguro di si – ha esordito il ministro – le selezioni sono in corso, alcuni più avanti. Ci sono stati problemi perché i compensi per chi è in commissione sono molto bassi, nonostante avessimo chiesto di assorbirli”. Resta da capire quanto saranno i nuovi docenti alla partenza del prossimo anno scolastico. “Non appena sarà possibile immetteremo 15mila dipendenti, 50% dalle graduatorie, 50% dal concorso”. Numeri più bassi delle previsioni iniziali: dovevano essere 26mila. “Anche se il concorso ha validità 3 anni – precisa il ministro – e potranno essere assunti successivamente”. …

“Il vicepremier è ancora in bilico”, di Francesco Bei

Respinta la «sfiducia politica» al ministro dell’Interno, quella presentata dalle opposizioni e che avrebbe travolto l’intero governo, nella maggioranza non si considera affatto chiusa la questione Alfano. Sarà per il timore di nuove rivelazioni sullo scandalo kazako (una paura che pervade anche il Pdl), sarà perché la posizione del vicepremier è ormai oggettivamente troppo indebolita, nel governo ancora si parla di dimissioni del segretario del Pdl. Potrebbe sembrare paradossale insistere su questo punto proprio nel giorno in cui la maggioranza si è ricompattata a difesa del vicepremier. Eppure sul tavolo c’è di nuovo la questione Alfano. Anzi, il fatto che il governo di larghe intese si sia dimostrato in grado di respingere gli assalti di grillini e vendoliani potrebbe dare ora al premier la forza sufficiente per procedere all’operazione. In fondo su qualcosa di simile Letta aveva già ragionato prima di partire per Londra. La soluzione, poi scartata per i troppi rischi che comportava, gli era stata prospettata come via d’uscita per salvare capra e cavoli. Dall’area dalemiana un suggeritore aveva infatti consigliato al premier …

“I trucchi del Cavaliere”, di Piero Colaprico

È crollata, per la seconda volta in un mese, la trincea delle “cene eleganti”. E adesso sulla testa di Berlusconi aleggia l’accusa di “corruzione in atti giudiziari”. Un’accusa inedita per il Cavaliere. Nella sua villa di Arcore funzionava, e questo ormai lo dicono ben due sentenze, un fiorente mercato del sesso, con prostitute, show girl e minorenni. Per coprire quello scandalo, Berlusconi ha mentito e fatto mentire: ma, così suggerisce la sentenza di ieri, ha seminato troppe tracce. Tant’è vero che, accanto alle ragazze a pagamento, è ormai lo stesso tandem legale Ghedini-Longo a incamminarsi verso una nuova, forse devastante inchiesta, che già viene chiamata Ruby-ter. I fatti sono semplici e vanno messi insieme se si vuol capire la situazione. Lo scorso 24 giugno l’ex presidente del Consiglio è stato condannato a sette anni di carcere. Colpevole di concussione e di essere stato il cliente di una prostituta minorenne, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ieri c’è stato — e poteva accadere altrimenti, visto che numerose prove erano le stesse? — il bis: condanna totale …