Giorno: 4 Agosto 2013

Valore Cultura

“Il decreto ‘Valore Cultura’ è un provvedimento di grande rilevanza per l’Italia perché rimette il settore culturale al centro dello sviluppo dell’economia del Paese”. E’ quanto affermato dal responsabile Cultura e comunicazione del Pd, Antonio Funiciello, a proposito del decreto sulla cultura approvato dal Consiglio dei ministri e presentato dal presidente del Consiglio Letta e dal ministro della Cultura, Massimo Bray. “Dal tax credit di 90 milioni di euro – ha aggiunto -, che risponde ad un’esigenza cruciale degli operatori del settore cinematografico, all’introduzione di benefici fiscali sul modello del tax credit per il settore musicale, all’esclusione dei teatri stabili pubblici e degli enti culturali vigilati dai limiti alla spesa previsti dalla spending review, al programma di inventariazione e digitalizzazione del nostro patrimonio culturale: si tratta di una serie di provvedimenti che danno slancio all’azione di governo in favore della crescita”. “Bene anche il progetto Pompei – ha sottolineato Funiciello – per sottrarre finalmente il sito archeologico all’emergenzialismo, svolgere le gare e migliorare gestione e spese”. “Fondamentale poi il provvedimento per aiutare le fondazioni lirico …

M5S, comanda Casaleggio. E Nuti dice: «Mai col Pd», di Andrea Carugati

Ricomincia la telenovela a 5 stelle su «governo sì governo no»? Le premesse ci sono tutte. E se si dovesse arrivare a una crisi di governo, con il bivio tra le elezioni e una nuova eventuale maggioranza, lo psicodramma grillino è garantito. Ci sono già le prime avvisaglie. Giovedì il capogruppo Riccardo Nuti ha mandato una mail ai suoi deputati, due ore prima della sentenza su Berlusconi, in cui disegnava alcuni scenari possibili. In caso di condanna, scriveva Nuti, «il Pd dovrebbe chiudere con il governo, fare una legge elettorale con noi e andare a votare». «E se Napolitano non volesse sciogliere le Camere allora toccherebbe a noi, dopo questo fallimento.Un governo su cinque punti: legge elettorale, reddito di cittadinanza, misure per le Pmi, abolizione finanziamento pubblico ai partiti, legge conflitto interessi. Con quale maggioranza? Con i voti di quei parlamentari – e sono sempre di più – che si rendono conto dell’inadeguatezza di questi partiti». La mail è sembrata una prima timida apertura di dialogo con i democratici, ma ieri mattina questa lettura è …

“I lavoratori in CIG perdono il 30% del reddito”, di Bianca Di Giovanni

«Le cose da fare sono importanti non solo dal punto di vista sociale, ma anche economico, perché se non si risolvono problemi strutturali del sistema noi qui mettiamo solo delle pezze». Carlo Dell’Aringa, sottosegretario al Lavoro, esprime così le sue preoccupazioni sulle fibrillazioni politiche di questi giorni. L’eredità lasciata a questo governo è pesantissima: Iva, Imu, Cig e esodati sono tre punti cardine su cui si giocherà la partita della ripresa. Il governo punta a stanziare ancora un miliardo per la cassa in deroga e ad allargare la platea degli esodati entro settembre: il tempo stringe. In ballo c’è la tenuta dei redditi di centinaia di migliaia di famiglie. «Quelle coinvolte dal trattametno della cig in deroga nell’anno sono circa 500mila, di queste circa un terzo rischia di restare fuori senza il rifinanziamento richiesto oggi dalle Regioni». La questione sociale «deve stare al primo posto», continua il sottosegretario. Tradotto: deve prevalere sugli interessi politici di breve periodo. l’impoverimento delle famiglie c’è senza ombra di dubbio. «Chi entra in cig in deroga subisce una decurtazione reale …

” Detroit, Atene e la fine del welfare”, di Guido Rossi

A fianco del marasma politico e istituzionale italiano, che si materializza nei continui scomposti tentativi di riformare la Carta Costituzionale e nella giuridicamente ineccepibile sentenza della Corte di Cassazione sul caso Berlusconi, due significativi avvenimenti internazionali hanno caratterizzato la scorsa settimana. Il primo riguarda la procedura fallimentare della città di Detroit e il secondo il rapporto del Fondo Monetario Internazionale sulla zona euro e in particolare sulla Grecia e il futuro economico dell’euro. Un primo collegamento fra Detroit e Atene era già stato antecedentemente effettuato da alcuni noti commentatori e in particolare da Krugman, che ne ha rilevato il pericoloso mimetismo nel tentativo di quei politici e tecnici che cercano di spostare il dialogo dal vero problema della creazione dei posti di lavoro, come avvenne per la Grecia, a quello della integrità fiscale e dell’austerity. Ritengo peraltro che, oltre agli indiscutibili rilievi di Krugman e alle sue corrette bacchettate contro gli arroganti e stolti fanatici del libero mercato, altre considerazioni che ci riguardano più da vicino possono essere presentate al lettore. La prima di queste …

“Non si gioca con le istituzioni”, di Massimo Luciani

Scaricare tensioni sulle istituzioni è pericoloso. Bisogna evitarlo, nell’interesse del Paese. «Quale furia di genti straniere, quale ferocia dei barbari può essere paragonata a questa vittoria di cittadini su altri cittadini»? Così, ne La Città di Dio, scriveva Sant’Agostino, riflettendo sulle guerre civili che avevano insanguinato a lungo Roma. E non lo scriveva a caso. Già i classici più antichi avevano posto la guerra civile tra i mali peggiori che possano affliggere una comunità politica, e più avanti l’avrebbero pensata nello stesso modo i fondatori del pensiero politico moderno. Quando si evoca la guerra civile, dunque, si tocca un oggetto esplosivo, da maneggiare con cura. Questa cura non la mostrano tutti: lo spauracchio della guerra civile, anzi, è agitato sempre più frequentemente e senza la minima riflessione sulla storia dei concetti e sul significato profondo delle parole che si usano. Sarebbe sciocco affettare un’ingenua sorpresa o uno scandalizzato sdegno. In politica la tattica ha una sua importanza, sempre più evidente in periodi di accelerazione dei tempi di formazione dell’opinione pubblica, sicché l’uso tattico e ad …

“Il punto di rottura”, di Claudio Sardo

Alla favola di Berlusconi colomba tra i falchi cattivi del PD può credere solo un fesso. Il falco è Berlusconi, che muove i ricatti dei suoi sullo scacchiere politico, e che ancora non ha deciso se far cadere il governo e tentare la corsa al voto. Un punto però è fermo nella sua strategia: la colpa di un even- tuale crollo della legislatura deve ricadere tutta sul Pd. Ciò spiega la propaganda, la tattica, le parole oltre il limite dell’eversione, fino alle minacce al Capo La condanna penale definitiva del leader della destra italiana ha segnato uno spartiacque. La Cassazione ha smentito tutti co- loro che scommettevano sul «salvacondot- to», che straparlavano di «inciucio», che deliravano sulla «pacificazione». La divisione dei poteri e l’autonomia costituzionale dell’ordine giudiziario erano la pre-condizione di questo governo, che mantiene nel- la propria missione il ripristino di una normalità e di una efficienza democratica. L’esecutivo guidato da Letta, che non si fonda su una vera alleanza politica, non po- teva certo fondarsi su uno scambio ignobile tra politica e giustizia. …

“Il governo è un’istituzione ed è bene ricordarselo”, di Eugenio Scalfari

Qualche settimana fa, già in vista della sentenza che la Cassazione ha emesso giovedì scorso, il direttore di questo giornale, Ezio Mauro, aveva usato la parola “dismisura” per definire l’influsso improprio che Silvio Berlusconi ha esercitato per vent’anni sulla fragile democrazia di questo paese. La parola dismisura mi colpì molto per la sua efficace rappresentatività. Un uomo posseduto da un’egolatria straripante, con capacità di imbonire non solo una parte rilevante di popolo ma addirittura di deformare il funzionamento di istituzioni da tempo asservite ai partiti politici dominanti, guidava il paese con una ricchezza di assai dubbia provenienza, un impero mediatico di proporzioni inusitate, una spregiudicatezza politica senza limiti. Del resto l’allarme di Repubblica nei confronti di quel personaggio così anomalo ad ogni principio democratico era scattato da tempo, quando Silvio Berlusconi non aveva ancora fatto il suo ingresso in politica ma già aveva con i politici contatti e rapporti di complicità e addirittura di compravendita. La nostra campagna era cominciata fin dagli ultimi anni Ottanta ed è del ’92 l’articolo da me pubblicato con il …