Giorno: 27 Agosto 2013

Pd: priorità a scuola, Cig, esodati e crescita

Il segretario nazionale del Partito Democratico, Guglielmo Epifani, ed il responsabile economico del partito, Matteo Colaninno, hanno incontrato questa mattina presso la direzione del Pd i ministri democratici che partecipano al governo Letta, Dario Franceschini, Graziano Del Rio, Flavio Zanonato, Andrea Orlando, Maria Chiara Carrozza, Cécile Kienge, Massimo Bray, il vice ministro Stefano Fassina, il sottosegretario Pier Paolo Baretta e il capogruppo al Senato Luigi Zanda. Nel corso della riunione, in cui sono stati esaminati i problemi aperti, la situazione economica e sociale del Paese, è emersa con nettezza la necessità di fare ogni sforzo per sostenere la ripresa, per affrontare i problemi sociali più acuti e per mettere particolare attenzione sui temi della scuola, dei costi dell’energia, del turismo, di un allentamento del patto di stabilità dei comuni con l’obiettivo di liberare le risorse per investimenti destinati a rinforzare i segnali di ripresa in questa fase di emergenza. Per il Partito Democratico le priorità da sostenere, tutte contenute nel programma di governo, riguardano la scuola, il rifinanziamento della Cassa integrazione guadagni, il tema degli …

Damiano: “Con pacchetto PA si va nella giusta direzione”

Varato dal Consiglio dei ministri il pacchetto di misure, un dl e un ddl, per la Pubblica amministrazione. Ad annunciarlo il premier Enrico Letta, che in una conferenza stampa ha elencato i contenuti dei provvedimenti, dalle norme per i precari, con la stabilizzazione e una stretta sulle assunzione future, all’ulteriore taglio del 20% delle auto blu, “una scelta che continua una direzione di marcia sulla quale dobbiamo fare ancora di più”, ha detto il presidente del Consiglio. Nel pacchetto varato dal governo anche l’assunzione di mille vigili del fuoco, un investimento che segnala “l’attenzione profonda ai problemi del nostro territorio”, l’istituzione dell’Agenzia per la coesione e un rafforzamento della trasparenza e della lotta alla corruzione, con un “intervento importante di razionalizzazione del sistema – ha spiegato il premier – per far sì che ci sia concentrazione e rafforzamento della lotta alla corruzione, della sua prevenzione e della trasparenza attraverso una divisione di competenze” che trasforma la Civit nel “soggetto oggi esclusivamente dedicato alla lotta corruzione”. Per il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, …

“Assunzioni, il 27% resta al palo”, di Carlo Forte

Le graduatorie dei concorsi a cattedre che non saranno approvate definitivamente e pubblicate entro la fine del mese non potranno essere utilizzate per le immissioni in ruolo appena autorizzati: 11.268. E quindi, almeno per quest’anno, i vincitori di concorso rimarranno fuori e gli uffici dovranno continuare a scorrere le graduatorie dei concorsi del 2000 e, in alcuni casi, addirittura quelli del 1992. Secondo quanto risulta a Italia Oggi, il 73% delle procedure concorsuali dovrebbe andare a buon fine entro il 31/08; il 22% rischia di andare fuori perché le prove orali non sono ancora state terminate, mentre il 5% è già matematicamente fuori tempo massimo. I ritardi sono concentrati in massima parte in Toscana e Sicilia. Ciò non vuole dire che i neovincitori rimarranno fuori per sempre. Dal ministero dell’istruzione rassicurano che dovranno attendere solo il prossimo anno. «Rimane comunque garantito per i vincitori del concorso indetto con D.D.G. 82/2012» si legge nell’allegato A della circolare applicativa del decreto sulle immissioni in ruolo «il diritto all’assunzione nel triennio di validità delle relative graduatorie di merito, …

“Risorse ridotte per la Cassa in deroga”, di Claudio Tucci

Il fabbisogno stimato dalle Regioni per coprire i sussidi in deroga fino a fine 2013 è di 1,3 miliardi di euro. Ma per ora la coperta è più corta: l’intervento di rifinanziamento che farà il Governo (già forse nel prossimo consiglio dei ministri, ma potrebbe slittare ai primi di settembre) si aggira intorno ai circa 500-600 milioni; anche se la questione non è del tutto chiusa con il pressing del ministero del Lavoro sul ministero dell’Economia per avere più fondi. L’ipotesi di partenza, infatti, era quella di dedicare a cassa e mobilità in deroga circa un ulteriore miliardo di euro; ma, a quanto si apprende, la necessità di reperire risorse per gli altri dossier fiscali caldi (Imu e Iva) e la difficoltà di coprire per intero il miliardo ipotizzato hanno fatto scendere, almeno per il momento e salvo ulteriori colpi di scena, la cifra. Accanto al rifinanziamento dei sussidi in deroga il Governo, attuando quanto previsto nel decreto di maggio Imu-Cig, è pronto a emanare il provvedimento che prevede criteri più restrittivi per concedere questi …

“L’America indispensabile”, di Lucio Caracciolo

Riprendere la misura di se stessi non è facile, specie dopo aver tanto creduto, con ottime ragioni, nella propria superiore potenza. Eppure è questo il filo rosso con cui Barack Obama ha finora tessuto la sua politica estera, nella consapevolezza che l’età aurea del presunto “mondo unipolare” è trascorsa. Obiettivo: districare gli Stati Uniti dalle disastrose guerre di Bush figlio. Guerre che nell’illusione di cambiare la faccia del Medio Oriente con un paio di passeggiate militari avevano sprofondato il prestigio dell’America a un grado intollerabile per chi si considera Numero Uno. Di qui il disingaggio dall’Iraq (completato) e dall’Afghanistan (in corso). E la parola d’ordine del “perno asiatico” – occupiamoci del vero rivale, la Cina, per il resto non abbiamo tempo né denaro. Tutto molto logico. Quasi cartesiano. Troppo, per il disordinato mondo di oggi. Il Medio Oriente, che Obama voleva cacciare dalla porta, rientra dalla finestra. Continuare a ignorarlo, o a subappaltarne le convulsioni ai velleitari alleati europei e a non disinteressati attori locali che usano il disimpegno americano per fini propri, si sta …

“Stop al precariato nel pubblico impiego”, di Massimo Franchi

Due ore di Consiglio dei ministri per mettere a punto le norme sulla Pubblica amministrazione, un decreto e un disegno di legge per dare «efficienza» al sistema. E fissare un principio: basta precariato di Stato. È direttamente Enrico Letta ad annunciarlo: «Abbiamo deciso di dare una soluzione strutturale al tema del precariato», «tipizzando e riducendo le forme di lavoro flessibile, mettendo una barriera per evitare scorciatoie, come nelle assunzioni nel- le aziende partecipate»: il contratto a tempo determinato sarà quello «prevalente». Al contempo si avvia un «percorso di parziale inserimento di precari» che saranno stabilizzati «previa procedura altamente selettiva, come prescrive la Costituzione». E con l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di assumere i vincitori di concorso. Se il principio è chiaro, molto meno lo sono i numeri. E ancora meno i tempi della stabilizzazione. Dei 150mila precari stimati dai sindacati, l’unica platea su cui ci siano notizie è quella dei lavoratori della sanità. Proprio mentre il ministro Giampiero D’Alia specificava come siano «oltre 30mila precari i contratti a termine nel com- parto», un comunicato della …

“La flessibilità danneggia lavoratori, sindacati e Paese”, di Paolo Leon

Supponendo che anche l’Italia sia vicina alla ripresa, e vi sono ragioni per dubitarne, molti esperti ritengono che la riduzione dalla disoccupazione sarà ritardata e che, nell’attesa, aumenterà ancora. Nel passato, il ritardo era di un anno circa rispetto alla crescita, e poiché la crisi di oggi è più severa di quelle del passato, il ritardo, si pensa, sarà più lungo. Da qui nasce la preoccupazione che, nel frattempo, gli italiani non ne possano più e che si prospetti un periodo di ribellioni sociali. Il pericolo c’è, e abbiamo già sperimentato che si trova sempre qualcuno capace di provocarne l’esplosione con le opportune demagogie. L’Italia è ormai diventata un Paese nel quale è massima la precarietà della forza lavoro; perfino il provvedimento per consentire la riproduzione dei contratti a tempo determinato – per evitare altri licenziamenti – dimostra che ci si è rassegnati alla precarietà come una struttura permanente e pervasivi. Non solo le imprese ma anche parti politiche e perfino sindacali, ritengono che se l’occupazione deve aumentare, allora la precarietà – che per pudore …