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“Stretta su stalking e femminicidio sarà punita anche la violenza online”, di Melania Di Giacomo

Quelle mail insistenti, violente, minacciose. O i post sui social network che oltraggiano, imbarazzano, tolgono il sonno. Sono le nuove forme di persecuzione e come tale saranno un’aggravante dell’elenco di condotte previste dall’articolo 612 bis del Codice penale, quello sullo stalking, che la legge punisce con il carcere fino a quattro anni. E poi un passo verso la procedibilità d’ufficio, andando incontro a quelle donne in stato di soggezione che non riescono a denunciare i propri aguzzini, come da anni chiede chi si occupa di violenza di genere. Nei casi di gravi indizi di violenza domestica o di minaccia grave da parte del partner o dell’ex, le forze dell’ordine potranno chiedere al giudice il divieto per l’autore dei fatti di avvicinarsi «ai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima».
Nella bozza di decreto oggi al vaglio del Consiglio dei ministri come «disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere» ci sono norme che prevedono nuovi fatti di reato, quelle che costituiscono una stretta, migliorando le procedure già in vigore, e altre definite di «prevenzione», come l’«ammonimento» del questore a chi compie atti persecutori.
Il provvedimento su stalking e femminicidio — come è stato ribattezzato — portato sul tavolo del governo dai ministri dell’Interno Alfano, quello della Giustizia Cancellieri e dal viceministro Cecilia Guerra, che ha la delega alle Pari opportunità, in origine faceva il paio con il decreto svuotacarceri, che proprio l’altro giorno è stato approvato dalla Camera con modifiche, e che ieri è tornato al Senato in terza lettura. Ma era stato stralciato in giugno, per la «diversità di argomenti» e la «complessità dei temi trattati» — si disse allora — e adesso dovrebbe essere approvato, con lo strumento del decreto legge, assieme a una serie di misure di altra natura, che riguardano l’Expo 2015, il commissariamento delle Province e il rifinanziamento del fondo per la Protezione Civile.
Il testo sullo stalking prova a rimodernare il lessico del codice penale sui rapporti familiari, per cui saranno violenze sessuali «aggravate» quelle commesse nei confronti del coniuge, «anche separato o divorziato», ma pure nei casi in cui l’imputato «è o è stato legato da relazione affettiva» con la vittima. L’aggravante sarà inoltre applicata se a subire la violenza è una donna incinta.
Come forma di contrasto è previsto l’arresto in flagranza per chi compie maltrattamenti in famiglia e per gli stalker. C’è possibilità di arresto, invece, per chi viola il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Pensando alla vittima, sono stabilite una serie di tutele ulteriori come l’«irreversibilità della querela» in caso di stalking, in modo da mettere la vittima al riparo da ulteriori pressioni. E, durante il procedimento penale, si prevedono «modalità protette» anche se la persona offesa è maggiorenne, tenendo conto «della particolare vulnerabilità».
La novità più importante è — sotto il profilo della prevenzione — la possibilità per il questore di intervenire, nei casi in cui alle forze dell’ordine sia segnalata una violenza fisica, sessuale o anche psicologica — pur in assenza di querela di parte — con un «ammonimento». In questo caso il questore può anche chiedere la sospensione della patente. Il decreto poi prova a far emergere anche gli abusi domestici all’interno delle comunità straniere, prevedendo un permesso di soggiorno per consentire alla vittima di sottrarsi alla violenza.

Il Corriere della Sera 08.08.13

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“Giro di vite sulla violenza in casa indagini anche senza denuncia e diffida per evitare l’escalation”, di MICHELE BOCCI

UNA risposta all’allarme sociale provocato dalla violenza sulle donne attraverso misure più severe per i colpevoli. È la linea che guida il decreto legge dal titolo “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere” che arriverà oggi in Consiglio dei ministri e che per tutta la giornata di ieri è stato ritoccato dagli uffici legislativi del Viminale. Si intende inasprire «per finalità dissuasive, il trattamento punitivo degli autori introducendo, in determinati casi, misure di prevenzione finalizzate alla anticipata tutela della donna vittima di violenza domestica».
Nella norma sarebbe prevista la possibilità per le forze dell’ordine di procedere senza querela di parte quando ci sono gravi indizi di violenza o minacce commesse dal coniuge o da chi è comunque legato, o è stato legato, da una relazione con la vittima. Così il giudice per le indagini preliminari può subito allontanare l’autore dalla casa di famiglia e dai luoghi frequentati dalla donna. Se invece la querela è presentata, non può più essere ritirata, come è invece ammesso per altri reati.
Nell’articolo 572 del codice penale, che sanziona i “maltrattamenti in famiglia o verso fanciulli”, si alza da 14 a 18 anni l’età delle vittime. Come misura di prevenzione della violenza domestica, si ipotizza che il questore possa dare un “ammonimento” a chi è segnalato per un reato di lesioni e gli sospenda pure la patente per un periodo da uno a tre mesi. Se poi il fatto è commesso da un soggetto già “ammonito” si prevede un aumento di pena.
Sempre la violenza domestica trova una nuova definizione, come l’insieme degli atti, non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica commessi non solo nel nucleo familiare o tra ex coniugi ma anche da persone semplicemente legate da relazione affettiva in corso o conclusa. Anche nel caso in cui vittima ed autore non abbiano mai convissuto. Se a essere vessata è una straniera irregolare, si può decidere di concederle permesso di soggiorno per consentirle di sottrarsi al suo aguzzino. Quando la violenza è di tipo sessuale, viene prevista una pena più severa nel caso sia commessa nei confronti di una donna incinta o disabile oppure se l’autore è il coniuge o una persona legata alla vittima. Al ministero dell’Interno, infine, si chiede di elaborare ogni anno un’analisi criminologica dedicata alla violenza di genere.
Lo stesso decreto cambia le cose riguardo al reato di stalking, per colpire anche chi perseguita una persona con “strumenti informatici o telematici”.
Lo stalker colto sul fatto deve essere arrestato, è facoltativo invece fermare chi viola il diritto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Il decreto che arriva oggi al Consiglio dei ministri era stato annunciato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano già a maggio scorso e inizialmente le norme contro il femminicidio avrebbero dovuto essere contenute all’interno del dl svuotacarceri. La decisione di tenerlo fuori da quella normativa venne presa d’accordo con il ministro Cancellieri.
In una prima stesura del decreto c’erano anche norme di altro tipo, come quelle che inaspriscono le pene per i ricettatori del rame rubato e per chi si impadronisce dell’identità digitale di altre persone. Un articolo era dedicato addirittura ai controlli antimafia connessi all’Expo di Milano. Nel provvedimento portato oggi alla riunione del Governo dovrebbe restare solo una norma sulla Protezione civile, che allunga i tempi di durata dello stato di emergenza, e rifinanzia il fondo per questo settore del ministero dell’Interno dopo molto tempo.

La Repubblica 08.08.13