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“Contro la violenza sulle donne il decreto comincia a camminare”, di Luisa Pronzato

Era uno dei punti novità del decreto legge del governo contro la violenza di genere: «l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare». Ieri i carabinieri di Tricase (Napoli) lo hanno applicato. La misura è scattata per un imprenditore 51enne. Aveva picchiato moglie e figlia; si sono presentate ai militari. Il pronto soccorso ha confermato le lesioni, il pm ha dato l’autorizzazione. In questi 60 giorni in cui il decreto governativo è attivo, prima che il Parlamento lo converta in legge, l’attenzione è obbligo.
Si nota nella cronaca. Il 21 agosto un 24enne di Morbegno (So) è stato «allontanato» dopo che la fidanzata era arrivata in caserma con ecchimosi al volto e al braccio. Una telefonata dei carabinieri al pm di turno che ha dato l’ok. Lo stesso il 23 agosto per un 49enne di Terni. E sempre il 23 agosto, a Baranzate (Mi), un 40enne è stato arrestato dopo che la moglie ha chiesto aiuto urlando dalla finestra mentre lui la picchiava. Le botte duravano da anni, lei non aveva mai denunciato temendo ritorsioni.
Un cambio radicale rispetto ai giorni, non lontani, in cui se una donna arrivava a chiedere aiuto per le botte si sentiva dire dal piantone: «Signora gli faccia un piatto di pasta col ragù e tutto andrà a posto». Un cambio radicale rispetto alla disattenzione con cui si seguiva il vecchio codice che consigliava di mettere pace tra moglie e marito. Agire era facoltativo. Hanno pagato donne come Rosy Bonanno che aveva persino denunciato l’ex compagno. O Michela Fioretti a cui il magistrato aveva negato l’arresto del marito. Uccise.
Ormai si sa, 7 donne uccise su 10 avevano chiesto aiuto. Ora c’è un decreto, criticato per la velocità con cui è stato approntato, contestato di incosti- tuzionalità, che a quelle richieste dovrebbe rispondere. Ma quanto tempo quegli uomini staranno lontani da casa? Quanto quegli obblighi rispettano l’autodeterminazione di una donna? Come evitare le ritorsioni? E ancora chi si occupa di quegli uomini? Chi li ascolta? A queste risposte il decreto non sembra dare risposte. Il 27 settembre arriverà in Commissione in Parlamento. C’è ancora una possibilità. Fate presto.

Il corriere della Sera 25.08.13