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“Nodo presidi, più prof di sostegno”, da Gazzetta di Modena

«Stiamo pensando a un “provvedimento-scuola” per l’avvio dell’anno scolastico, rivolto principalmente agli studenti, alla loro vita e allo studio». Non si vuole sbilanciare il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, sulle misure per la scuola, preannunciate anche dal premier Enrico Letta, che intende portare in Consiglio dei ministri. La complessità dei temi legati all’istruzione è confermata dalle parole di Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento: «Abbiamo bisogno di lavorare qualche giorno in più e quindi il decreto scuola andrà in Consiglio dei ministri credo lunedì 9, comunque prima dell’inizio dell’anno scolastico». Certamente si proporranno norme con l’obiettivo di superare l’impasse dei concorsi per presidi annullati dal giudice amministrativo. Una disposizione che dovrebbe tamponare soprattutto la situazione della Lombardia dove un errore nella scelta delle buste contenenti il cartoncino con le generalità dei candidati ha determinato l’annullamento di alcune fasi della procedura, che dovranno essere rinnovate; di conseguenza, il concorso non si è potuto concludere in tempo per dotare di nuovi dirigenti molte scuole attualmente scoperte. Come ha ricordato nei giorni scorsi la Disal, 424 scuole (più di un terzo), erano a rischio di restare senza preside stabile e dunque affidate alle reggenze di presidi “a mezzo servizio”. Nelle bozze circolate nei giorni scorsi era stata messa nero su bianco una norma che consentirebbe di sottoscrivere incarichi temporanei di dirigente scolastico, ma il timore di ulteriori ricorsi ad oltranza ha imposto un supplemento di riflessione sulla sua formulazione. Questioni più spinose sono quella del personale docente inidoneo all’insegnamento, e il contemporaneo blocco di assunzioni del personale amministrativo (attualmente è in vigore una legge che impone la transizione del personale docente inidoneo verso compiti amministrativi), e la vicenda «Quota 96» sul fronte pensionistico. Il nodo da sciogliere, per entrambi, è quello della copertura finanziaria. Se voci alterne continuano a rincorrersi sui finanziamenti che le scuole dovrebbero ricevere per sopperire alle esigenze che ogni istituto deve affrontare con l’inizio delle lezioni, secondo indiscrezioni, ci sarebbe, invece, un consistente incremento (quasi un terzo) dell’attuale organico di diritto dei prof di sostegno. A tener conto degli indizi qualche novità potrebbe riguardare anche i libri di testo e una norma potrebbe affrontare il tema delle donazioni di Pc e altro materiale informatico alle scuole da parte di privati. L’unica cosa certa per ora è comunque che il provvedimento di viale Trastevere si continua a smontare e rimontare, di ora in ora, per verificare le compatibilità finanziarie di ognuna delle misure allo studio che vengono via via proposte.

La Gazzetta di Modena 30.08.13

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“Via al pacchetto-scuola tetto di spesa ai libri e mai più contributi versati dai genitori”, di Salvo Intravaia

Il testo del decreto che sarà varato la settimana prossima
nuovi tetti alla spesa per i libri di testo, più assunzioni e finanziamenti alle scuole. Il governo sta per varare una mezza rivoluzione. Il provvedimento, ancora allo studio dei tecnici del ministro Maria Chiara Carrozza, andrà in Consiglio dei ministri martedì prossimo, come annunciato dallo stesso premier Enrico Letta. E promette di intervenire su tutta una serie di questioni non più rinviabili. I nuovi tetti alla spese per i libri di testo verranno salutati con favore dalle famiglie. Le assunzioni di insegnanti e dirigenti scolastici daranno maggiore stabilità a tutto il mondo della scuola, ma alcuni provvedimenti sull’orario dei docenti rischiano di incendiare l’avvio dell’anno scolastico.
LIBRI DI TESTO E FONDI
Si lavora per ridurre la spesa complessiva delle famiglie per l’acquisto dei libri di testo. Il governo potrebbe introdurre un tetto di spesa, oltre che per i testi indicati come “da acquistare”, anche per i cosiddetti libri ”consigliati” e a corredo: vocabolari, manuali e atlanti. In arrivo anche un incremento dei fondi per le cosiddette “spese di funzionamento” (toner, fotocopie…), che attraverso il “contributo volontario” richiesto ai genitori, ogni anno, finiscono per pesare sulle famiglie.
ORGANICI E SOSTEGNO
Il governo lavora all’ampliamento dell’organico (di diritto) di sostegno, fermo a 63mila unità. Lo scorso anno, per coprire le esigenze degli alunni disabili, il ministero ha assegnato altre 38 mila supplenze. L’idea ora è di incrementare fino a 90 mila i posti di sostegno in organico di diritto per avere la possibilità di assumere a tempo indeterminato almeno 10 mila nuovi docenti di sostegno. Col pacchetto-scuola dovrebbe anche arrivare una modifica legislativa al blocco degli organici, anche in presenza di incremento degli alunni, varato dal governo Monti, e un intervento sugli orari degli istituti tecnici e professionali, sfrondati dalla riforma Gelmini, che dovrebbero aumentare sfruttando una parte delle cosiddette “ore funzionali all’insegnamento” — le 80 ore annue dedicate alle riunioni e agli ricevimenti dei genitori — per attività di orientamento con gli studenti.
ASSUNZIONI
Per il 2014/2017 si profila un nuovo Piano triennale di assunzioni a copertura dei posti lasciati liberi dai pensionamenti. Quest’anno sono state quasi 15 mila le uscite dal lavoro. Il nuovo Piano potrebbe quindi garantire 45 mila assunzioni a tempo indeterminato, 12 mila amministrativi, tecnici e ausiliari e 33 mila docenti, che si divideranno i posti tra vincitori di concorso e precari. Ma sarebbe vicino anche un nuovo concorso per dirigenti scolastici. Quello bandito nel 2011, nelle regioni più grandi si sta concludendo in questi giorni. Ma nel frattempo sono andati in pensione altri mille capi d’istituti e a settembre saranno oltre 1.300 le scuole affidate a un preside reggente, che già guida un’altra scuola. Il prossimo concorso dovrebbe mettere in palio non meno di 600 poltrone di capo d’istituto. E col decreto in arrivo si avvia a soluzione anche il caso Lombardia, dove il concorso di due anni fa è stato annullato agli scritti, lasciando 473 istituti a reggenti. L’idea maturata a viale Trastevere è di assegnare a una parte di coloro che hanno superato il test preselettivo dello stesso concorso del 2011 un incarico di un anno.
RETE SCOLASTICA E CNPI
Cambiano i criteri di assegnazione dei presidi alle regioni:
un posto per ogni scuola con non meno di 600 alunni o 400 nelle piccole isole e nei comuni montani. Dal 2014/2015 il ministero intende assegnare un contingente in base alla popolazione scolastica regionale divisa per 900. Sarà poi il direttore regionale ad assegnare i posti alle scuole. E si lavora anche per resuscitare il Consiglio nazionale della pubblica istruzione, organo consultivo istituito nel 1974, decaduto a fine 2012, attraverso l’istituzione di un organismo con le stesse funzioni.

La Repubblica 30.08.13

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