Giorno: 7 Luglio 2014

"Napolitano: «Italia finita se giovani senza lavoro»", di Marcella Ciarnelli

Il Capo dello Stato a Monfalcone per l’anniversario della Grande guerra. Il pensiero all’Europa di oggi e il ricordo di come quel conflitto partì, cento anni fa da «nazionalismi aggressivi e bellicosi» È alla «grande guerra» che gli italiani stanno vivendo da alcuni anni contro una crisi economica senza precedenti che il presidente della Repubblica ha dedicato le parole più forti della suo primo giorno di visita nei luoghi in cui, cento anni fa, cominciò un conflitto segnato da «nazionalismi aggressivi e bellicosi», il primo di un secolo che poi visse un’altra guerra solo pochi decenni dopo. «Se i giovani non trovano lavoro l’Italia è finita» ha detto Giorgio Napolitano mentre tutta Monfalcone gli si stringeva attorno nel primo giorno della visita in Friuli del Capo dello Stato, l’occasione di un incontro a Cormons con i presidenti di Austria, Slovenia e Croazia. La preoccupazione di Napolitano è quella dei tanti che gli si stringono attorno. Padri, madri, anche molti ragazzi. Lo spaccato di un Paese che chiede di avere diritto ad una speranza. E una …

"Assunzioni ancora ferme ma le aziende non usano neanche i fondi stanziati", di Roberto Giovannini

Procedure complicate e timidezza delle imprese: poche migliaia di contratti Lo scenario, direbbe un economista keynesiano, è quello di un equilibrio stabile di sottoccupazione. L’economia italiana mostra qualche segno di ripresa, ma certamente non sul versante della crescita del Pil, non su quello dell’occupazione, non su quello dei consumi e neppure su quello della domanda aggregata. Seguendo gli insegnamenti di John Maynard Keynes, per sbloccare lo stallo servirebbe spesa pubblica aggiuntiva in grado di rilanciare i consumi e gli investimenti; ma lo stato dei conti pubblici e le regole che ci siamo dati a livello europeo non lo permettono. E la qualità della spesa pubblica italiana, come sappiamo, è quello che è. La conseguenza diretta è che sul versante del lavoro i dati sono (a seconda delle interpretazioni) da brutti a pessimi. E che a meno di qualche miracolo – per ora non all’orizzonte – non si può prevedere un aumento dell’occupazione in grado di alleviare questa piaga. Soprattutto per quanto riguarda le aree sociali più a rischio, ovvero gli ultracinquantenni e (soprattutto) i giovani …

"Fondi europei il grande spreco da 7 miliardi", di Valentina Conte

In 5 anni sono stati messi in campo 504 mila progetti di formazione, per una spesa di quasi 7 miliardi e mezzo di euro. Con quali benefici? La risposta dello studio degli economisti Roberto Perotti e Filippo Teoldi è tranciante: i benefici sono ignoti. Dei progetti finanziati con fondi strutturali europei nessuno è in grado di valutare gli effetti. Sul tema dell’occupazione è intervenuto anche il Capo dello Stato in Friuli Venezia Giulia per commemorare i caduti della Grande guerra: «Italia finita se non dà lavoro ai giovani». Una montagna di miliardi, sfuggita di mano. Ogni anno l’Italia spende cifre impressionanti in progetti finanziati con fondi strutturali europei, eppure nessuno è in grado di valutarne gli effetti. Se ad esempio favoriscono davvero l’inclusione sociale, se creano nuova occupazione e se questa è strutturale e come viene retribuita. Anzi, va persino peggio. Non solo non conosciamo l’efficacia della spesa, ma ogni euro di fondi ricevuti ce ne costa due in tasse: uno da versare all’Europa come membri dell’Unione e un altro come cofinanziamento, obbligatorio per utilizzare …

"Migliorare senza fermare il treno", di Tommaso Nannicini

Ci attendono settimane decisive per capire se e come le riforme istitutzionali andranno in porto. Lo diciamo da un po’, ma a questo giro potrebbe essere vero. La legge elettorale, dopo essere stata relegata in secondo piano dallo scontro sul Senato, torna sotto i riflettori. Vuoi per la recente disponibilità al dialogo del M5S, vuoi perché è difficile ipotizzare che i partiti trovino un accordo complessivo senza fissare i paletti delle regole che tradurranno i loro voti in seggi. Sul piano politico, si registra una curiosa voglia di far parte del futuro accordo, almeno a parole.Berlusconi ha richiamato all’ordine i malpancisti all’interno dei suoi gruppi parlamentari. Il M5S è invece uscito dall’isolamento che si era auto-imposto. Sul Corsera di ieri, Luigi Di Maio ha detto che premio di maggioranza e doppio turno non sono un ostacolo al dialogo col Pd. Di più: ha fatto capire che la strategia grillina è cambiata perché ci sono «altri 4 anni di legislatura davanti» e bisogna incidere sulle scelte che si profilano. In verità, da una semplice analisi degli …

“La Grande Guerra 100 anni dopo. L’Europa deve evitare il riprodursi di antiche polemiche nazionaliste”, di Giorgio Napolitano

Pubblichiamo un ampio stralcio dell’intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla Mostra sulla Grande Guerra allestita a Monfalcone (Gorizia). […] A cento anni dallo scoppio della Grande Guerra, siamo chiamati come europei e come italiani a un esercizio di memoria collettiva, di condivisione umana, di riflessione storica sulle vicende del nostro paese e dei nostri paesi, sulle vicende del nostro continente del secolo scorso, sulle ragioni e sul percorso del nostro impegno per la pace. E non attendiamo, qui in Italia, il centenario del nostro intervento nel conflitto, perché sentiamo di dover innanzitutto contribuire, e vogliamo contribuire, a una celebrazione d’insieme, di respiro europeo, che si articoli naturalmente in analisi aderenti alle diverse esperienze nazionali ma non si risolva in una frammentazione asfittica e divisiva. Le istituzioni europee, e la cultura europea, dovrebbero, tanto per cominciare, evitare un anacronistico riprodursi di antiche polemiche sulle responsabilità cui far risalire lo scatenarsi di quell’immane, sanguinosissimo e distruttivo scontro. Il punto di partenza di una nostra rinnovata riflessione e analisi critica, dev’essere piuttosto il quadro degli opposti …