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Pd, Franceschini vara la nuova segreteria. Chiamparino ed Errani tra i 9 membri

Entrano anche Martina e Melilli. Azzerati il governo-ombra e il coordinamento.

«È un organismo snello e decisa n fretta, perché mancano solo 100 giorni alle europee».

ROMA – Una segreteria snella, di nove persone, decisa «in solitudine» e «in fretta, perché mancano solo cento giorni alle europee». Azzerati i vecchi organismi dirigenti, dal coordinamento al governo ombra, il nuovo segretario del Pd, Dario Franceschini, presenta l’organismo che guiderà il partito, organismo scelto «senza trattare con nessuno», e attingendo dai territori in base alle funzioni istituzionali.

I 9 MEMBRI – Oltre che da Franceschini, la nuova segreteria sarà composta da Vasco Errani, presidente della regione Emilia Romagna; Sergio Chiamparino, sindaco di Torino; Fabio Melilli, presidente della provincia di Rieti; Maurizio Martina, segretario regionale del Pd della Lombardia; Elisa Meloni, segretario provinciale del Pd a Siena; Federica Mogherini, parlamentare; Giuseppe Lupo, consigliere del Pd in Sicilia dove il partito è all’opposizione. A Maurizio Migliavacca va la direzione dell’area organizzazione.
La segreteria, ha spiegato Franceschini, sarà l’organo politico del partito che «lavorerà a stretto contatto con i venti segretari regionali del Pd» in riunioni che si terranno a scadenza settimanale. Il primo di questi incontri avverrà già mercoledì pomeriggio.

AZZERATO IL GOVERNO OMBRA – Franceschini ha poi spiegato che dopo l’azzeramento del governo ombra verranno scelti dei responsabili di aree tematiche: «Per queste funzioni – ha detto il segretario del Pd – ricorrerò soprattutto all’esperienza e ai parlamentari, perché queste problematiche vengono affrontate in Parlamento». Nessun cambio, invece, per i capigruppo alla Camera e al Senato: «Su questo argomento – ha sottolineato Franceschini – i gruppi sono sovrani ma la mia opinione è che è bene non inserire elementi di instabilità in questo momento. E poi Antonello Soro e Anna Finocchiaro hanno lavorato bene. Tra l’altro – ha concluso – nessuno mi ha mai posto il problema dei capigruppo».
corriere.it

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