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Chieda scusa. Lo show delle bugie

“Si vergogni l’opposizione che inneggia a -6”, con allusione alle scritte comparse sui muri di Milano che ricordavano i sei parà rimasti uccisi nell’attentato di Kabul “un’opposizione che brucia in piazza le sagome dei nostri soldati, che inneggia a -6 è inaccettabile. Vergogna, vergogna, vergogna – urla – In Afghanistan ci siamo e ci staremo perché abbiamo il dovere di costruire la democrazia, altrimenti le conseguenze ricadrebbero su tutti noi”.
Pensavamo fosse Sabina Guzzanti in una delle sue imitazioni più riuscite, invece era davvero Silvio Berlusconi a parlare ieri alla festa del PDL con critiche che riguardano più la Lega che di ritiro che il PD…
Un attacco sconcertante che costringe il capo dello stato, Giorgio Napolitano, a fare chiarezza: “Posso confermare che ho sempre messo in luce l’importanza del larghissimo sostegno dell’opinione pubblica e delle forze politiche all’impegno di militari italiani in missioni di pace all’estero, condiviso dalle forze fondamentali dell’opposizione – scrive Napolitano in una nota – Questo sostegno, di cui sono state parte integrante le forze fondamentali dell’opposizione, anche in occasione di importanti votazioni in Parlamento, si è tradotto in generale commosso e rispettoso omaggio, da ultimo, ai sei nostri caduti in Afganistan e in affettuosa, solidale vicinanza alle loro famiglie.E’ questo – prosegue il capo dello Stato – un titolo di vanto per l’Italia, che ho sempre prospettato ai miei interlocutori stranieri”. Poi ammonisce: “E’un dato rilevante e importante, che non può essere scalfito da episodi di becera e indegna contestazione ai quali non può essere attribuito alcun peso e rilievo effettivo”.

Il segretario nazionale del PD,Dario Franceschini, osserva che il premier “parlava in playback. Gli insulti sono gli stessi da quindici anni. E recitando si scalda anche!”. Poi si fa serio: “Siamo orgogliosi della partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali, che avrebbero un profilo diverso senza la cooperazione civile”.
Anche Pierluigi Bersani ha scelto di rispondere con una battuta: “Quando sento il premier che dice che l’opposizione gioisce per i soldati morti cosa dovremmo fare, vorrei chiederlo a una persona normale, chiamiamo il 118? Questo è quello che mi preoccupa”.
Già, una sfilza che passa per il comunisti, comunisti, comunisti, alle accuse di essere golpisti, che prevede l’irrisione degli elettori bollati come coglioni e rifiuta il confronto arrivando a strappare i programmi elettorali.

Un lungo sproloquio in una visione del mondo bloccata tanto da dire che “questa sinistra che non è cambiata. Vorrebbe trasformare il paese in una piazza urlante che condanna, quando in passato sono stati adoratori di tiranni sanguinari come Stalin, Mao e Pol Pot”.

A replicare per prima era stata Roberta Pinotti, responsabile Difesa: ““Si vergogni, si vergogni, si vergogni il presidente del consiglio che anche quando fa il comiziante della peggior specie alle iniziative politiche del suo partito, dovrebbe ricordarsi che sul tema dei nostri militari impegnati nelle missioni internazionali chi ha dato uno spettacolo indecoroso è stato il suo governo. Chi si è macchiato di scritte infamanti o ha bruciato bandiere non fa parte dell’opposizione che oggi siede in Parlamento, ed è un’operazione di bassa demagogia ascrivere questi comportamenti ad un’opposizione che come il partito democratico, pur su temi difficile per l’opinione pubblica, come le politiche internazionali e le missioni militari
ha tenuto una posizione coerente e responsabile. Si ricordi il Presidente Berlusconi che chi ha chiesto il ritiro all’indomani di un attentato mettendo a maggior rischio l’attività dei nostri militari in Afghanistan è
stato un ministro del suo governo a cui lui stesso ha dato credito parlando di un nostro imminente disimpegno. Probabilmente il Presidente Berlusconi vuole mascherare le contraddizioni della sua coalizione e il fallimento
della politica estera del suo governo che porta l’Italia a scendere vertiginosamente nel suo peso sulle questioni di politica internazionale”.

Piero Fassino bolla lo show come “un discorso vergognoso, indegno di un capo di governo. E’ inaccettabile che il presidente del Consiglio strumentalizzi i morti di Kabul per una volgare aggressione all’opposizione, quando tutti sanno che l’impegno militare del nostro paese nelle missioni internazionali di pace è stato deciso anche con il concorso dell’opposizione. Così come è semplicemente irresponsabile – ha ancora aggiunto l’esponente
del Pd – far credere che gli immigrati siano nel nostro paese perché la sinistra li ha fatti venire. Gli immigrati ci sono perché il 60% delle badanti sono filippine, somale, peruviane o moldave; perché il 50% dei lavoratori dell’edilizia vengono dal Maghreb o dai Balcani; perché nelle cascine tra Bergamo e Verona non c’è mungitore di vacche che non abbia il turbante in testa; e perché i pomodori San Marzano che giungono sulle nostre tavole li raccolgono gli stagionali senegalesi. Sono lavoratori che vengono nel nostro paese perché l’Italia ne ha bisogno e l’impatto che il fenomeno migratorio suscita nella nostra società va affrontato non suscitando paura e seminando odio ma offrendo a tutti, italiani e immigrati, il rispetto della loro dignità e della loro vita”.

E dopo l’enenisma smentita, con la quale il prmeir fa sapere di riferirsi alla sinistra extraparlamentare (eppure parlava di opposizione…) abbiamo una sola richiesta: chieda scusa.

Sempre la Pinotti parla di “Una versione che facciamo fatica a comprendere, visto che Berlusconi ha
testualmente parlato di una’opposizione che inneggia a -6 e che brucia in piazza le sagome dei nostri soldati. Adesso ci aspettiamo, vista l’estrema gravità delle sue affermazioni, che sia lui stesso a chiedere scusa e non,
come accade di solito, qualcuno in sua vece. Su di un tema tanto delicato come la presenza dei nostri soldati nei teatri internazionali il Paese non può permettersi bugie usate come sparate propagandistiche. Ci aspettiamo
serietà e senso di responsabilità da chi ricopre la carica di presidente del Consiglio e non può dimenticarlo, neanche quando parla da leader del suo partito”.
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