Mese: Settembre 2009

“Ma quale boicottaggio? La colpa è del ministro”, di Elena Lisa

Rettore del Politecnico di Milano dove si è laureato a pieni voti nel ’63, Giulio Ballio, 69 anni, a meno di uno dallo scadere del suo mandato è nel mirino del ministro Gelmini, che accusa lei e altri colleghi di aggirare la riforma sull’Università. Davvero boicotta la Gelmini? «Non ne ho la minima intenzione. Anzi, per certi versi l’applaudo. Bene ha fatto, per esempio, a semplificare i concorsi. Riducendo l’esame alla valutazione del curriculum e a un colloquio col candidato, la Gelmini ha snellito le selezioni: la prova scritta, finalmente, è stata abolita anche in Italia». Ecco, appunto: una norma nel disegno di legge che il Politecnico di Milano ha puntualmente disatteso. «E’ stata una svista, lo riconosco. Nelle modalità di un concorso, bandito a luglio e scaduto 15 giorni fa, la prova scritta non era stata depennata. Ma ci siamo subito corretti tornando ai parametri imposti dal disegno di legge. E senza polemiche». Però l’Associazione ricercatori precari vi ha scritto anche una lettera ufficiale che fa riferimento al numero di articoli su riviste specializzate …

“Scuola, i frutti avvelenati della riforma Gelmini”, di Maristella Iervasi

Matteo è entrato a scuola emozionato e sudato per il peso dello zaino sulle spalle. Ha abbracciato i suoi compagni e ha “cercato” i suoi insegnanti. Ma quella di francese della media “Garibaldi” di Genzano alle porte di Roma, non si è presentata. Primo “buco” d’ora a scuola. Per colpa del pasticciaccio Gelmini-Tremonti. Cattedre vuote e sforbiciate di bidelli, meno materie e taglio di ore. Ecco la scuola del rigore e del merito decantata dalla maestra unica dell’Istruzione. E questo non è che il primo assaggio. La campanella suonerà ufficialmente per gli oltre 6milioni di studenti lunedì. Solo una piccola parte è già tornata tra i banchi: chi già ieri chi lo farà giovedì, con grande disagio per le famiglie italiane per via della chiusura della mensa e dell’orario ridotto di lezione a causa dell’anticipo rispetto al calendario scolastico regionale. Insomma, come non mai la scuola riapre nel caos. Le graduatorie sono pronte ma la nomine dei docenti in molte città sono ancora in corso. Per alcune tipologie di posti c’è il rischio che la …

«Tessile in sofferenza ‘A rischio 80 mila posti’», di Susanna Marzolla

L’idea di punta è «On stage», passerella dei migliori dieci «stilisti emergenti» a livello internazionale: una spruzzata di novità per non pensare troppo alla crisi del settore. Ma anche a Milano Unica, il salone del tessile che si apre oggi – presente Silvio Berlusconi – i numeri sono crudeli: 486 espositori (382 italiani e 98 da altri paesi europei) con un calo del 25 per cento. E anche se la diminuzione si è attenuata tra l’esposizione di febbraio e l’odierna («solo» un meno 10%) basta girarsi intorno nella regione ospitante per capire cosa sta succedendo. «Ventotto aziende chiuse, 749 in crisi, oltre 29mila lavoratori in cassa integrazione e mobilità»: questi i dati snocciolati dalla Femca-Cisl della Lombardia. Che, più nel dettaglio, specifica: «Il 70% per cento dei lavoratori in cassa è attualmente sospeso dall’incarico. I territori più colpiti sono Como (6.600 lavoratori sospesi), Varese (2.700), Bergamo (1.600)». Cioè i distretti della seta, oppure la Val Seriana chiamata un tempo «la valle dell’oro» per il valore dei suoi filati e soprannominata adesso, da chi ci vive, …

“La retromarcia dei redditi fermi ai livelli di 10 anni fa”, di Bianca Di Giovanni

Si annunciano con titoloni timidi segnali di ripresa, roba da zero virgola (direbbe Giulio Tremonti). Ma la realtà è una terra desolata. Lavoratori esasperati, estromessi dal ciclo produttivo, sempre più a rischio povertà. Questa è la cronaca della crisi a fine 2009. Altro che ripresa. L’Unione europea aveva già annunciato in primavera che in Italia l’incubo subprime sarebbe costato un milione di posti di lavoro. Un prezzo altissimo, sulle spalle dei giovani precari, ma anche dei cinquantenni con famiglia a carico. Numeri così non perdonano nessuno. Anche l’ufficio studi di Bankitalia qualche mese fa lanciava l’allarme occupazione. Intervenendo al Forex di Milano il governatore Mario Draghi non ha nascosto le sue preoccupazioni. «Nel terzo trimestre del 2008 l’insieme dei lavoratori a termine, interinali e a progetto sfiorava i tre milioni – aveva detto – Per circa quattro quinti di questi lavoratori il contratto giunge a scadenza entro un anno. Su di loro grava un rischio particolare». Quattro quinti: cioè 2 milioni e mezzo. Un esercito di precari sull’orlo del baratro. Nonostante la ripresina. Cinque mesi …

“Perché non smetteremo di far sentire la nostra voce!”, di Amalia Perfetti

Ho passato un pessimo inverno e una pessima estate, come tutti i precari della scuola. Prima la certezza che i terribili tagli annunciati da questo Governo sulla scuola statale, si erano veramente abbattuti sul diritto allo studio dei nostri ragazzi e su tutti noi, sulle nostre vite, sulle nostre famiglie, camuffando il tutto come “riforma” della scuola, quando in realtà di altro non si tratta che di taglio della spesa pubblica ai danni dell’istruzione, cioè del futuro del nostro Paese! Poi la consapevolezza di non avere più il lavoro o di averlo ancora per un solo anno! In questi giorni si sta quantificando il danno a livello occupazionale, quello sul piano del diritto allo studio dei nostri ragazzi lo inizieremo a vedere nei prossimi giorni, e le conseguenze, se il Governo non rivedrà le sue posizioni, le pagheremo per anni! Ma che Paese può essere un Paese in cui non si investe sull’istruzione? Perché questo Governo non risponde a questa semplicissima domanda? E’ sotto gli occhi di tutti che i precari della scuola si stanno …

Scuola. Parlamentari PD: noi contro i tagli, PDL e Lega no. I rappresentati della maggioranza assenti al summit con la Regione Emilia-Romagna

Si è riunito oggi in Regione il tavolo interistituzionale per affrontare il tema delle ricadute dell’azione di governo sul sistema scolastico regionale. I parlamentari del gruppo del Partito Democratico, onorevoli Ghizzoni, Zampa, Marchignoli, Ghedini, Soliani, Bertuzzi, Marchi, Marchioni e Vitali che oggi hanno partecipato a questo importante incontro esprimono grande apprezzamento per questa iniziativa voluta dalla Giunta e dall’assessore alle politiche scolastiche Giovanni Sedioli. L’incontro ha fatto il punto sulle conseguenze dei tagli imposti dal governo al sistema di istruzione regionale che rischia di non poter continuare a garantire la qualità che da sempre contraddistingue le scuole del territorio emiliano romagnolo. “Abbiamo gia’ chiesto che il governo venga in aula a riferire e in quella sede ribadiremo la necessita’ di ingranare da subito la retromarcia sui tagli. Rilanceremo l’assoluta urgenza di investire sugli organici funzionali di istituto, la formazione dei docenti, la sperimentazione territoriale prevista dalla finanziaria 2008”. Questo è quanto dichiarano i parlamentari del gruppo PD che annunciano di voler proseguire nella loro azione di forte opposizione in difesa del sistema pubblico di istruzione …

“L’identità è una matrioska: somma di incontri e storie”, di Claudio Magris

Confini La disputa su lingue e dialetti ripropone il tema delle patrie molteplici. Il senso di appartenenza e il dialogo con le diversità. Vivere le radici è l’opposto del localismo folcloristico Le dispute agosta­ne sui dialetti e gli inni nazionali o locali possono essere tutte sfatate da una lapidaria riflessione di Raf­faele La Capria sulla diffe­renza tra essere napoletani e fare i napole­tani. Essere napoletani — o milanesi, trie­stini, lucani — significa sentirsi spontanea­mente legati al luogo natio in cui ci si è ri­velato il mondo, amare i suoi colori e sapo­ri che hanno segnato la nostra infanzia, parlare il suo linguaggio — lo si chiami o no dialetto — indissolubilmente legato al­la fisicità delle cose che ci circondano e al­la loro musica; pastrocio , per me triestino, non sarà mai la stessa cosa del suo equiva­lente «pasticcio». Fare i napoletani o i lombardi falsifica questa spontanea autenticità in un’artifi­ciosa e pacchiana ideologia, aver bisogno di farsi fotografare sullo sfondo del Vesu­vio o di inventarsi antenati celti, indossare qualche pittoresco e patetico costume fol­cloristico per …