Giorno: 21 Febbraio 2010

«Come funziona il sistema Verdini», di Eugenio Scalfari

Adesso il problema sembra essere quello della corruzione generale. Di tutta la nazione. Di tutto un popolo “che nome non ha”. Di tutta una gente che spunta alla rinfusa “dagli atri muscosi, dai fori cadenti”. Una sorta di scena da teatro senza attori, solo comparse degradate che si sospingono a vicenda, una cenciosa opera da tre soldi dove vengono scambiate miserabili mazzette, abbietti favori, borseggi agli angoli delle strade. Ci sarà pure un Mackie Messer armato di coltello ma non si vede, dà ordini sottovoce all’ombra di quella plebaglia corrotta e corruttibile. La Corte dei Conti ha quantificato il degrado collettivo: da un anno all’altro la corruzione è aumentata del 229 per cento. Anche due giudici della Corte sono tra gli indagati. Anche un giudice della Corte costituzionale è lambito dall’ondata di fango. Anche un magistrato della Procura di Roma. I giornali dibattono l’argomento. Analizzano il fenomeno. Si tratta d’una nuova Tangentopoli a diciotto anni di distanza dalla prima? Oppure d’una situazione con caratteristiche diverse? Allora, nel 1992, si rubava per procurare soldi ai partiti …

Università: Il ministero non sblocca i finanziamenti. Proteste e caos alla Federico II di Napoli", di Roberto Ciccarelli

A guardare la graduatoria degli atenei stilata dal Ministero dell’Università (Miur) per attribuire i 523,4 milioni di euro di incentivi al merito previsti sul fondo di finanziamento (Ffo) del 2009, la Federico II di Napoli non era malmessa. Nel novembre dell’anno scorso, i valutatori del ministero avevano classificato l’ateneo più grande del meridione al terzo posto della classifica per la qualità della didattica destinandogli il 5,09 per cento di un fondo di 177,9 milioni e al sesto posto nella ricerca (4,50 su una torta di 345,5 milioni). Apparentemente tanti soldi, una boccata d’ossigeno in un momento in cui il taglio al finanziamento ordinario dell’ateneo (370 milioni quest’anno) stabilito dalla prima finanziaria del governo Berlusconi è di 19,5 milioni di euro (10 milioni solo nel 2010, destinato a crescere l’anno prossimo). Solo che il premio alla produzione non è ancora stato messo in bilancio perché dalle parti del ministero di viale Trastevere sembra che ci sia ancora un gran discutere sui criteri di valutazione in base ai quali attribuire i fondi. Per Massimo Di Natale, segretario …

"L'ideologia del fare", di Ilvo Diamanti

Polemiche sollevate dalle inchieste della magistratura sull´opera della Protezione civile, in Abruzzo dopo il terremoto e alla Maddalena, in vista del G8 (in seguito spostato a L´Aquila). E, ancor più, contro le critiche al progetto di trasformare la Protezione civile in Spa per meglio affrontare ogni emergenza. Allargando il campo dell´emergenza fino a comprendere ogni evento speciale e straordinario. Per visibilità e risorse investite. Oltre alle celebrazioni del 150enario dell´Unità d´Italia: i giochi del Mediterraneo e i Mondiali di nuoto; l´Anno giubilare paolino, l´esposizione delle spoglie di San Giuseppe da Cupertino, e i viaggi del Papa in provincia (perché non quelli del presidente della Repubblica e del premier?). Insomma, tutto quanto fa spettacolo e richiede grandi quantità di mezzi. Affidato alla logica della «corsia preferenziale», superando i vincoli imposti dalle regole, dalle procedure. Dagli organismi di controllo istituzionali. Per sottrarsi ai tempi e alle fatiche della democrazia. Che spesso delude i cittadini. E impedisce al governo di produrre risultati da esibire, come misura dell´efficacia della propria azione. La mitologia del «fare» è alla radice del …

"Ora salviamo insieme queste voci libere", di Dario Franceschini

Non dovrebbe essercene bisogno, ma chiedo a ministri e sottosegretari di fare una semplice prova. Prendano in mano un libro di storia che parli dell’Italia contemporanea. Non ho preferenze. Che l’autore sia Melograni o Ginzborg, Perfetti o Agosti, De Rosa o Scoppola basta andare con gli occhi alle note per vedere quante volte ricorrono le testate dei giornali di partito, protagonisti del dibattito politico fino a diventare documenti, fonti vere e proprie per chi voglia studiare e capire la nostra storia. La mia non è una digressione. So bene quanto sia cambiato l’universo della comunicazione, quanto pesino oggi altri media, altri strumenti, voci diverse. Eppure credo che ancora oggi per capire l’Italia non si possa prescindere da queste voci, dal dibattito che vi si svolge, dallo sguardo così particolare con cui leggono i fenomeni. Per questo credo che la battaglia per garantire la loro sopravvivenza non sia solo una difesa di interessi di parte ma una questione generale. In ballo ci sono un gran numero di testate e anche quattromila posti di lavoro, tra giornalisti …