Giorno: 11 Febbraio 2010

«Editoria, governo conferma i tagli. Colpo al cuore all'informazione libera», di Bianca Di Giovanni

Pietra tombale sul pluralismo dell’informazione. Il governo non salva le testate di idee, opinioni, cooperative e non profit: nessun emendamento nel decreto Milleproroghe. Nonostante le rassicurazioni di Giulio Tremonti. Dopo un pomeriggio di stop-and-go sul provvedimento in Senato, in serata è arrivato il maxiemendamento su cui è stata chiesta la fiducia che si voterà oggi. L’ennesima. Evidente che il governo non si fida della sua stessa maggioranza. Testo blindato: modifiche impossibili. Anche quella sull’editoria, che pure aveva trovato un sostegno trasversale, su cui si era esposto anche il presidente della Camera Gianfranco Fini. Non solo restano in piedi le norme infilate con un blitz in Finanziaria, che cancellano il diritto soggettivo delle aziende ad accedere ai contributi diretti. C’è di più. C’è anche un comunicato di Palazzo Chigi in cui si annuncia un taglio ai contributi di circa il 20% sui fondi del 2010, che saranno erogati secondo un nuovo regolamento da stilare in estate dopo gli Stati generali dell’Editoria, convocati per giugno. Insomma, il sistema passato è cancellato. Per ora c’è l’assenza del diritto …

Scuola, Pd: è di oltre un miliardo il debito del governo con le scuole. Ghizzoni: siamo al collasso e governo scarica costi su famiglie

”Il Governo sovverte la realtà e ancora una volta non risponde nel merito alla nostra interpellanza parlamentare sul credito di un miliardo di euro vantato dalle scuole nei confronti dello Stato e sugli effetti nefasti della recente nota ministeriale per la compilazione dei bilanci delle scuole”. E’ quanto afferma Manuela Ghizzoni, Capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera sottolineando come “le parole del Governo servano solo a coprire l’intenzione evidente di non restituire alle scuole quanto dovuto e dimostrano malafede nel tentativo di attribuire al Governo Prodi la difficilissima condizione finanziaria degli istituti che, dati alla mano, è invece da attribuirsi al Governo Berlusconi. Tra il 2002 e il 2006, infatti sono stati progressivamente decurtati i trasferimenti delle risorse alle scuole. Una condizione incancrenita poi dalla politica dei tagli del duo Tremonti Gelmini che – sottolinea Ghizzoni – oggi mette in discussione lo stesso pagamento delle supplenze, il funzionamento amministrativo e didattico e, addirittura, i servizi di pulizia e di sorveglianza degli istituti. La situazione è molto grave e non possiamo accettare che ora …

Polverini in curva Nord

Se la Lazio va in serie B, la candidata alla Regione rischia di non avere voti dagli ultras biancocelesti. Così Alemanno è costretto a scuotere Lotito per salvare il salvabile. Può il calcio orientare le elezioni regionali? Sembrerebbe una boutade di basso livello ma, a sorpresa, quando c’è di mezzo Roma e le elezioni del governatore del Lazio, la risposta è sicuramente sì. Le vicissitudini di una stagione nera per la Lazio stanno condizionando i voti per Renata Polverini: la polemica intorno al presidente della Lazio, Claudio Lotito ha fatto scomodare il sindaco Alemanno e, pare, lo stesso Presidente della Camera, Gianfranco Fini. La minaccia dei supporter biancocelesti è: se la politica non fa nulla per il bene della Lazio, noi non andremo a votare. Ieri Formello è stato il luogo di una vera guerriglia urbana. Tifosi e facinorosi, esasperati dal silenzio-assenza della dirigenza della Lazio sulle sorti della squadra sempre più vicina alla serie B, sono passati dalle parole ai fatti. Tra i 500 e i 1000 ultras hanno attaccato i cancelli del centro …

Scuola, volantinaggi “a tappeto” contro i tagli

Domani mobilitazione del Partito democratico davanti alle superiori e alle scuole medie della città. “Nelle scuole modenesi manca tutto”. Volantinaggi a tappeto davanti agli istituti superiori e alle scuole medie superiori. Li organizza per domani, venerdì 12 febbraio, il Partito democratico contro la politica di tagli del ministro Gelmini. Sempre domani, in conferenza stampa, il Partito democratico illustrerà la situazione di crescente difficoltà in cui versano le scuole modenesi che vantano un credito di 19 milioni di euro nei confronti dello Stato. La cosiddetta riforma del ministro Gelmini, si legge in una nota del Pd, “serve solo a Tremonti per fare cassa: calano le ore settimanali nelle prime 4 classi; si indeboliscono gli istituti tecnici e professionali; scompaiono molte materie d’insegnamento; i precari si trasformano in nuovi disoccupati”. Tutto questo mentre – denuncia ancora il Pd – nelle scuole modenesi manca tutto: “non ci sono più i supplenti; mancano la carta, le penne, i detersivi, il sapone e da quest’anno caleranno anche i soldi per le pulizie”.

"Ho perdonato la killer di papà", intervista a Vittorio Bachelet di Antonella Rampino

L’atrio, la grande vetrata della facoltà di Scienze Politiche a Roma, è rimasto lo stesso» dice Giovanni Bachelet. In quell’atrio lui non ha mai visto «un lenzuolo di tela grossa, e sotto qualcosa come un fagotto, o un animale abbattuto e dal quale spuntava invece una fronte e un ciuffo di capelli grigi», secondo il racconto che ne fece Giampaolo Pansa. Alle 11 e 50 del 12 febbraio 1980 il professor Vittorio Bachelet, vicepresidente del Csm di Sandro Pertini, era stato spinto in un angolo da una studentessa agitata, nell’atrio desertificato «da una telefonata con la quale i brigatisti avevano lanciato l’allarme per una bomba, per questo eravamo lì soli», racconterà poi Rosy Bindi, testimone oculare dell’assassinio. Quella ragazza agitata e con la pistola in mano si chiamava Laura Braghetti. Strattonò il professore perché si girasse verso di lei, e gli esplose tre colpi di pistola nella pancia. «L’ho incontrata per caso qualche anno fa, in una cosa organizzata dal comune di Roma sulle carceri», racconta Giovanni Bachelet. «Non l’avevo cercata, il perdono è un’altra …

Abuso di potere

“I talk show, e in particolare quelli della sinistra, hanno fatto abbassare il livello di apprezzamento che hanno i cittadini italiani della classe politica”. Così Silvio Berlusconi, a conclusione di una giornata di contestazioni per la decisione della Vigilanza di sbarrare la strada alle trasmissioni di approfondimento politico 30 giorni prima delle elezioni”. “Se ancora ci fosse stato qualche dubbio – risponde Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21, l’intervento del presidente del consiglio, nonche’ monopolista del settore, rende ancora piu’ esplicito chi sia stato il mandante e chi sara’ il beneficiario delle disposizioni bavaglio. Non a caso, mentre si invoca il bavaglio per alcune trasmissioni, si e’ consentito ad alcuni candidati del centrodestra di imperversare a reti unificate in modo tale da godere di un eccezionale vantaggio che non sara’ piu’ ripristinato da nessun regolamento e da nessuna misura compensativa”. Il segretario dell’Usigrai Carlo Verna conferma ‘una giornata di sciopero dei giornalisti Rai contro il regolamento sulla par condicio. Le procedure sono state avviate e la giornata di sciopero cadra’ non prima di quindici giorni secondo …

"I burocrati del cavaliere", di Giuseppe D'Avanzo

Berlusconi ricomincia là dove s’era interrotto. Riprende il suo lavoro da Bonn, dallo spirito populista, bonapartista e anticostituzionale che ha accaldato il suo intervento al congresso del Partito Popolare Europeo. In quell’occasione, il premier denuncia due organi supremi di garanzia: la presidenza della Repubblica e la Corte costituzionale. Li accusa di essere strumenti politici di parte, al servizio di un “partito dei giudici della sinistra” che avrebbe “scatenato la caccia” contro il premier. Schernisce la Costituzione. Annuncia di volerla, di “doverla” cambiare. In nome del popolo sovrano. Quel giorno, 10 dicembre 2009, diviene chiaro “il sentimento da abusivo con cui il primo ministro italiano abita le istituzioni, mentre le guida”. Egli si sente un estraneo nell’architettura istituzionale che dovrebbe rappresentare. Un estraneo e un prigioniero, perché quell’architettura egli l’avverte come un’armatura che lo soffoca e deprime, mentre pretende di dominarla e maneggiarla come fosse morbida pelle. Quel giorno a Bonn, come osservò Repubblica, è nitida la sfida che Berlusconi lancia: non vuole essere, tra gli altri, garante di un ordinamento. Vuole creare, sotto il segno …