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"Manovra in aula al Senato il 6 luglio. Valditara (Pdl) e Rusconi (Pd) spiegano le novità sulla scuola", di Claudio Tucci

La manovra da 24,9 miliardi arriverà in aula, al Senato, il prossimo 6 luglio. E non più il 1°, come invece previsto dal precedente calendario d’aula. La decisione è stata presa dai capigruppo di Palazzo Madama, su richiesta della maggioranza in commissione Bilancio per avere così più tempo per valutare i 2.550 emendamenti presentati dai gruppi. Il termine per la presentazione degli emendamenti per l’aula è stato spostato a lunedì 5 luglio alle ore 14.
Intanto, in mattinata, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti ha incontrato i capigruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, il relatore e presidente della commissione Bilancio, Antonio Azzollini, e il senatore Maurizio Saia, oltre a tecnici del ministero. Sul tavolo i nodi da sciogliere della manovra economica, molti dei quali rappresentanti in emendamenti di maggioranza e opposizione che sono stati accantonati in commissione Bilancio a Palazzo Madama, proprio in vista di questo confronto sulla percorribilità e la ulteriore definizione delle proposte di modifica.

Proposte che a questo punto, quasi con ogni probabilità confluiranno in un emendamentoo “omnibus” del relatore alla manovra. Tra i temi affrontati i tagli a sicurezza, scuola, pubblico impiego, forze armate e assegni di invalidità. L’incontro, riferiscono al termine i partecipanti, é stato interlocutorio, una prima analisi per fare uno “screening” più dettagliato la prossima settimana in un nuovo confronto con Tremonti che si terrà martedì o mercoledì, di ritorno dal vertice di Toronto. Altro tema caldo sul quale il ministro dell’Economia si sta concentrando é quello dei tagli alle Regioni, che hanno minacciato la restituzione delle proprie competenze allo Stato. Un tema legato alla prossima emanazione dei decreti attuativi del federalismo fiscale sul quale é aperto un confronto tra Tremonti ed enti territoriali.

Per quanto riguarda la scuola, dopo l’apertura di ieri del ministro Tremonti di utilizzare i risparmi maturati da Viale Trastevere per attenuare il blocco degli scatti d’anzianità dei docenti, abbiamo voluto approfondire la questione, chiedendo un commento al senatore Pdl e relatore del ddl di riforma dell’università, Giuseppe Valditara e al capo gruppo Pd in Commissione Cultura al Senato, Antonio Rusconi.
Valditara ha giudicato positive le parole del ministro dell’Economia, evidenziando, però, come ora sia necessario affrontare anche il problema dei tagli agli scatti meritocratici per i professori universitari. I mancati aumenti retributivi, ha detto Valditara, pesano per 87 milioni per il 2011 e 270, a regime, dal 2013. Le risorse per recuperare questi soldi, ha aggiunto, potrebbero arrivare dall’aumento dell’accisa sui tabacchi.

Critico, invece, il giudizio del senatore Pd Rusconi, che ha ricordato come l’operazione di Tremonti, di fatto, annulli tutti i discorsi sulla valorizzazione del merito degli insegnanti, rilanciati, anche ultimanente, dal ministro Gelmini. Se i 2,3 miliardi di risparmi, andranno, a rate, a recuperare i mancati scatti, cosa resterà, si chiede Rusconi, per premiare gli insegnanti più meritevoli? Rusconi, inoltre, evidenzia come Tremonti non abbia fatto alcun cenno alla questione dei mancati trasferimenti di soldi al fondo di funzionamento ordinario degli atenei. Che, anzi, il prossimo anno vedranno ridursi l’assegno di 1,3 miliardi. La richiesta fatta da Rusconi, in un apposito emendamento alla manovra, su cui la commissione Bilancio deciderà la settimana prossima, è di ripristinare almeno 800 milioni, che serviranno, ha detto, «appena a pagare gli stipendi, fermo restando il blocco degli scatti meritocratici». Anche perchè, ha concluso, «molti atenei, che proprio in questi giorni stanno programmando i corsi per il prossimo anno, se non vedranno accreditarsi nuove risorse, rischiano seriamente di chiudere i battenti».

Il Sole 24 Ore 28.06.10

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“In manovra ritocchi su invalidi e sicurezza”,di Marco Mobili e Dino Pesole

Tagli alla sicurezza, scuola, forze armate, invalidità ma anche il duro braccio di ferro con le regioni. Temi che per la maggioranza dovrebbero tradursi in altrettanti emendamenti al testo della manovra economica, già a partire da martedì quando si riprenderà a votare in commissione Bilancio e il relatore Antonio Azzollini formalizzerà i suoi primi emendamenti d’intesa con il governo. Maggioranza che ha sondato ieri i margini reali di disponibilità da parte di Giulio Tremonti nel corso di un incontro al ministero dell’Economia, al quale hanno preso parte oltre al relatore, i capigruppo Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello e il senatore di area finiana Maurizio Saia.

Il ministro – stando a quanto riferiscono alcuni dei partecipanti al vertice – ha ascoltato con attenzione, ha convenuto in linea di principio sulla necessità di alcuni ritocchi al testo nel rispetto assoluto dell’invarianza dei saldi, e si è impegnato a fornire una risposta più completa sui singoli punti nel corso della prossima settimana. Riunione interlocutoria, dunque. «Stiamo lavorando anche sul fondo unico per la giustizia», rende noto Gasparri. «Certamente vi saranno delle modifiche al decreto, ma non credo si tratterà di correzioni sostanziali». Intanto le regioni dalle parole passano ai fatti, o almeno ci provano. Con una nota inviata al ministro per i rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, il presidente della Conferenza delle regioni, Vasco Errani, oltre a spiegare le motivazioni della protesta delle regioni contro la manovra economica, ha chiesto la convocazione di una seduta straordinaria della Conferenza stato-regioni che dia il via libera «a una intesa per il trasferimento dalle regioni allo stato delle funzioni amministrative già conferite perchè oggettivamente le regioni sono impossibilitate ad esercitarle». Errani ha anche lanciato un appello a comuni e province che è stato subito accolto: tutti gli enti si incontreranno mercoledì prossimo con l’intento di fare fronte comune.

Il cammino della manovra si intreccia anche con quello attuativo del federalismo. Il ministro dell’Economia è al lavoro con i tecnici sulla relazione con cui saranno rese note le simulazioni di impatto del federalismo e che sarà presentata al Consiglio dei ministri di mercoledì prossimo. Ieri Roberto Calderoli ha confermato che i risparmi possibili dal solo comparto sanità sono pari a 4 miliardi. Dato per scontato l’arrivo del maxiemendamento e del voto di fiducia, tanto al Senato quanto alla Camera, i lavori per la messa a punto del testo proseguiranno per tutta la settimana. Inevitabile così lo slittamento dell’approdo in aula della manovra, fino a ieri calendarizzato per il 1° luglio e ora fissato per martedì 6. Nelle sedute di ieri la commissione è arrivata a illustrare le proposte di modifica fino all’articolo 9. Poche e di dettaglio le modifiche approvate: l’estensione ai lavoratori privati della proroga al 31 dicembre 2010 del termine di decorrenza degli obblighi sulla valutazione dei rischi da stress da lavoro-correlato per le Pa; il trasferimento al Cnr e non più alle Infrastrutture dell’Insean (Istituto nazionale per studi e esperienze di architettura navale), così come il passaggio all’Inpdap dell’Ente nazionale di assistenza magistrale; una parte dei fondi provenienti dalla liquidazione del patrimonio derivante dalla soppressione del comitato per l’intervento nella Sir, destinata all’Economia, sarà versata allo Stato per essere riassegnata al fondo ammortamento dei titoli di Stato.

Modifiche che confluiranno nel maxiemendamento così come quelle su cui il governo ha già scoperto le carte. Si tratta dell’elevazione a 65 anni dell’età pensionabile delle dipendenti pubbliche, così come il ritorno al 74% (la manovra l’ha elevata all’ 85%) dei requisiti di accesso all’invalidità civile.C’è poi la proroga per i versamenti di imposte e contributi in Abruzzo che slitta a dicembre 2010 così come il recupero dell’arretrato decorrerà dal 1° gennaio 2011 anziché dal 1° luglio prossimo. Una proroga confermata nella sostanza dal direttore delle Entrate, Attilio Befera, e dal presidente Inps, Antonio Mastrapasqua, che con un comunicato hanno sospeso il pagamento di quanto dovuto in attesa della conversione in legge della manovra.

Il Sole 24 Ore 28.06.10