attualità, economia, politica italiana

Disabili insorgono contro emendamento

La lettera di un padre e l’Associazione Luca Coscioni denunciano un nuovo emendamento, approvato in Senato. “Spingerà alla disperazione persone che hanno diritto alla vita e a una esistenza dignitosa nel rispetto della Costituzione”

ROMA – “Il Governo, in Commissione Bilancio del Senato ha presentato un nuovo emendamento che restringe l’accesso all’indennità di accompagnamento in pratica solo a chi è in stato vegetativo o immobilizzato”. E’ la denuncia, e allo stesso tempo il grido di allarme, di Vincenzo Gallo, padre di un ragazzo affetto da grave disabilità. “A maggio – spiega il genitore -, in una prima bozza della manovra, era stato introdotto un limite di reddito per poter usufruire di una indennità di accompagnamento di circa 450 euro per le persone con invalidità al 100%, poi cancellato. La proposta presentata al Senato è ora estremamente grave”.

Gallo riprende le parole di Pietro Barbieri, presidente della Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che insieme alla Fand (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) ha indetto una manifestazione unitaria a Roma per il 7 luglio: “Si tratta della peggiore aggressione nella storia repubblicana alle politiche sociali di inclusione delle persone con disabilità”. “Se approvate – aggiunge Gallo -, queste norme spingeranno ancor di più alla disperazione persone deboli e indifese, non autosufficienti, che soprattutto quando rimangono sole, senza l’assistenza della famiglia, non sono in grado di sopravvivere nemmeno con i 450 euro attuali, visto che hanno bisogno di assistenza continua. Queste persone hanno diritto alla vita e a una esistenza dignitosa nel rispetto della Costituzione”.

Sull’emendamento, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato lo scorso 29 giugno, interviene anche l’associazione Luca Coscioni. Che a sua volta denuncia come, in merito all’assegno mensile di assistenza, la cui soglia per la concessione resta elevata all’85% di invalidità, prevede come deroga che continui a essere concesso ai soggetti disabili con la vecchia soglia del 74% di invalidità solo se essa dipende da una sola specifica patologia e non da più patologie.

“Questo rappresenta – affermano Rocco Berardo e Gustavo Fraticelli, rispettivamente tesoriere e consigliere generale dell’associazione – l’ennesimo tentativo da parte del Governo di dettare d’imperio valutazioni tecniche proprie dei medici, come del resto già tentato con la legge sulla fecondazione assistita”.

“Le attuale tabelle delle patologie invalidanti – spiega l’associazione – sono della linee guida ai fini di una mera valutazione tecnico sanitaria per la determinazione della gravità delle varie patologie che determinano la non abilità del soggetto che ne è affetto e quindi del suo svantaggio sociale”. La citata metodologia valutativa è mutuata “dalla classificazione dell’OMS, nota come ICIDH (International Classification of Impairment Disabilities and Handicaps) del 1980, il cui criterio generale non può non prescindere necessariamente da una valutazione complessiva e globale dello stato patologico del singolo soggetto, al fine di poterne determinare la disabilità e quindi gli handicaps correlati”.

“Alla luce di questa preoccupante tendenza intrusiva del potere politico” aggiungono Berardo e Fraticelli, sarebbe più che mai opportuno procedere a una revisione delle tabelle indicative dell’invalidità “che recepisse quella emanata dall’OMS nel 2001”, che rapporta esplicitamente la disabilità al singolo individuo e la definisce come un insieme di condizionamenti oggettivi e soggettivi della persona stessa, cui vanno aggiunti fattori ambientali.

La stessa tabella, conclude l’associazione Luca Coscioni, “sarebbe anche un congruo ausilio per varie commissioni di accertamento della disabilità, la cui efficienza/competenza è l’unico strumento per contrastare, non solo a parole, il tanto conclamato dal Governo, solo a livello mediatico, fenomeno dei falsi invalidi”.

da repubblica.it

******

«Quell’emendamento è discriminatorio e anticostituzionale»
Infatti, l’emendamento presentato dal Governo in Commissione Bilancio del Senato da una parte crea una disparità di dubbia costituzionalità tra le persone con invalidità civile parziale, dall’altra restringe l’accesso all’indennità di accompagnamento in pratica solo a chi è in stato vegetativo o immobilizzato. Secondo Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che insieme alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) ha indetto una grande manifestazione unitaria a Roma per il 7 luglio, «si tratta della peggiore aggressione nella storia repubblicana alle politiche sociali di inclusione delle persone con disabilità»

Il presidente della FISH Pietro BarbieriIl ministro dell’Economia Giulio Tremonti accusa le Regioni, addossando loro la responsabilità di avere fatto «esplodere la spesa per le pensioni di invalidità civile» e lo motiva – strumentalmente – con la cervellotica e indimostrata correlazione con la riforma del Titolo V della Costituzione. In altre parole, le Regioni, in modo scriteriato, avrebbero approfittato della redistribuzione delle competenze, per far spendere allo Stato «una valanga di miliardi a favore dei “falsi invalidi”».
Silenzio da parte delle Regioni le quali per ora non osano replicare che dal 2001 le loro competenze in materia di invalidità – con buona pace del federalismo – si sono in realtà ristrette (a favore dell’INPS), fino a diventare meramente ancillari di un procedimento imposto da Roma, anzi, proprio dal Ministero dell’Economia.

La prosa e gli eccessi del Ministro sono, ancora una volta, funzionali a distrarre l’attenzione da altro. Nelle stesse ore di tali dichiarazioni, infatti, la Commissione Bilancio del Senato sta approvando l’emendamento di Tremonti che, contro ogni ragionevolezza, colpisce durissimamente le persone con disabilità (se ne legga in questo stesso sito cliccando qui).
Tale emendamento del Governo, ancora sottovalutato da moltissimi analisti, crea una disparità di dubbia costituzionalità e di incerto buonsenso fra gli invalidi civili parziali: chi ha la “fortuna” di essere affetto da una patologia singola per la quale è prevista un’invalidità del 75% avrà infatti l’assegno anche se non raggiunge l’85% di invalidità. Chi è colpito invece da due patologie o menomazioni, la cui somma dia l’80%, non ha diritto a nulla.

Ma ancora più grave appare la modificazione dei criteri per l’indennità di accompagnamento. La nuova definizione medico-legale, particolarmente restrittiva, consentirà l’accesso a quella provvidenza praticamente solo alle persone in stato vegetativo o poco più. L’indennità, infatti, verrà concessa solo a chi non è in grado di svolgere «il complesso degli atti elementari» della quotidianità: mangiare, bere, vestirsi, andare al bagno. Oppure a chi è immobilizzato.
Questo criterio crea una disperata schiera di nuovi esclusi: persone con sindrome di Down; persone che deambulano a fatica e tra mille difficoltà (amputati, poliomielitici); persone che riescono a guidare con adattamenti; probabilmente persone che lavorano; persone che riescono a vestirsi o a mangiare, ma che magari non sanno dove sono, chi sono, dove vanno.
A compensare queste «accettabili autonomie», dice la relazione all’emendamento, ci sono gli ausili e gli interventi dei «servizi integrati, previsti pressoché ovunque da norme attuative specifiche»…

«Si tratta della peggiore aggressione nella storia repubblicana alle politiche sociali di inclusione delle persone con disabilità – rimarca Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – per la quale possiamo dire di essere fuori da ogni garanzia costituzionale». «Non staremo a guardare – aggiunge Giovanni Pagano, presidente della FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali dei Disabili) – e il 7 luglio saremo in piazza per far sentire ancora una volta la nostra voce».
Ed è infatti confermata per il 7 luglio (in Piazza Montecitorio a Roma dalle ore 10) la manifestazione unitaria indetta da FAND e FISH, vale a dire le due Federazioni che raggruppano le maggiori e più significative associazioni italiane di persone con disabilità e dei loro familiari. (Ufficio Stampa FISH)

da Superando.it